Mi svegliai prima del solito, decisi di preparare la colazione e di portarla in camera a Paolo. Quando si svegliò mi ritrovò seduto sul suo letto:<< Buon giorno caro coinquilino, qua c'è la colazione, svegliati che abbiamo del lavoro da fare>>.
<< Nooo...fammi dormire altri...cinque minuti>> mi disse con voce assonnata e sbadigliando.
<< Ma se già sei sveglio, su>>.
<< Che vuoi?>>.
<< Abbiamo un gioco da preparare su>>.
<< Appena dici di nuovo su, mi mangio te invece della colazione>> si alzò la coperta fino alla testa.
<< Su su su su, avanti svegliati>> gli levai la coperta e iniziai a prenderlo a ditate sullo stomaco, tanto per infastidirlo.
<< Che scassa cazzi che sei, ma poi adesso ti è venuto in mente il gioco?!>>.
<< Si inizia quando ci si sente pronti, se è necessario io faccio nottata e mattinata>>.
<< Ma tu sei pazzo>> si mise a sedere nel letto e si prese la sua colazione e io la mia. Mentre mangiavamo continuammo a parlare:<< Allora dobbiamo prendere una persona che non conosci. Si chiama Ryan, lavora al comune, diciamo che fa il politico in città, il suo vero lavoro è l'imprenditore, ha una fabbrica di auto molto conosciuta anche fuori, è una persona ricchissima e vuole comprarsi tutto con il denaro>> gli feci vedere anche una foto di questa persona.
<< Ahh io odio queste persone>> disse con tanto disprezzo.
<< Meglio così ti sfogherai anche, l'ho seguito da lontano per un po' e diciamo che non sapevo che fare, ma con te è molto meglio,
domande?>>.
<< Solo una: come lo prendiamo?>>.
<< Bella domanda. Ancora non lo so. Però ti posso dire che prima dobbiamo osservarlo insieme e dopo arriveremo a una conclusione>>.
<< Capito, allora io aspetto sempre te>>.
<<Domani cominciamo>>.
<< Va bene>> finimmo la colazione e andai a farmi la doccia. Mentre mi rilassavo sentì la musica partire a tutto volume e sentì Paolo entrare nella mia stanza e dalla porta urlare:
<< Ti da fastidio?>>.
<< Per niente, hai fatto bene>> più il tempo passava più mi trovavo a mio agio con Paolo. Persi molto tempo a farmi la doccia e quando scesi di sotto trovai Paolo che leggeva un libro.
<< Quanto ci sei stato?>> chiese dopo aver sollevato gli occhi dal libro.
<< Devi sapere una cosa: io perdo tanto tempo a farmi il bagno perché mi piace prendermela comoda e rilassarmi, quindi tranquillo, non morirò in doccia>>.
<< Okk, poi sarei strano io, tu che ti addormenti in doccia è normale vero?>>.
<< Oh ma che vuoi!?>> ci mettemmo a ridere. Evitai di perdere ulteriore tempo e salì di sopra a scrivere qualche pagina del saggio.
Quando tornai di sotto ebbi una bellissima notizia: << Mia madre mi ha detto che non è adatto il saggio a uno come te, piuttosto vuole proporti una specialistica in materia, studierai di più rispetto al programma normale e quando sarai agli esami ti accrediteranno anche la specialistica, eviti di fare altri anni in più>> disse Paolo tutto ad un fiato.
<< Ma è bellissimo!!>>.
<< Ti farò avere i programmi e tutto, dopo ti consiglio comunque di parlare con mia madre>>.
<< Certo lo farò>>.
Mentre Paolo continuava a leggere, io andai a preparare il pranzo:<< Spaghetti al sugo vanno bene?>> urlai dalla cucina.
<< Sììì>> rispose dal salotto.
Prepari la pasta, il condimento, la servì e dopo mangiammo.
<< Buona>> disse alla prima forchettata.
<< Già>>.
<< Oggi hai impegni?>>|
<< Ho lezione di psicologia e sta sera di musica>>.
<< Sta sera vengo con te>>.
<< Ti va di cominciare sta sera a giocare?>>.
Portandosi la mano in testa per fare il saluto militare disse:<< Al tuo servizio>>.
Feci un sorriso e aggiunsi:<< Quella ragazza che ti ho fatto vedere la scorsa volta, quella autolesionista, la ricordi?>>.
<< Sì, che devo fare?>>.
<< Fai l'amico, parla con lei, devi conoscerla, devi capire qualcosa in più, mentre io suono ed è lontana dalla sua amica tu approfittane>>.
<< Sarà fatto>>.
<< Perfetto, vado a prepararmi>> andai di sopra e presi i libri, i quaderni e tutto quello che mi serviva:<< Io vado a dopo>>.
<< Ciao>> mi rispose sempre dal divano.Quando arrivai posteggiai la macchina e decisi di andare a sedermi nella solita panchina. Ancora Alessandra non era arrivata, al suo posto il lontananza però vidi Sofia. Era con un gruppo di amici e rideva. Era veramente bella: la pelle perfetta, un'altra bambola di porcellana, però con le guance più rosate, occhi castani, capelli castani. La guardavo da lontano, forse si sentì osservata e si girò nella mia direzione. Ci guardammo fissi negli occhi e dopo mi salutò alzando appena la mano, anch'io la salutai con la mano.
Nel frattempo arrivò Alessandra:<< Ciao Matto>>.
<< Come mi hai chiamato?>>.
<< Matto e ti sta anche bene, ti si addice>>.
<< Ah sì, ok Alessandra, ci vediamo dentro>>.
<< Che fai, ti sei offeso?>> disse con voce divertita. Non la degnai di uno sguardo e mi misi a camminare in direzione dell'ingresso della scuola, continuai a camminare fino a quando sentì qualcuno abbracciarmi da dietro, mi bloccò le braccia, non potevo più camminare per via del peso che avevo dietro e per un secondo mi si bloccò anche il cuore. Non ero abituato ad abbracciare le persone, le poche volte in cui lo facevo io era per scherzo, nonostante anche questa volta fosse per scherzo rimasi pietrificato da quel gesto.
<< Tutto bene?>>.
<< Sì>> sciolse l'abbraccio e mi si parò davanti.
<< Che c'è? Ti ho offeso veramente?>> chiese un po' preoccupata.
<< No per niente, anzi mi piace quel soprannome>>.
<< Allora che hai?>>, presi il suo della campanella al balzo per cambiare discorso:
<< Ho...che è tardi e dobbiamo prendere il mio solito posto>> la presi da un braccio e la tirai via. Era piuttosto leggera da trasportare, si lasciava condurre tranquillamente.
<< Il mio bel posto, siediti>>.
<< Sì, Matto mi siedo>> con le labbra mimai un "stupida" lei vedendomi si mise a ridere e io la guardavo ridere, era così serena mentre rideva.
<< C'è il prof>> la lezione fu lunga e noiosa, nonostante questo dovetti ascoltarla per prendere informazioni, quando finì scappammo subito fuori.
<< Che lezione noiosa>> disse Alessandra.
<< Già>> arrivati alla mia macchina, restammo a parlare lì vicino. Venimmo distratti solo dalla macchina vicino alla mia che si aprì nonostante non ci fosse nessuno. Dopo alcuni secondi arrivò lei, Sofia, che vedendomi mi venne a salutare.
<< Ciao...Matteo giusto?>>.
<< Sì.. ti presento Alessandra, frequenta con me il corso di psicologia>>.
<< Piacere Sofia>>, << Piacere Alessandra>> si strinsero la mano, anche se non vedi Alessandra felice di questo incontro ma non ci feci molto caso.
Quando Sofia andò via Alessandra mi chiese: << Chi è?>>.
<< Una ragazza che frequenta il corso di di fisica e astronomia, l'altro giorno mi è venuta a sbattere e l'ho conosciuta>>.
<< Capito>> esitò un minuto e dopo aggiunse:<< Ci vediamo, ciao>> mi salutò e andò via.Tornai a casa e mangiai velocemente, presi gli spartiti, lo strumento e andai in sala musica. << Sera>> andai a firmare e dopo mi fermai fuori con Paolo. Quando arrivò il professore venne a dirmi una cosa:<< Per il fatto dei biglietti, sì sono gratis per i tuoi parenti o amici>>.
<< Grazie>> mi diede una pacca sulla spalla e andò via.
<< Ecco puoi venire gratis>> dissi rivolgendomi verso Paolo.
<< Ma io c'ero a priore>> rimasi felice da quella affermazione.
<< Preparatevi>> disse il professore pronto ad iniziare la lezione in quel preciso istante arrivò Jasmine con Chiara.
Mi girai l'ultima molta verso Paolo:<< Vai amico, il tuo primo gioco comincia adesso>> gli dissi felice e dopo mi allontanai.
Mentre suonavo guardavo cosa stesse facendo, a intervalli lo vedevo parlare e stare zitto, ma vedevo anche che Jasmine osservava sempre Chiara, quasi fosse seccata da quella conversazione senza di lei. Era nervosa e si vedeva parecchio. Quando la lezione finì andai a casa con Paolo.
<< Hey amico, domani mattina mi racconti tutto, adesso sono stanco, vado a dormire>>.
<< Notte, io vado in camera leggo un po' e dopo mi addormenterò anch'io>>.
<< Notte>> Ci separammo e andammo a dormire.
STAI LEGGENDO
L'Osservatore
Mystery / ThrillerPer descrivere questo libro userò una frase di saw l'enigmista: Jigsaw: Sì, sono malato agente. Ho una malattia che mi divora dall'interno e sono stanco, stanco di chi non riesce ad apprezzare il dono della vita. Di chi non rispetta le sofferenze de...