Tokyo, 7:30 del mattino.
Buio. Un buio denso, pesante.
Nessun punto di riferimento.
Nessuna luce. Solo oscurità a perdita d'occhio.
"Devo svegliarmi... Devo... SVEGLIARMI!".
La bambina spalancò gli occhi, ma fu costretta a richiuderli subito dopo a causa della fortissima luce bianca nella stanza.
"Finalmente sei sveglia!". Socchiuse lentamente le palpebre, notando qualcuno vestito con un camice bianco. "D-dove sono? Chi sei tu?". "Sono il dottor Blaze, piccola. Hai avuto un incidente e ora sei in ospedale. Come stai, Ygritte?".
Ygritte mosse lentamente le braccia. "Io... Bene... Ma... Dove sono i miei genitori?". "Ygritte... Loro... Non ce l'hanno fatta. Mi dispiace".
Due mesi dopo.
La macchina parcheggiò di fronte a un cancello che dava su un piccolo giardino. Il guidatore, un uomo in completo gessato, scese e aprì lo sportello dietro. "Forza, Ygritte. Siamo arrivati!".
"Non voglio". "Suvvia, non fare la noiosa. Ci sono tanti bambini con cui potrai giocare".La bambina scese dalla macchina con il broncio ancora disegnato sul viso infantile. Una donna sui vent'anni venne loro incontro.
"Salve, sono Lina Schiller". "Buongiorno. Lei è Ygritte, ed è stata affidata a questo orfanotrofio. I suoi genitori sono morti in un incidente stradale circa tre mesi fa, e lei si è risvegliata dal coma dopo un mese". Poi abbassò d'improvviso la voce. "Quel segno le rimarrà per molto tempo, la prego di impedire che venga presa in giro per questo ".
" Certamente. Vieni Ygritte". La bambina mise il broncio e si nascose dietro le gambe dell'assistente sociale. "No. Io non voglio venire".
L'assistente sociale spinse delicatamente la piccola verso la donna, e alla fine riuscì a convincerla. Ygritte si voltò indietro appena in tempo per vedere la macchina nera sgommare via, poi uno sciame di bambini la circondò.
Solo due di loro erano rimasti in disparte, un bambino con i capelli rossi e gli occhi verdi e una bambina con capelli e occhi azzurri.
"Hai visto? Sembra a disagio". "Lo vedo, Xav. Le diamo una mano?". "Okay Isa, ci penso io". Il bambino si mise le mani a coppa intorno ala bocca e gridò: "ORA DI MERENDA!". Quasi immediatamente tutti gli orfani rientrarono, lasciando la piccola da sola.
Prima che Isabelle e Xavier potessero fare alcunché, la nuova arrivata si era già arrampicata su un albero.
"Xavier! Isabelle! Ygritte! Venite dentro, forza!". "Arriviamo, sorellona!".
Isabelle si fermò un secondo a guardare Ygritte, poi sparì insieme al fratello dentro l'edificio.
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Alcuni minuti dopo Isabelle iniziò ad arrampicarsi sull'albero, e in breve raggiunse Ygritte su di un ramo. La bambina si rannicchiò ancora di più. "Lasciami in pace". "Mica ti mangio". "Mi prenderesti in giro". "Perché?". La bambina sollevò il volto e Isabelle capì.
"Oh... beh, non credo ci sia nulla di male. Ha la forma di una costellazione, quella del cigno". "Davvero? Non... non mi prendi in giro?".
Isabelle le sorrise e le tese una mano. "Ovviamente no! Vieni, credo che Lina ti abbia lasciato del gelato per merenda".
Ygritte stiracchiò un angolo della bocca e si decise a seguire la bambina.
"Come ti chiami?". "Isabelle, ma tu puoi chiamarmi Bella". "Come mai?". "Gli amici mi chiamano così".
Amici...
Ygritte esitò. "Quindi... Ora noi siamo amiche?". "Certo!
Dopo due o tre mesi Ygritte aveva fatto amicizia con alcuni bambini oltre a Isabelle e Xavier. Claude era quello con cui litigava più spesso, ma alla fine, dopo una scazzottata l due, facevano sempre pace.
Bryce era il suo compagno di letture pomeridiane, mentre con Jordan giocava ai videogiochi e si divertiva a trovare i proverbi più assurdi e sconosciuti.
Dave era un po' il loro fratellone che li bacchettava sempre, ma bastavano gli occhioni dolci di Ygritte per farlo sciogliere.
Con loro giocava spesso a pallone, e scoprì di avere doti sorprendenti come attaccante e anche come difensore.
Aveva conosciuto meglio Lina, che ormai considerava quasi sua sorella maggiore, e anche Astram Schiller, il suo nuovo papà.
Ma si sa... Le cose belle sono destinate a durare poco.
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Xavier stava piangendo. "No!! Non è giusto!! Perché ci lasci ora? Non puoi andartene!".
Ygritte teneva la mano a una donna con i capelli neri corti e piangeva. Nemmeno lei voleva andarsene, ma era costretta.
Sua zia era arrivata pochi giorni prima e aveva deciso di adottare la piccola Ygritte.
Isabelle si gettò sull'amica e le due ragazze si strinsero in un abbraccio disperato. I loro capelli blu, anche se leggermente diversi in quanto quelli di Ygritte fossero più scuri, si mescolavano insieme. Come le loro lacrime.
"Questo non è un addio! Io tornerò, e giocheremo ancora insieme! È una promessa!". Xavier si unì all'abbraccio. "E quando tornerai, io sarò ancora più forte, e vedrai che ti batterò!".
Ygritte salutò per l'ultima volta tutti gli amici del Sun Garden, poi seguì la sua nuova mamma.
Da quel momento in poi, lei sarebbe stata Ygritte Hills. E nulla sarebbe più stato come prima.

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My name is Ygritte
FanfictionCiao, sono Ygritte. Sono nata in America, ma durante un viaggio in Giappone, quando avevo cinque anni, i miei genitori morirono in un'incidente d'auto. Io mi salvai per miracolo. Sono stata portata in un orfanotrofio, il Sun Garden. Il resto, bhé...