Guardare avanti

654 31 16
                                    

L'atmosfera sulla panchina non era delle migliori, e Ygritte si era prefigurata qualcosa di simile. "Ragazzi, non lasciamoci buttare giù. Manca ancora un tempo, possiamo farcela". "Ygritte ha ragione. Non è ancora finita!" la supportò il fratello minore.

Mark sospirò, così la ragazza dai capelli blu gli si sedette accanto. "Voglio dirvi una cosa. Vi spiegherò perché me ne sono andata, e perché sono tornata. E voglio che ascoltiate tutti". La squadra si sedette attorno a lei. Ygritte prese un respiro profondo.

"Ho scoperto che tutti i miei migliori amici sono alieni. Xavier e Isabelle... loro sono quasi come fratelli per me, e adesso... hanno una pietra più potente, la Pietra Finale, che ha cancellato la loro parte umana e che deteriora il loro fisico. Io... me ne sono andata perché non potevo combattere la mia famiglia, perché avevo paura di far loro del male. E poi c'era questa". Mostrò a tutti la pietra di Alius.

"Prima mi dava forza sovrumana, ma allo stesso tempo tirava fuori il peggio di me. Ma adesso so come funziona, so che da a ognuno ciò che più vuole al mondo, e io volevo solo protezione. Sicurezza". Ygritte fissò Mark negli occhi.

"Sono tornata perché ho finalmente capito, Mark. L'unico modo per salvare i miei amici è vincere. Ricordi Dave? Quando abbiamo vinto gli si sono aperti gli occhi, ho visto il vero lui! Se perdiamo, la pietra assoggetterà la loro mente, ma se vinciamo... se dimostriamo che il nostro calcio è migliore... allora capiranno. Io so che lo faranno". La ragazza sospirò e prese la mano del capitano.

"Ma non posso farlo sa sola. Ho bisogno di voi, di tutti voi. Siete con me?". La mano di Jude andò a posarsi su quella di Mark, e poi quella di Scott, e poi Shawn, Axel, e alla fine tutta la squadra era unita. "Andiamo a vincere, ragazzi!". "SÌ!".

Si alzarono in piedi e rientrarono in campo. Ygritte si avvicinò a Lina. "Io so che avrei dovuto dirti di...". "Non importa, Lina. Sai che hai fatto degli errori, ma non importa. Hai capito. Come me. Li riporterò indietro". L'allenatrice annuì e sorrise. "Sono felice che tu sia tornata". "Anch'io".

Prese un respiro profondo e assunse di nuovo la posizione in campo, in posizione di trequartista dietro Shawn e Axel.

I due attaccanti si voltarono e le fecero un cenno con la testa. Appena l'arbitro fischiò Ygritte si buttò in avanti senza palla, schivando avversari con agilità. "Fermatela!" gridò Xene.

Shawn e Axel si scambiarono il pallone con una lunga serie di tocchi di prima, e finalmente il pallone le arrivò in aria. Lo colpì in rovesciata, scheggiando la traversa interna e facendo rimbalzare la palla fra le mani di Nero.

Ygritte ricadde a terra, male però, e sentì una fitta al polso sinistro; fece una smorfia.

Accidenti a me e alle mie rovesciate del cavolo.

Si tirò su e vide che il polso era leggermente arrossato, forse era slogato.

Bella merda.

Sarebbe stato un secondo tempo molto lungo.

My name is Ygritte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora