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Nella stanza è calato un silenzio di tomba, posso solo sentire il battito del mio cuore e, di tanto in tanto, il vento leggero che soffia fuori.
Il mio compagno si morde il labbro inferiore, imbarazzato per la richiesta che mi ha appena fatto. Non mi sento pronto ad arrivare a quel tipo di contatto fisico, e mentre sto cercando una soluzione al mio dilemma, lui mi passa accanto. "Devo andare in bagno... v-vado in quello del reparto" si giustifica, chiudendo la porta dietro di sè.
Rimango a pensare a cosa avrei potuto fare per rendere questa situazione meno imbarazzante per me, ma anche per lui... a proposito, ormai è un po' che è uscito, spero stia bene.
Vai a cercarlo, chiarite
Perchè dovrei? Forse ora non mi guarderà nemmeno in volto, credo di averlo messo seriamemte a disagio.
Vai, e basta.
Esco dal reparto, ignorando gli infermieri e soprattutto Scimmia, che mi chiede dove io sia diretto. Percorro velocemente tutto il corridoio, finchè non arrivo al bagno dei maschi.
"Jungkook?" chiedo, bussando alla porta.
Nessuna risposta.
"Ehi, ci sei?"
Controllo la porta, non sembra chiusa a chiave, così spingo la maniglia ed entro. Lui... è ranicchiato contro il pavimento, proprio come faccio io quando sono triste o turbato e vengo fin qui per stare solo, senza nessuno.
Mi avvicino al mio compagno di stanza, che tiene la testa appoggiata alle ginocchia. "Stai bene?" domando, sedendomi accanto a lui.
Scuote leggermente la testa.
"Scusami per prima, non volevo." dico, sincero.
"Non è quello..." la voce gli esce a fatica, e quando solleva il viso vedo nei suoi occhi una richiesta d'aiuto.
Nel bagno fa caldissimo, non circola molta aria, deve fare fatica a respirare. "Vieni, usciamo."
Gli prendo la mano ed esco fuori dal bagno, portandolo in corridoio.
"Riesci a respirare meglio qui?"
Lui fa cenno di sì con la testa, e prende un paio di respiri profondi. "Grazie, hyung."
Torniamo in stanza in silenzio, nessuno dice niente, nessuno ci chiede niente, siamo soli in una massa informe di persone, così prese dal loro lavoro da non guardare in faccia gli altri, anche se li conoscono.
"Non fare mai più una cosa del genere." lo avviso. "Non dovresti stare in luoghi poco arieggiati, okay?"
Lui annuisce, senza guardarmi in faccia.
Lentamente, mi avvicino a lui, e apro le braccia. "Hai il mio permesso questa volta, ma non ti ci abituare." appena alza gli occhi, si tuffa tra le mie braccia, e allora riesco a realizzarlo.
Nonostante la nostra età, rimaniamo comunque due bambini bisognosi di affetto, un affetto che in questo luogo sembra quasi sparito. Paure, ansie, dolore e gioia sono all'ordine del giorno, le nostre emozioni sembrano quasi cose che passano in secondo piano agli occhi dei medici.
Questo abbraccio mi fa sentire vivo, nel mio petto sento un calore che mi ricorda quello familiare, quando ero triste e uno dei miei genitori mi abbracciava...
Proprio nel momento in cui siamo entrambi tranquilli, arriva l'infermiera ad avvisarci che è ora della visita del mio nuovo amico.
Mi saluta con un cenno della mano, seguendo la donna, ed io rimango solo con i miei pensieri.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto :3
~Ely❤

𝐉𝐮𝐬𝐭 𝐨𝐧𝐞 𝐦𝐢𝐧𝐮𝐭𝐞-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora