A un tratto un boato fece fermare tutti. "La pietra..." sussurrò Ygritte guardando il proprio ciondolo spegnersi. Un'onda di sollievo la fece sorridere: era finita.
Ma la gemma tornò subito a splendere fulgida. "No... no no no!". Si voltò verso Xavier, vedendolo sicuro e sprezzante come prima.
Le parole di Astram le affondarono nel petto come la lama di un coltello.
No... ci deve essere un modo per salvarli, non può finire così...
I suoi compagni provarono a riportarsi in avanti, ma la nuova tecnica di Shawn fu bloccata da Nero.
"No...". La palla, respinta dal portiere, arrivò direttamente a Xavier.
Ygritte si fece superare da Isabelle, che affiancata da suo fratello e un altro giocatore, tirò con una nuova e devastante tecnica.
"Supernova!". Darren non poté fare nulla. "Visto? La Genesis è troppo forte per voi, rassegnatevi!".
I minuti successivi furono un susseguirsi di azioni e tiri da parte della Genesis, con la Raimon che non riusciva a sfuggire al pressing.
Mark sembrava aver perso il senno, si gettava su Xavier in futili tentativi di strappargli la palla, senza riuscirci. Ygritte rimaneva ferma a centrocampo, incapace di fare alcunché.
Furono salvati dal fischio dell'arbitro, che indicava la fine del primo tempo. Ygritte cadde seduta a terra con la faccia fra le mani, sull'orlo delle lacrime. Strinse la pietra di Alius fra le mani, sentendo un'improvvisa ondata di sollievo avvolgerla.
Si alzò in piedi e si diresse verso gli spogliatoi. Si sciacquò la faccia e si guardò allo specchio: aveva i capelli spettinati, la fronte sudata, gli occhi infossati. Non sembrava lei. Sentì dei passi vicini e li seguì, trovandosi di fronte a Xavier e Isabelle.
Entrambi respiravano a fatica e si tenevano le mani sul petto. "Xav! Isa!". "Che vuoi tu? Vattene... via!". La ragazza indietreggiò, le lacrime ormai sempre più difficili da trattenere.
"Non posso vedervi così...". "Allora vattene via, via!". E Ygritte fece proprio quello, rinchiudendosi nello spogliatoio.
Strinse a sé la pietra di Alius, quella gemma che con il suo colore blu zaffiro la faceva stare così bene, ma che allo stesso tempo era la causa di tutto il dolore dei suoi fratelli.
Qualcuno bussò alla porta e Ygritte sentì cigolare. Sua fratello Scott le si accucciò di fronte. "Smettila". "Cosa?". "Smettila di piangere. Cosa credi, di esistere solo tu a questo mondo?". "Scott, io...". "No, ora mi ascolti! Mi hai detto tante volte di essere forte, di essere coraggioso, ma allora perché tu non fai altro che piangere? Dovresti essere là fuori a lottare, a sporcarti le ginocchia di terra ogni volta che cadi, a rialzarti subito dopo e a cadere ancora! Invece sei qui, che piangi come una bambina, e io non posso accettarlo! Credevo che fossi tornata!".
Quelle parole furono come una secchiata d'acqua gelida, dolorose ma che allo stesso tempo la risvegliarono interamente. "Hai ragione. Sono una stupida se credo di poter aiutare i miei amici frignando come una neonata". I due fratelli si rialzarono da terra e si guardarono.
"Grazie, Puffospino". "Ma la smetti di chiamarmi così???". "No!".
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My name is Ygritte
أدب الهواةCiao, sono Ygritte. Sono nata in America, ma durante un viaggio in Giappone, quando avevo cinque anni, i miei genitori morirono in un'incidente d'auto. Io mi salvai per miracolo. Sono stata portata in un orfanotrofio, il Sun Garden. Il resto, bhé...