Ygritte afferrò il telefono e compose il numero di Caleb. "Pronto, Ygritte?". "Cal, mi serve un passaggio. E anche alla svelta, dove sei?". "Non mi sono allontanato molto, tu dove sei?". "Esattamente dove mi hai lasciato". "Arrivo".
Lina la afferrò per un braccio. "Ygritte, non essere sciocca. Non stai bene! Non puoi andare a giocare solo perché te l'ha detto la pietra!". "Lina, tu non capisci. Io lo so che devo andare. Starò bene, te lo prometto!". La donna si morse le labbra, e Ygritte le strinse la mano piano, perché i palmi bruciati le facevano ancora male.
"Sorellona, devi occuparti tu di Isabelle e Xavier. Non stanno bene, la pietra gli ha quasi spezzato le ossa". "Dovrei occuparmi anche di te". "Me la so cavare. Lina, devo andare". L'allenatrice abbassò la testa.
La moto di Caleb sgommò di fronte a loro. "Vai, Ygritte". La ragazza annuì in direzione della donna, poi diede un ultimo abbraccio a Xavier e Isabelle. "Vi voglio bene. Resistete, okay?". "Promesso".
La ragazza si tolse dal polso due braccialetti. "Li ho fatti il giorno prima di andarmene dall'orfanotrofio. Dovevano essere un regalo di compleanno, ma... beh, il destino ha avuto un tempismo straordinario. Prendeteli". "Ygritte!". Isabelle le afferrò il polso. "Non è un addio, vero?". "Certo che no! Adesso devo andare".
Salì in sella dietro a Caleb, che intanto aveva visto tutto da dietro la visiera del casco. Ygritte indossò la pietra di Alius.
Sarà la fine. Ma anche nel buio della fine, saprai trovare la luce di un nuovo inizio.
Lentamente, cercando di non urlare, si tolse la fasciatura da sopra la maglietta, e poi sollevò a fatica la stoffa appiccicosa: sotto, un largo taglio le attraversava il fianco fin quasi all'ombelico. Brillava a intermittenza di luce azzurrina, in risonanza con la gemma.
La fine.
Rimise la fascia al suo posto e la strinse forte. Caleb era zitto, non aveva detto una parola. O forse lei non l'aveva sentito per via del vento. Ci misero un quarto d'ora per arrivare alla Raimon, e Ygritte scese in fretta dalla moto.
Caleb la afferrò per un polso, facendola quasi cadere. "Non fare minchiate, chiaro?". "Chiaro mamma". Il ragazzo si fece sfuggire un piccolo sorriso. "Farò il tifo per te".
La ragazza raggiunse il campo e vide i suoi amici esausti, alla fine del primo tempo. Si avvicinò lentamente alla panchina, dove tutti stavano riposando. E all'improvviso una paura senza nome le attanagliò le viscere.
Se faccio un altro passo avanti, non potrò più tornare indietro.
Ma doveva. Per suo fratello, per Jude, per Isabelle e Xavier. Non aveva scelta.
Batté un piede a terra, e tutti si voltarono. Lei sorrise. "Ciao, ragazzi. Vi sono mancata?".
Lo so, capitolo corto. Maaaaa... mi serviva un preludio. E volevo la frase a effetto. Soooo come va la quarantena?
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My name is Ygritte
Fiksi PenggemarCiao, sono Ygritte. Sono nata in America, ma durante un viaggio in Giappone, quando avevo cinque anni, i miei genitori morirono in un'incidente d'auto. Io mi salvai per miracolo. Sono stata portata in un orfanotrofio, il Sun Garden. Il resto, bhé...