Okinawa

801 45 11
                                    

Il vento passa fra i miei capelli, muovendoli come se fossero onde.

Batto le dita sulla ringhiera che mi separa dal vuoto e guardo in basso, verso il mare.

Lina: "Nervosa?"
Io: "E di che?"
Lina: "Lo sai"

Non rispondo. Sì, sono maledettamente nervosa, ma di sicuro non lo vado a dire a lei.

Mi stacco dal parapetto e prendo un libro dalla mia borsa. Inizio a leggere distrattamente, sperando che questa stramaledetta nave arrivi presto.

A Okinawa

Io: "E ora come lo troviamo?".
Lina: "Chiediamo in giro. Ti va bene se vado verso la città? Tu fai il giro in periferia".
Io: "Okay. Ci vediamo stasera?".
Lina: "Sì".

Inizio a camminare, cercando tra le persone che mi passano vicine una massa di capelli bianchi sparati in aria con il gel.

Niente, dannazione. Axel, dove accidenti sei?

A un certo punto vedo un ragazzino che gioca con un pallone vicino a una capanna d'assi di legno. Il bambino cerca di recuperare il pallone, ma non vede che... Le assi lo stanno per travolgere!

Afferro il mio pallone dalla borsa e lo calcio contro le assi che stanno per cadergli addosso. Ma i palloni che deviano le travi sono due: c'è un ragazzo con una felpa arancione che raccoglie il suo.

E poi mi guarda. E io vedo qualcosa nei suoi occhi. Sono color cioccolato, lo stesso colore...

Io: "Fermo, aspetta!".

Il ragazzo scappa, e io non riesco più a vederlo perché si è confuso fra la folla.

Io: "Dannazione!".

Quegli occhi erano maledettamente simili a quello di Axel... E io l'ho perso.

Sconsolata torno verso il mare, osservando il sole tramontare. Con le mani in tasca e le cuffie nelle orecchie torno indietro.

Lina: "Trovato niente?".
Io: "C'era un ragazzo... Ma è scappato, non ho capito se era davvero lui".
Lina: "Domani andrà meglio, tranquilla".

Il giorno dopo

Mark: "Ygritte, trovato nessuno?"
Io: "No, purtroppo. Magari oggi avremo più fortuna. Sentite, io vado a cercare nella zona della spiaggia"
Jude: "Ti accompagno?"
Io: "No, tranquillo, me la caverò. Fatevi sentire se lo trovate".

Mi avvio verso il mare, perché in realtà non ho intenzione di cercare il mio amico, ma solo di stare qualche minuto in pace e aprire il regalo di Dave.

Raggiungo la battigia e immergo i piedi nell'acqua fredda. Tiro fuori da una tasca della felpa che ho legata in vita il pacchetto del mio amico e lo scarto lentamente.

Dentro c'è una collana d'argento con un ciondolo di forma ovale. Me lo rigiro fra le mani e a un certo punto lo sento scattare e lo vedo aprirsi.

La foto che c'è dentro mi fa venire le lacrime agli occhi: ci siamo tutti. Jordan, Dave, io, Xavier, Bryce, Claude, Isabelle...

Una goccia cade sulla sabbia, lasciando un alone scuro, un cerchio perfetto.

Chiudo il ciondolo e lo indosso.

Rimango a guardare il mare per un po', perché l'oceano riesce a calmarmi. Ha una specie di ritmo, un tempo costante che sincronizza con il mio respiro.

Il mio cellulare squilla e rispondo.

Io: "Pronto, Mark?"
Mark: "Ehy, ho due notizie. La prima è che lo abbiamo trovato..."
Io: "La seconda... È che non si tratta di Axel, vero?".
Mark: "Mi dispiace"
Io: "Tranquillo, dimmi dove siete"

In pochi minuti raggiungo il campetto che mi ha indicato il capitano.

Io: "Dove sarebbe questo Bomber?"
X: "Proprio qui".

Io raggelo al suono di quella voce. Mi volto lentamente e mi ritrovo davanti gli occhi gialli e i capelli rossi di Claude Beacons.

Claude: "Ciao, Ygritte".

My name is Ygritte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora