Odio i cambiamenti

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L'oscurità mi avvolge, non mi permette di vedere le mie stesse mani.
Non posso però non riconoscere il pianto isterico di quella donna.
Sta tenendo qualcosa in braccio, evidentemente qualcosa di molto prezioso.
Esausta di tutto quel caos e incapace di agire, porto entrambe le mani alle orecchie.
Non voglio sentire.

<<Ella? Ella svegliati siamo arrivati!>>
Apro gli occhi di scatto agitata. Osservo il braccio di mio fratello strattonare il mio.

<<Ma che schifo! È pieno inverno e stai sudando come non so cosa!>> Sbraita allontanandosi.

<<Ho caldo!>>

<<Ragazzi finitela. Potete andare d'accordo per una buona volta?>> Lo vedo come mio padre cerchi di stare calmo. Ma la pazienza nella famiglia Collins è quasi inesistente.
Nessuno dei due osa rispondere, ma ecco che partono le occhiatacce.
Mia madre osserva il tutto esausta.
<<Scendete. Siamo arrivati.>>

Non appena obbedisco mi ritrovo davanti a una villa a dir poco maestosa.
Dietro al cancello di nota altezza si espande un giardino adornato da statue e fontane.
I miei occhi rimangono incatenati, mentre le mie labbra sono leggermente socchiuse dallo stupore.

<<Mamma ma cosa...>>

<<Benvenuti Signori.>>
All'improvviso davanti alla mia visuale compare un signore di tutto punto sulla cinquantina. La cosa buffa sono quei baffi lunghi che sporgono da sopra le labbra.

<<Grazie mille Signor...>>

<<Benedict, Signore.>> Fa un leggero inchino verso la direzione di papà, e di certo non mi sfugge l'insoffocamento di risata che ha Cole.

<< Da questa parte.>> Dopo aver aperto il cancello, ci invita ad entrare.

<<Mamma dove stiamo andando?>>
Le chiedo confusa.

<<A casa tesoro.>> La sua tranquillità potrebbe far quasi ridere, ma la mia mandibola deceduta dice un'altra cosa.

<<Potresti spiegarti meglio?! Da dove li tirate fuori tutti questi soldi?>>

<<Non l'abbiamo comprata, ne affitteremo una parte. Ci abita la famiglia Reisel. Io e tuo padre lavoreremo per loro. Sono delle persone davvero molto gentili e penso che abbiano un figlio della tua età. La Signora Melinda mi ha detto che andrete nella stessa scuola con te. Farai amicizia, non sei contenta?>>

<<Non puoi capire quanto mamma.>> Ridacchio nervosa.
<<Ma aspetta...cosa?! Lavorerete per loro? Quando avevate intenzione di dircelo?>>

<<Tuo fratello lo sapeva.>>
<<Non te l'ha detto?>>

- Non sbottare Ella. Resisti.
Grazie Will, sei un aiuto fondamentale per me.

<<Tuo padre aiuterà il Signor Reisel negli uffici della loro azienda. È un bel lavoro tesoro, non ci pagano neanche male. Io sarò d'aiuto in cucina.>> Faccio per rispondere ma una voce squillante non me lo permette.

<<Eccovi finalmente! Carissimi è un piacere accogliervi!>> Una donna minuta, dai capelli talmente fini e biondi che sembrano poter spezzarsi con un po' di venticello, dopo aver spalancato le porte d'ingresso si dirige verso di noi.  << Com'è andata il viaggio?>>

<<Bene Signora Melinda, grazie.>> Risponde mia madre cortese.

<<Taylor, cara, chiamami solo Melinda.>> <<Siete proprio una bella famiglia, soprattutto i vostri ragazzi. Tu cara come ti chiami?>>
Ancora distratta dai sua capelli non capii che si riferiva a me fin quando non ricevetti una gomitata da parte di mio padre.

<<Mi chiamo Ella. Molto piacere.>>
Sforzo un sorriso.

<<Bel nome tesoro. Stasera vi va di rimanere a cena qui? Vi spiegheremo tutto.>>

<<Volentieri. Grazie dell'ospitalità.>> Mio padre è visibilmente entusiasta.
Quanto vorrei mettere in pratica le mosse di attacco imparate nella vecchia scuola...

<<Si figuri! Ora venite, vi faccio vedere il vostro nuovo alloggio.>>

<<Grazie mille.>>

Nel mentre, osservo mio fratello incollato allo schermo del suo cellulare, come al solito.
<<E tu giovanotto come ti chiami?>>

<<Cole. Fare la sua conoscenza è un onore Signora.>> Risponde dandole un bacio sulla mano. Che galantuomo...

<<Che caro ragazzo! Sono sicura che andrai d'accordo con mio figlio.>>

<<Si vedrà.>>
Come si diverte il mio fratellino a prendere per i fondelli le persone.

Dopo una lunga passeggiata tra i cortili che attornano la villa, sembra che siamo arrivati a destinazione.
<<Eccoci arrivati!>>

Questa casa non è congiunta con la villa, ma è al suo fianco. La differenza è notevole, in confronto sembra il garage...già.
Sembra una casa di montagna.
È fatto di marmo e legno. Ha due piani.

<<Accomodatevi e mi raccomando, riposatevi!A stasera cari. Vi accoglierà Benedict.>>
Beh...almeno è gentile.

<<A stasera.>> Rispondo i miei genitori all'unisono.

<<Ma è proprio necessario andare?>>
Chiedo esasperata mentre appoggio una valigia pensate a terra.

<<Si Ella. Non iniziare. >>
Mi ammonisce papà.

Dopo aver ispezionato l'intera casa, rivelatasi molto più bella di quella che avevamo, iniziò ad addobbare la mia stanza a mò di mansarda.

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