9-La mia creatura

60 12 6
                                    

Il giorno seguente andai a scuola di mattina, avevo lezione di filosofia, si parlò dell'origine di quest'ultima e come cambiò nel periodo di tempo che va dal 600 a.C. (Anno di nascita della filosofia) all'anno 0 in cui si ha la nascita di Cristo e la nascita della filosofia cristiana.
Come sempre mi sedetti né troppo indietro né troppo avanti, mentre stavo per uscire i libri dallo zaino, sentì qualcuno sedersi proprio accanto a me:<< Hey tu, sai che fine ha fatto Alessandra? È da ieri che la cerco e non mi ha risposto, anzi il suo telefono mi risulta spento>>.
Era Marta, strano non aveva mai parlato con me, lei non si sarebbe mai permessa di perdere la propria popolarità e sedersi accanto a uno sfigato come me, allora sorpreso da quel gesto risposi:<< Non so niente di Alessandra, siamo usciti insieme il giorno stesso che ci hai visto parlare e poi non ho avuto più notizie,
perché?>>, lei mi guardò senza parlare e poi sgarbatamente disse:<< Non ti interessa il perché la cerco, non mi sei d'aiuto, ciao>>. Effettivamente mi sembrava troppo strano che restasse seduta accanto a me.
Una volta finita la lezione andai in macchina, prima di uscire dall'Università vidi la professoressa, che mi fece la lezione, e suo figlio. Come la scorsa volta discutevano in macchina, io li guardavo, non so perché ma attiravano la mia attenzione. Quando finirono di parlare entrambi si ammutolirono, la madre accese la macchina e se ne andò, stessa cosa feci io, dovevo tornare a casa avevo una questione in sospeso.

Arrivai a casa, mangiai veloce e poi scesi nello scantinato. Accesi le luci, il microfono e iniziai a parlare:<< Ciao, sono sempre io l'Osservatore, come stai?>> era bianca, non aveva una bella espressione, stava seduta con le spalle appoggiate al muro e le gambe distese, come se le avessero sparato, rimase così immobile per tutta la discussione.
<< Ciao, sto male, molto male, come hai potuto vedere sono un'assassina, per colpa tua io ho ucciso una persona, è vero che mi opprimeva, ma la vita umana non può essere presa come un gioco>>.
<< Hai ragione, la vita umana non puoi essere presa come un gioco, finalmente l'hai capito, tu giocavi con la tua facendoti controllare da lui, mettiamola così. Tu sprecavi la tua vita, come hai detto tu la vita è un dono importante, finalmente adesso la puoi vivere in pieno, non credi?>>.
<< Si posso vivere più libera, ma secondo te questa cosa non mi tormenterà. Pensare di aver ucciso una persona importante per me, anche se mi trattava male, secondo te non mi renderà schiava di questo pensiero?>> mi dispiaceva che non riuscisse a vedere oltre, ad apprezzare la sua di vita.
<< Perché ti preoccupi della vita altrui, pensa alla tua no?>>.
<< Quando ho premuto quel fottuto pulsante ho pensato solamente a me, non ho pensato a quella persona che avevo davanti, non ho rispettato la sua vita>>.
<< Sei ancora troppo scossa, so io come aiutarti. Tu devi uscire di lì e devi essere felice. Ti sto venendo a prendere, avrò una maschera sul volto, non provare a levarmela, altrimenti ti butto in una cella a marcire. Devi solo fidarti di me>>.
Mi misi la maschera, presi le chiavi e andai da lei, le misi le manette, per sicurezza, le levai la catena alla gamba che la teneva ferma e la portai con me.

Entrammo in una stanza scura, accesi solo una bajour e la feci distendere su un lettino.
<< Sei mai stata psicanalizzata oppure ipnotizzata?>>.
<< No, perché?>>.
<< Sto per ipnotizzarti, così ti farò superare il trauma, rilassati, se mai dovessi avere dei sogni che ti ricordano questo avvenimento è normale. Ti chiedo solo di pensare al tuo bene, non ti fare paranoie, quello che hai fatto è giusto ed è solo per il tuo bene. Se mai dovessi starci male pensa alle emozioni e alle motivazioni che ti hanno spinto a premere il pulsante>>.
Presi un orologio da taschino, per farlo dondolare davanti la sua faccia e ipnotizzarla:<< Guarda l'orologio...adesso senti la stanchezza, le palpebre si fanno pensanti...sempre più pesanti, non distrarti, senti sonno, vero? Se senti sonno sbadiglia> lei sbadiglio, stava cadendo in ipnosi.
<< Adesso dormi...mi senti?>>.
<< Si, ti sento>>.
<< Bene, come stai?>>.
<< Non lo so, credo male>>.
<< Tu, invece, stai bene, quello che hai fatto è solo per il tuo bene. Adesso pensa a tutte le cose che puoi fare, senza che lui ti obblighi ad una relazione forzata, vuoi dirmi qualcosa?>>.
Esitò un po' per dopo rispondere:<< Mi sento libera, posso viaggiare, stare con le persone che amo. Posso vivere!>>.
<< Esatto, adesso puoi vivere. Dimmi una cosa è giusto o sbagliato che tu abbia ucciso una persona?>>.
<< Credo, sbagliato>>.
<< Facciamo un esempio: se la vostra storia fosse andata avanti e lui diventava più morboso, metti caso ti avesse alzato le mani, per legittima difesa tu cosa avresti fatto?>>.
<< Penso proprio, che in questo caso l'avrei eliminato dalla mia vita>>.
<< Ecco brava, adesso dimmi tu, meglio prima o dopo che questa cosa accadesse?>>
Rispose indecisa:<< Prima?>>.
<< Brava, quindi quello che hai fatto è giusto o sbagliato?>>.
<< Giusto>>.
<< Cosa hai provato quando l'hai ucciso?>>.
Senza esitazione disse:<< Rabbia, mi faceva schifo, lui mi ha tradito diverse volte, non lo potevo vedere più>>.
<< Se dovessi sognare quello che hai fatto, come reagiresti?>>.
<< Non lo so, sicuramente non bene>>.
Deciso risposi:<< Invece quello che devi fare è reagire bene, pensa a cosa hai provato quando hai premuto quel pulsante>>.
<< Hai ragione, ho fatto la cosa giusta, ho fatto bene>>.
<< Sai già cosa dirai quando ti lascerò
andare?>>.
<< No, cosa devo dire?>>.
<< Allora, siete stati catturati entrambi, non sai da chi, anche perché non mi hai visto in faccia. Non ti ricordi il luogo perché sei stata sedata, ricordi solo che lui era con te e il carnefice lo fece fuori, a te ti ha lasciato libera perché sei riuscita a superare una prova da lui richiesta, non dire altro. Se qualcuno dovesse chiederti altre cose rispondi che non ricordi niente, è una cosa che ti impongo di fare. La mente cancella i traumi quindi ti crederanno, ok?>>.
<< Si, va bene>>.
<< Come stai adesso?>>.
<< Sto bene>>.
<< Mi prometti di stare bene?>>.
<< Si, starò bene, promesso>>.
<< Ti fidi di me? Dirai e farai quello che ti ho detto?>>.
<< Si, mi fido di te e farò tutto quello che mi hai detto>>.
<< Al mio tre ti svegliarsi..1..2..3, sveglia!>>.
Era disorientata, ma dalla faccia sembrava più tranquilla, per esserne sicuro chiesi:<< Come stai?>>.
<< Bene, perché?>>.
<< Era per sapere. Allora cosa pensi di quello che hai fatto?>>.
<< L'ho fatto per il mio bene, perché qualcosa non va?>>.
<< Oh no, tutto apposto, pronta per tornare a casa e vivere?>>.
<< Si, sono pronta>> mi sorrise e io da sotto la maschera feci lo stesso, ero felice per lei.

La riportai nella sua vecchia stanza e poi andai a prendere un sedativo, dopo averla sedata la presi e la portai in un bosco. Sapeva cosa dire e io mi fidavo di lei e del mio lavoro.

Osservatore: Cari lettori, come avrete capito ho conoscenze avanzate nel campo della psicanalisi, mi piacerebbe tanto avere la specialistica e il dottorato in materia, si vedrà, voi tifare per me.
Cari lettori, cosa pensate della prova e del suo svolgimento secondario?
Per me è andata molto bene e sono soddisfatto del mio lavoro, adesso vi faccio una domanda: secondo voi chi sarà
il terzo o la terza ad affrontare la prova?

L'OsservatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora