Da Lontano

977 53 9
                                    

Oggi ci sarà la partita con la Epsilon, e io ovviamente, cretina come sono, mi ritrovo in questo fottutissimo ospedale con un coso di plastica al braccio e una fasciatura alla gamba. Porca. Puttana.

Sono passati tutti a salutarmi prima della partita. Tranne Shawn. Ovviamente. Ho costretto Jude a sloggiare circa tre ore prima della partita. Gli ho detto che se non andava a riposare immediatamente non lo baciavo per due settimane.

Manco a dirlo, è uscito dall'ospedale più velocemente di Nathan.

Adesso sono su questo cazzo di letto con una televisione minuscola che mi mangio le unghie. La partita è iniziata da un quarto d'ora, e per adesso sta andando tutto bene.

Il fischio dell'arbitro mi coglie impreparata.

È già finito il primo tempo?

Non ci credo. Le gambe mi stanno formicolando, devo andarmene da qui. Mi stacco la flebo dal braccio con un gemito trattenuto, e copro il buco provocato dall'ago con un cerotto. I miei vestiti sono sulla sedia vicino al letto, così li indosso con qualche fatica.

Mi alzo in piedi tentennando, ma alla fine riesco a uscire dalla mia stanza con l'aiuto delle stampelle. Per mia fortuna non incontro nessuno e riesco ad uscire dall'ospedale. L'aria fresca mi riempe i polmoni, e io mi avvio verso il campo da calcio.

Arrivo al castello ed entro, ritrovandomi proprio a bordo campo. Sono tutti così presi dalla partita che non mi hanno notato, anche se sono praticamente accanto a loro. Allora decido di spaventarli.

Io: "BU!".
Tutta la squadra: "Ahh!".
Io: "Ahahahah... Oddio, se aveste visto le vostre facce!".
Jude: "Ygritte, che ci fai qui?".
Io: "Guardo la partita".

Fa per rimproverarmi, ma lo zittisco con un bacio a fior di labbra.

Io: "Zitto e rientra in campo, Moscone".
Jude: "Eh... Ah...".
Erik: "Suvvia, Sharp! Andiamo e vinciamo questa partita!".

Vedo Shawn uscire dallo spogliatoio, e le labbra iniziano a bruciare, come un riflesso incondizionato a causa della sua vicinanza. Vorrei che Misha e Dany fossero qui, ma sono tornate in Hokkaido. Me l'hanno detto ieri, poco prima di partire.

Comunque, ignoro la paura e afferro un polso dell'albino.

Io: "Saresti potuto venire".
Aiden: "Non spreco il mio tempo per una sgualdrina".
Io: "Aiden, stai zitto. Lo sto dicendo a tuo fratello".
Shawn: "Io... Scusami. Non riesco a controllare...".
Io: "Lo so. Ma puoi farcela. Voglio che restiamo amici, Sho-Sho".
Shawn: "Anche io...".
Io: "Non lasciare che condizioni la tua volontà. Sei forte, Shawn. Più forte di Aiden, più forte di qualsiasi altra persona. Hai perso molto, e dopotutto sei qui, qui con me. Con noi".

Lo lascio entrare in campo e mi siedo in panchina. La partita è avvincente, ma quando la Epsilon segna sbatto la mano contro la panca.

Io: "Dannazione!".
Celia: "Coraggio, è solo un gol...".
Io: "Solo un gol un accidente!".
Celia: "Ehi, calmati...".

Il cuore mi sta sfondando il petto, e ho il fiatone. Sento che di nuovo la tasca dove tengo la pietra di Bryce è calda.

Che diamine è questa pietra?

Intanto Shawn non riesce a controllare Aiden. Lo vedo, non ci riesce. Suo fratello vuole attaccare, solo attaccare. Anche se alla fine la Tormenta Glaciale si insacca in rete, io non riesco ad esultare.

Abbiamo pareggiato, ma che ne sarà di Shawn?

My name is Ygritte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora