Prima Partita!

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Era il grande giorno, quello della partita contro la Shuriken. Ygritte era seduta in panchina, ma fremeva d'impazienza: aveva chiesto a Celia di non dire a nessuno della sua iscrizione in squadra tranne che all'allenatore, quindi solo loro tre lo sapevano.

Si sentiva leggermente in colpa per non aver mantenuto la promessa fatta a Claude.

Il passato è passato.

Le squadre finalmente entrarono in campo. Seguì la partita con occhio attento, pronta a trovare un qualsiasi segno di cedimento o stanchezza tra i suoi compagni. Purtroppo, alla fine del primo tempo erano sotto di un goal, e Mark si doveva essere fatto male a una mano.

È il mio momento... Adesso o mai più!

Fece un cenno a mister Hillman e lui annuì immediatamente. Entrò negli spogliatoi e tirò fuori quello che le interessava.

Nel frattempo anche Jude, dalle tribune, osservava la situazione. La Shuriken sembrava avere in pugno la situazione, e la Raimon era in evidente difficoltà, anche a causa dell'infortunio del loro unico portiere.

"Ehi, Jude! Chi è quella?" chiese David indicando gli spogliatoi.

Ygritte! Che ci fa con la divisa da portiere?

Anche i suoi compagni erano a bocca aperta: Ygritte aveva i capelli legati in una lunga treccia che le ricadeva sulla schiena e aveva già indossato i guanti.

"Mark, nel prossimo tempo entrerò io al posto tuo". "Ma... Ma tu sei un'attaccante! E poi... Io non devo uscir... AHIA SILVIA!".

Silvia aveva tolto il guanto a Mark e ora tutti potevano vedere il grande bozzo che aveva sulla mano.

Kevin accennò una protesta. "Ma... Ma mister! Lei non fa parte della squadra!". Mia sorella lo smentì. "Invece sì! Si è iscritta stamani mattina, ci ho pensato io".

Mark la guardò a bocca aperta. "Celia! Tu... Tu lo sapevi!". "Le ho chiesto io di non dirvi nulla. Ora, se permettete, il secondo tempo sta per ricominciare!".

Quando mise piede in campo sentì una specie di forza benefica avvolgerla.

Sono stata per troppo tempo lontana da questi campi... Dannazione se mi sono mancati!

Si posizionò tra i pali e si fece schioccare le ossa del collo, poi, quando l'arbitro fischiò, la partita ricominciò.

Per un po' si limitò a dare istruzioni ai suoi compagni, poi si ritrovò a dover parare un tiro. Sorrise.

"Rete di fuoco!".

Lingue di fuoco formarono un groviglio di fronte a lei e riuscirono a bloccare il pallone con facilità. Lo rilanciò ai suoi compagni, e riuscirono a segnare. Per un po' la partita rimase in fase di stall.

Adesso basta però!

Uscì dai pali e corse verso il giocatore della Shuriken che aveva il pallone, glielo rubò e superò altri due avversari con una finta.  Ygritte scambiò la palla in un uno due con Nathan e superarono un altro avversario. Era sola davanti alla porta.

"Ghiaccio incandescente!". La palla si insaccò in rete senza problemi, e dopo pochi secondi l'arbitrò fischiò la fine.

Abbiamo vinto! E il gol decisivo l'ho segnato io!

Tutti i suoi compagni si lanciarono addosso alla ragazza per festeggiarla, ma lei non guardò verso di loro. Lanciò un'occhiata alle tribune, dove si aspettava di trovare due occhi coperti da occhialini azzurri.

E li trovò. Jude era lì che li osservava. Sorrise nella sua direzione e lui ricambiò il sorriso, poi le mandò un bacio e un saluto.

Arrossì subito, e Celia fu l'unica ad accorgersene.

"Io e te dobbiamo fare una bella chiacchierata...". "Shh... Non è il momento!"

Quando la squadra la mise giù, si tolse i guanti e abbracciò Axel, che però rimase rigido sotto la sua stretta, e Ygritte non capì subito perché...

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"Perché hai salutato Jude, prima?". "Come perché? Perché è un amico, e io gli amici li saluto". Axel parve esitare. "Ma fa parte di una squadra avversaria". "Le rivalità vanno lasciate sul terreno da gioco". "Sembra di sentir parlare Mark".

Ygritte sorrise. "Già, gli sono stata troppo tempo accanto!".

Ygritte e Axel avevano deciso di tornare a casa insieme, e per camminare un po' stavano facendo il giro lungo. A un certo punto la ragazza sentì il suo braccio circondarle le spalle, così si appoggiò a lui.

Quando arrivarono a casa di Ygritte lo salutò, ma prima che potesse suonare il campanello per farsi aprire la porta da sua madre, lui la attirò a sé e la baciò. Le sue labbra sapevano di cioccolato, e le sentì schiudersi sulle sue.

Questo... non è giusto... oh, al diavolo!

A quel punto ricambiò il suo bacio e gli morse delicatamente il labbro inferiore.

Quando si staccarono per mancanza d'ossigeno Axel le diede un leggero bacio sulla guancia e la salutò.

Ygritte entrò in casa, ma non aveva fame così andò subito in camera sua a riflettere.

È davvero Axel il ragazzo che mi piace? E Jude? Perché non si ricorda di me? E cosa significava quel bacio?

Senza accorgersene si addormentò, lasciando la propria testa affollata di domande senza risposta.

My name is Ygritte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora