Diversi da tutti gli altri

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Il tempo è passato velocemente.
Ho conosciuto il professore di italiano e storia... è abbastanza irritante anche se il modo in cui spiega non mi dispiace.
I compagni per ora sembrano simpatici, a parte Rebecca, non riesco a tollerarla.
Lily mi ha presentato Dylan, Bellamy ed Evelyn, tutti simpatici anche se...a mio parere, parlano un po' troppo.
Probabilmente saró una rompiscatole, ma vabbè!

Osservo il lungo corridorio bianco.
Destinazione: Mensa!

<<Abbiamo arte dopo?>>

<<Si. Il prof Lenin è fantastico vedrai!>>
Risponde Dylan.

Questo ragazzo ha sempre il sorriso stampato in faccia. Non lo conosco per niente, ma questa mattina continuava a ridere e a fare battute squallide. La cosa divertente è la sua convinzione nel dirle.
I suoi capelli sono ricci e scuri, gli occhi sono color nocciola, ed è piuttosto magrolino.

Bellamy invece non riesco a comprenderlo, è esattamente l'opposto di Dylan.
Lo sguardo rivolto è sempre rivolto verso il basso. Parla solo quando gli facciamo qualche domanda. Al contrario del ricciolino, i suoi capelli sono mossi e neri, le sue iridi invece, sono di un azzurro talmente cristallino da far incantare persino un gatto!

Poi c'è Evelyn, una ragazza molto bella. È talmente bassa che ti viene da abbracciarla...o meglio, stritolarla.
Invidio il suo volto, con quegli occhi grigi, i capelli lunghi e incredibilmente rossi sembra una bambola di porcellana.
Tra l'altro scommetto che ha un cotta per Dylan. Ogni volta che la becco fissarlo, noto la valanga di cuoricini invisibile che gli tira addosso. 

<<Cosa vuoi da mangiare? Muoviti che la gente sta aspettando in fila.>> Lily mi scuote un braccio spronandomi ad ordinare.

<<Oh si scusa.>>

Prendo un bel piatto di riso, un po' di insalata e per finire...torta al cioccolata!
Ci provo a mangiare decentemente, ma il dolce non può mancare.
Mi siedo al tavolo dove gli altri stanno già mangiando e alzando lo sguardo, nel tavolo in fondo vedo mio fratello accerchiato da persone che ridono e scherzano con lui. Beh di certo per lui è una passeggiata fare amicizia. Ma aspetta un attimo.
No...
Non dirmi che quel deficiente è diventato amico di Ethan, Austin e Rebecca?
No! Già mio fratello è fuso, poi se diventa come loro...ma anche no!

Di scatto mi alzo sotto le facce stranite di tutti e iniziando a camminare verso il tavolo sento..

<<Dove stai andando?>>
<<Resta qua! Cosa stai facendo?!>>
Arrivo al tavolo e tutti i Miss popolari si girano verso di me.

<<Tu. Con me.>> Indico mio fratello. Non vedendolo alzarsi lo prendo per la maglietta.

<<Cole ti sei portata la baby sitter?>> Chiede un tizio ridendo.

<<Lasciami! Cosa vuoi?>>Mi urla.

<<Non voglio che stai con quei cretini. Non mi piacciono e non puoi farti influenzare da loro.>>

<<Cosa fai, la mammina? Io sto con chi voglio non decidi tu. È la mia vita non la tua. Vai dai tuoi amici sfigati!>>

<<Ma se manco li conosci!>>

<<Senti lasciami stare. Fatti i cavoli tuoi.>> Fa per andarsene, ma si ferma.
<<Alle due fuori al cancello. Ti porto a casa.>>

<<Ci vado a piedi.>>

<<Come vuoi.>>
Lo seguo con lo sguardo mentre ritorna al tavolo e noto Ethan fissarmi con un ghigno che da su i nervi. Scocciata ritorno nel mio tavolo e finalmente mangio.

<<Ma sei pazza? Ma chi era quello? Con quelli non si non scherza, sono strani e girano brutte voci su di loro...>> Fulmino Dylan con lo sguardo.

<<Quello è mio fratello.>>

<<Ah scusa non lo sapevo.>>
Ridacchia nervoso.

<<Che tipo di voci girano?>> Chiedo curiosa.

<<Sono un po' strani, è come se fossero diversi da tutti gli altri. Si credono tutti chissà che è popolari ma sono solo fastidiosi. Hai visto prima in classe Rebecca, odiosa. Ma sopratutto gira voce che nascondono un segreto che mai nessuno è riuscito a scoprire e se ci provi...>> Risponde Evelyn.

<<Oook non mi interessa più!>>
Una risata isterica esce dalle mie labbra. Disinvolta torno a mangiare.

<<Anche tu sei strana sai, stai attenta potresti diventare come loro.>>
La rossa spera di essere divertente?

<<Sinceramente mi sembrano un mucchio di cavolate. Inoltre sarebbe inutile parlare con mio fratello, non ascolta mai quindi...>>

La campanella suona e il tempo passa veloce, il professor Lenin è davvero un bel tipo.
Mi piace! Sa spiegare le cose e sopratutto ti fa star sveglio.

Dopo diverse ore mi rendo conto di dover tornare a casa a piedi.
Metto le cuffie e digito: "River Flowns in you".
È incredibile quanta tristezza può trasmettere questa canzone.
Ad un certo punto il vento diventa più forte e violento. Il cielo non è più sereno.
Dopo qualche secondo sento sfiorarmi il viso da qualcosa di umido e freddo.
La fronte, le guance e le labbra.
Una tempesta è alle porte.

Cerco di correre velocemente verso casa.
Non bado alle pozzanghere che iniziano a crearsi e violentemente ci passo sopra.
È come se la pioggia aumentasse sempre di più, proprio come la mia tristezza.

Non capirò mai niente nella vita.
Neanche il tempo.

GiadeiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora