26.

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Crollare non è essere deboli
crollare è umano
ammettere a sè stessi
di avere dei limiti
è solo l'inizio della strada
per superarli

"Pensi che riuscirai a denunciarlo per quello che ha fatto, un giorno?" la domanda di Jungkook mi lascia di sasso.
"Forse, ma sono terrorizzato da una sua possibile vendetta. Sai, è difficile dire a qualcuno che non si conosce un'esperienza traumatica del passato. Una delle tante che mi ha portato alla depressione, alla permanenza qui e..."
Non so cosa mi stia succedendo, sento le gambe molli come gelatina e gli occhi lucidi.
Devo scappare.
Lo spingo lontano da me, e mi rifugio in bagno. Cosa sto facendo? Dio mio, i ricordi mi stanno risucchiando di nuovo in quel buco nero...
forse... avrei dovuto prenderle tutte le pillole? Sto cadendo di nuovo, non ho via d'uscita...
"Sei in classe con me, giusto?" domandò, passandomi l'acqua.
"Sì, mi chiamo Jimin. Ti sei unito da poco alla squadra di calcio della scuola, vero?"
"Mi chiamo Kijo. È un piacere, sei l'unico che mi ha trattato bene finora.
Perchè mi sto causando altro dolore? Perchè sto ricordando questo?
Sto ancora tentando di ferirmi da solo, per cosa? Ora anche Jungkook mi odierà, ne sono certo.
Come farò a denunciare Kijo se sono così debole da non riuscire neanche a parlarne senza crollare?
Dopo gli allenamenti, diventò un appuntamento fisso quello con Kijo al Cafè dietro il campetto.
Cominciammo a conoscerci meglio, e mi sembrò un ragazzo gentile, anche se poco a poco realizzai che non era davvero innamorato di me, ma il suo scopo era un altro...
e poi, quel famoso giorno, mi violentò.
Piansi, in silenzio, e poi mi accasciai sfinito sul terreno. Mi fece male, molto male, ma avevo paura di lui.
Non aveva usato alcuna precauzione, e nemmeno un briciolo di delicatezza: era successo tutto in un attimo, ed ero crollato dal dolore.
Mi abbandonò lì, ma dovetti rialzarmi appena rimasi solo, per cercare di arrivare a casa tutto intero, nonostante le lacrime sul mio viso e i lividi sul mio corpo.
Ma non mi aveva solo arrecato violenza fisica, anche psicologica.
"Jimin, sei una merda."
Ma non era stato il solo, no, mentre tornavo a casa i suoi amici mi sbeffeggiavano. "Guarda che se cammini ancora poi rotoli, obeso del cazzo."
Fa fottutamente male...
"Depresso schifoso"
Perchè sto crollando di nuovo?
"Finocchio"
Dov'è lui?
"Suicidati."
"Jimin." sento una voce, seppur distante, chiamare il mio nome.
Qualcuno si preoccupa per me.
"Jimin, dio mio, che cazzo fai?" è lui.
Jungkook mi sta salvando? Lo sta facendo davvero?
Sento l'acqua scorrere, mentre vengo privato dei vestiti e appoggiato delicatamente nella vasca da bagno.
Chiudo gli occhi, e finalmente i ricordi spariscono.
"Amore..." Kookie mi lascia piccoli baci sulle lacrime che ho versato, e poi mi accarezza i capelli. "cerca di non pensare più a lui, ora. Io non volevo farti stare così." la sua voce melodiosa mi calma, così come le sue carezze. Le mie braccia bruciano per l'acqua a contatto con i tagli che ho riaperto, ma poi tutto il sangue viene lavato via ed io vengo avvolto in un asciugamano bianco e morbido.
Jungkook, aiutato da un infermiere mi asciuga e mi fascia i tagli sulle braccia, poi vengo aiutato a vestirmi e portato sul mio letto.
"Stai meglio?" domanda il mio ragazzo, quando rimaniamo soli.
Annuisco. "I-i ricordi hanno preso il sopravvento, scusa, piccolo." la mia voce esce a fatica, sono ancora scosso da tutto quello che è successo. "M-mi dispiace Jungkook..."
Lui mi lascia un bacio sulla fronte. "Va tutto bene amore, ci sono io con te." Intreccia le sue dita con le mie, ed io mi addormento, sereno.
L'acqua ha lavato via le ferite del corpo, l'amore ha ora cancellato quelle dell'anima, è bastata la sua presenza a tenermi per mano mentre cercavo disperatamente un appiglio.
Se solo il cielo sapesse quanto lo amo...

Eccoci dunque con il nuovo capitolo :3
Spero vi sia piaciuto
~Ely ❤

𝐉𝐮𝐬𝐭 𝐨𝐧𝐞 𝐦𝐢𝐧𝐮𝐭𝐞-𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora