Petali Appassiti

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Sorry se ci sono errori, ma non ho voglia di rileggere (cit. Ale_Pasquini_15)

Silvia: "Cosa? Nathan ha lasciato la squadra?".
Lina: "Sì. Nathan Swift è già rientrato a Tokyo''.
Silvia:" E lei ovviamente non ha fatto nulla per fermarlo!".

Fulmino Silvia con uno sguardo del tipo se-non-taci-ti-ammazzo e lei chiude la bocca.

Lina: "Non sarò io a trattenere un giocatore che ha perso ogni motivazione per giocare".
Io: "Silvia, devi capire che le cose non sono tutte rose e fiori. E che le persone a volte non sono in grado di reggere i pesi della vita. Alcune persone sono abbastanza forti, ma altre no. E non serve a nulla cercare di trattenerle".
Silvia: "Quindi anche tu lo sapevi!".
Io: "Sì. Ma non ricominciare. Ho detto tutto quello che volevo dire".

Rimaniamo tutti in silenzio, poi Lina ci dice di iniziare l'allenamento. Bobby è irritato, e non solo lui.

Silvia: "Dai Mark, andiamo a giocare".
Mark: "Scusa Silvia, ma adesso non ho proprio voglia".

Cosa? Mark che rifiuta un pallone? Devo segnarmelo sul calendario.

Però non è una cosa buona. Per niente. Stiamo appassendo: la nostra squadra è come i petali appassiti di una rosa.

Quando gli altri se ne sono andati mi siedo dentro l'autobus; stringo la pietra di Bryce da sopra la stoffa dei pantaloni e penso a Xavier.

Che cosa gli sarà successo? Starà bene? Non lo so... E Shawn?

Ti fai troppe domande.

E tu saresti?

La tua coscienza.

Levate dar cazzo, va' che è meglio.

Calma! Dico solo che invece di fare domande dovresti agire!

E come?

Vai da Shawn.

Ci penso qualche secondo. Shawn... Non ho impedito che Xavier lo ferisse, e adesso è in ospedale a causa...

No! Basta incolparsi. Non servirà a niente. Mi tiro su di scatto ed esco dall'autobus. Jude è lì fuori che aspetta.

Jude: "Dove vai?".
Io: "A trovare Shawn".
Jude: "...".
Io: "Ehi, è mio amico e ne ho tutto il diritto!".
Jude: "Cos... Certo! Cos'hai capito? Pensavo a Nathan...".
Io: "Jude. Io l'ho visto andare via e non l'ho fermato perché non avrebbe avuto senso. Lo sai, non tutti sono così forti. Alcuni si lasciano piegare dalle difficoltà".

Jude mi prende il mento fra le dita e mi lascia un piccolo bacio sul naso, poi va ad allenarsi. Dio solo sa quanto vorrei farlo anche io, ma stavolta Lina non mi farà entrare in campo finché la mia gamba non sarà ufficialmente fuori pericolo.

Mi avvio verso l'ospedale e mentre vado incrocio Dave.

Io: "Dave! Sei in ritardo...".
Dave: "Ygritte, ascoltami... Noi non possiamo più vederci".
Io: "Ma... Che stai dicendo, Dave?".
Dave: "Mi spiace. È stata una decisione di Xene".
Io: "Cosa... Xavier non avrebbe mai fatto una cosa del genere!".
Dave: "È cambiato. È cambiato, e io non so cosa potrebbe significare. Mi dispiace Ygritte. Questo è il mio ultimo regalo".

Mi mette in mano un piccolo pacchetto color panna e se ne va. Non lo seguo. Resto lì, con i pugni chiusi e gli occhi stretti, ogni sforzo volto a trattenere le lacrime. Xavier non può averlo fatto, non può... Non è possibile.

O sì? E se gli avessero fatto qualcosa? La mia preoccupazione si mischia alla paura, ma la pietra viola che ho in tasca inizia a brillare e pulsare, trasmettendomi calma.

Prendo un bel respiro: in questo momento non è la cosa più importante. Mi metto il regalo di Dave in tasca e riprendo il mio percorso.

Devo vedere Shawn, ho non riuscirò mai a liberarmi di questo peso.



Angolo me:

Non ammazzatemi, non pubblico da una vita. Lo so, ma con il greco e il latino che mi prendono due ore al giorno (a testa) è un po' difficile trovare il tempo per scrivere. Già ho poca vita sociale...

Allur, spero che la storia vi stia piacendo.

Ygritte riuscirà a far pace con Shawn? Cosa succederà quando incontrerà di nuovo Xavier?

My name is Ygritte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora