Il ritorno

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Il vento le sbatteva la maglietta contro il petto. L'adrenalina le scorreva nelle vene mentre Caleb guidava come un pazzo su per la salita che conduceva al monte Fuji.

"Sai dove sono?" le urlò Caleb per sovrastare il fischio del vento. "No, ma non credo sarà difficile trovarli. E poi seguirò l'istinto!". "Sicura che non farà cilecca?". "Per niente!". "Fantastico".

Il ragazzo frenò all'improvviso, ritrovandosi davanti a un'imponente struttura di metallo incastonata sul fianco della montagna. "Oddio. La Alius". "La conosci?". "Ci sono stata una volta con Claude, ma non l'avevo mai vista così... da lontano". "Forza, non posso accompagnarti ancora per molto. Sai cosa fare?". "Credo di sì".

Tirò fuori il proprio cellulare, compose un numero e prese un respiro.

"Pronto?". "Bryce!". "Ygritte! Grazie a Dio, dove sei?". "Mi stavi aspettando? Non dovresti essere prigioniero come Jordan?". "Ci sono infatti, ma ho portato il cellulare. Non posso venire ad aprirti il portone principale, ma posso dirti come entrare di nascosto ". "Okay, mmh... sono fuori da un grosso portone di metallo, credo sia quello principale di cui parlavi". "Bene. Se continui verso sinistra, troverai una strada molto piccola, è tenuta male ma conduce a un ingresso secondario che porta alle tribune. Da lì sei direttamente sul campo da calcio". "Grazie, Bryce. Resisti, non rimarrai lì per molto". "Lo spero, adesso vai". "Salutami gli altri, Ghiacciolo". Poi chiuse la chiamata.

Caleb la guardò. "Credi di essere pronta?". "Devo esserlo. E lo sarò". La ragazza si tirò su il cappuccio della felpa e iniziò a correre per la strada che le aveva indicato Bryce. Trovò la porta con facilità e cercò di aprirla, ma non si muoveva di un centimetro. Imprecò e le tirò un forte calcio, facendola finalmente smuovere sui cardini. Aprì uno spiraglio sufficiente per passare e si ritrovò in un buio corridoio delle tribune.

Avanzò verso la luce e il campo da calcio le si presentò davanti. Ygritte prese un profondo respiro e iniziò a scendere le gradinate diretta verso la propria panchina; notò che il risultato era di uno a zero per la Genesis.

Mentre passava dietro la porta di Darren, il pallone finì fuori dal campo, dritto si suoi piedi. Ygritte sorrise e lo raccolse, entrando in campo e dirigendosi verso Mark. "Ma tu sei...". La ragazza si abbassò il cappuccio e sorrise. "Ygritte!". "Ma ciao Mark. Ragazzi. Vi sono mancata?".

My name is Ygritte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora