Passiamo alle allucinazioni?

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Nonostante io odia profondamente alzarmi presto la mattina, la voce acuta di mia madre mi obbliga a farlo.

Io e la mia famiglia abbiamo vissuto da sempre in un piccolo paesino del Canada, Ranier.
L'ho sempre apprezzato.
Anche se non è molto abitato, la natura ha fatto sembrare il tutto più misterioso e affascinante.
Al solo pensiero di doverlo lasciare crea in me un forte senso di vuoto.
Questo piccolo posto magico ha sempre avuto una parte di me, e sono sicura che sarà per sempre così.

La nostra destinazione si trova in Texas, precisamente ad Houston.
Ciò vuol dire che dovrò restare quattro ore con le chiappe appiccicate al sedile dell'auto.
Un auto vecchia e piccola.
Il nervoso purtroppo oggi ha la meglio.

-Ma davvero? Tu, nervosa?
Si Will! Io, nervosa!

Non appena finisco di vestirmi, con un eleganza di un rinoceronte scendo le scale. Proprio come mi aspettavo il mio fratellone ha già finito di mangiare.
Ho sempre avuto l'impressione che i miei genitori lo ammirassero molto.
D'altronde è perfetto in tutto ciò che fa, negli sport, con le amicizie e persino con la scuola.
Per non dimenticare il suo fisico scolpito.
Sembra che abbia capito tutto dalla vita quando invece ha solo diciannove anni.

Non posso però invidiargli gli occhi.
I miei sono come il colore della foresta, mentre i suoi come il cioccolato.
Belli entrambi è vero. Ma sono sincera, preferisco i miei, e si...me ne vanto!

Per il resto, capisco la forte ammirazione che nutrono nei suoi confronti.
Io invece sono tutt'altro che perfetta.
Oltre ad avere una miriade di difetti, ho la costante sensazione che nella mia vita manchi qualcosa, magari qualcosa che la renda più bella, più interessante!
Ma invece è solo monotona.
A volte il pensiero di scappare e andare in un posto dove posso essere libera e fare ciò che preferisco prende il sopravvento.
Leggere per ore ed ore libri dalle storie meravigliose e scoprire un finale pazzesco senza mai fermarsi...sarebbe un sogno senza fine.

La lettura. Chi può non amarla?
Quando mi immergo in essa mi sento a casa.
Svanisci da tutto ciò che viene chiamato realtà, e inizi a perderti in un mondo immaginario ed immensamente perfetto.
Non c'è niente di più bello!

-

È tutto pronto. Le valigie sono al loro posto, Cole ascolta la musica in macchina, i miei genitori sorridono entusiasti mentre io osservo per l'ultima volta la mia casa.
Sono tutti pronti. Ma io no, non lo sono.
Nonostante ciò le mie labbra si piegano in un sorriso malinconico.

Dopo circa due ore di viaggio papà annuncia che siamo a oltre metà strada.
Quando si ferma per fare rifornimento di carburante ne approfitto per andare in bagno.
<<Ciao posso aiutarti?>>
Chiede in maniera brusca una donna dietro al bancone.

<<Si grazie. Potrei andare in bagno?>>
Sono sicura di avere un'espressione insolita...questo posto è insolito oltre che lurido.

<<Prima devi comprare qualcosa ragazzina!>>
-Anche se stessi per vomitare all'instante?-
Mi verrebbe da chiederle arrabbiata.

<<Una lattina di coca-cola allora, grazie.>>
Le buone maniere hanno la meglio.
Dopo aver pagato, mi dirigo verso la direzione indicata, ma niente.
Un corridoio stretto, lungo e bianco.
Nessuna porta, niente di niente...
Dov'è il bagno?
Un improvviso capogiro fa si che io appoggia una mano sulla parete gelida per evitare che cada nel pavimento.

Senza aver avvertito alcun rumore, osservo una figura maschile uscire da una porta di legno.
Da dove è sbucata?
<<Scusi mi potrebbe dire dove è il bagno?>> Chiedo massaggiandomi le tempie.

<<È davanti a te.>> Assottiglia gli occhi per poi lanciarmi un occhiataccia.
Prima quella porta non c'era!

<<Hai visto un fantasma?>>
Le parole mi muoiono in bocca.
Non rispondo ancora stranita dalla situazione.
Ora passiamo anche alle allucinazioni?

Capendo la mia stranezza, l'uomo barbuto decide di andarsene.
<<Buona giornata anche a lei...>>
Sussurro a me stessa infastidita dalla maleducazione dell'uomo.

Dopo aver fatto ciò che dovevo, cercando di riacquistare un espressione serena, ritorno in macchina. Cole è visibilmente scocciato.
<<Finalmente...>>

Faccio finta di non aver sentito e cerco di rimettere insieme i pensieri.
Probabilmente c'era solo poca luce.

<<Il gatto ti ha mangiato la lingua?>>
Chiede mamma guardandomi dallo specchietto. Avrà notando la mia espressione.
Faccio spallucce e la tranquillizzo con un mezzo sorriso.

Sarà un lungo viaggio.

GiadeiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora