Insolito

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Scoprire il nemico?
Trovare me stessa?
Cosa?!

In questo momento dovrei andare in mensa con gli altri, ma la confusione che in questo momento ho in testa è talmente grande da farmi perdere l'equilibrio.
Tornare a casa è la decisione più saggia.
Perciò, nascondo il bigliettino in tasca e raggiungo l'uscita.

<<Non vieni a mangiare con noi?>> Non appena intravedo lo sguardo di Dylan noto la sua espressione corrucciata.

<<Vado a casa. Per me le lezioni sono finite.>>

<<Beh che fa? Stai con i tuoi amici no?>>

<<Voglio andare a casa.>> Anche non volendo il mio tono risulta più freddo.
Il ragazzo dinanzi a me fa per rispondere ma una figura robusta si interpone tra di noi.

<<Ha detto che vuole andare a casa, perché la devi trattenere?>> Le spalle di Bellamy sono talmente robuste da impedirmi di vedere l'espressione dell'amico.

<<Ma che cavolo avete oggi?!>> Sbotta innervosito per poi andarsene.

Ancora più infastidita dalla presenza di Bellamy esco dalla scuola.
Sento comunque la sua presenza dietro di me.
Inquietante.

<<Stai male?>>
Non mi volto.
<<Ok non ne vuoi parlare. Se vuoi ti accompagno a casa, non hai una bella cera.>>

<<Che cosa ci facevi con Ethan questa mattina? Pensavo non vi conosceste.>>
Di scatto mi giro per guardarlo dritto negli occhi mettendo le mani attorno ai fianchi.
<<Anzi sai cosa? Lascia perdere, non sono affari miei, ma stai alla larga da me!>>

Perché mi fa così male la testa?
Mi manca l'aria. Ho estremamente caldo ma il mio corpo continua ad avere brividi di freddo.
A tratti la vista risulta poco chiara.
Tutto inizia a girare.

<<Beh hai ragione non sono affari...>>
Riesco però a vedere la sua espressione preoccupata. Cosa mi succede...

<<Ella. Ella mi senti? Ell...>>

-

<<Pronto?>>

<<Io ti uccido!>>
Spaventata porto il telefono lontano dall'orecchio. <<Non immagini lo spavento!>>

<<Lily calmati.>>
Rispondo sforzandomi di parlare.

<<Quando sono venuta per studiare tua mamma mi ha detto che hai avuto un calo di pressione e che stavi riposando.>>
<<Ah! Mi ha detto anche che a portarti a casa è stato un ragazzo della nostra scuola. Non sapeva il suo nome.>>

Bellamy...

<<Beh ora mi sento meglio! Mi dispiace che non siamo riuscite a studiare. Faremo un altra volta va bene?>>

<<Certo! Anzi sai cosa? Facciamo una festa questo fine settimana. Qui a casa mia! Una mini festicciola! Io, te, Dylan, Evelyn e...Bellamy!>> A sentire l'ultimo nome una smorfia compare sul mio volto.

<<Ehm...si, d'accordo.>>

<<Perfetto. Non vedo l'ora!>>
<<Buonanotte Ella!>>

<<Buonanotte?! Ma io mi sono appena svegliata...>> Controllo l'ora...
<<Santo cielo!...Sono le undici! Buonanotte Lily.>> Ridacchio.

Cercando di fare silenzio, scendo giù in cucina in punta di piedi.
Frugo in tutti cassetti riuscendo a trovare i miei adorati cereali.

<<Come stai?>>
Sussulto dallo spavento, tanto da temere di far cadere la tazza piena di latte a terra.
Appena preparata d'altronde!

<<Cole! Te ne esci così?!"

<<Non volevo spaventarti.>>

<<Si comunque, mi sento meglio.>>
In realtà, nella mia testa nulla è apposto.

<<Uhm ok. Stamattina te ne sei andata. Ti avevo detto di aspettarmi, così da andare insieme a scuola.>>

<<Cole so camminare da sola per strada e...>>

<<Ah si? A me non sembra dopo oggi. >>
Si passa una mano tra i capelli per poi passare al viso, evidentemente stanco.

<<Posso mangiare tranquilla?>>

<<Domani mattina vieni con me. Per evitare di stare male di nuovo.>>
Non appena infilo un cucchiaio pieno di cereali mi beo il dolce gusto.

<<Mi stai ascoltando? Sei incredibile!Buonanotte.>>
Non appena se ne va ascolto attentamente i suoi passi pesanti. Li conto tutti.
Non potrebbe fare più piano?!

Sto diventando pazza, me lo sento.
All'improvviso mi sento così nervosa da temere di perdere il controllo.
Al posto del dolce sapore è come se stessi ingerendo veleno.
Le mani iniziano a tremare e tutto d'un tratto mi cade la tazza. E quando cerco di prenderla succede l'impossibile.

La tazza immobile...in aria.

Resto immobile a fissarla.
È completamente ferma.
É così insolito.
Provo a muovere il braccio e la tazza si muove con me, a destra e a sinistra, su e giù.

Questo non è normale.
Non sono stata io, mi rifiuto di credere a questa sciocchezza.
Cerco di prendere l'oggetto, ma ovviamente cade per terra spezzandosi in mille pezzi.
<<Che disastro...>>

Sistemo tutto e decido di provare a fare una cosa. Alzo il braccio verso la forchetta e mi concentro su di essa.
Che idiota...

Non succede niente.
Non si alza neanche di un millimetro.

Come ho potuto pensare che fossi stata io?

GiadeiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora