Sogni e pensieri

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"Forse mi piaci..." disse una faccia sfuocata. "Forse ti piaccio o ti piaccio per davvero?" chiese lei, Marinette. "Volevo dire, ti amo Marinette!" disse la sottile, squillante voce. Squillante com'era, Marinette capì immediatamente che era un ragazzino, intorno ai quattro anni. Aveva i capelli biondi oro e anche se non poteva vedere la sua faccia, riuscì a intravedere gli occhi verdi luccicanti, anche se offuscate in faccia. "Adrien..." biascicò nel sonno. "Tu non mi piaci-piaci. Sei come un fratello! Ti salvo sempre dai guai con i bambini cattivi, come puoi piacermi come io a te?" chiese lei. Lui arrossì per l'imbarazzo. Lei non lo poteva vedere però poiché era troppo offuscato. "Per favore Marinette! Tu mi piaci davvero! La abbracciò. E fu lì che lei si svegliò nel bel mezzo della notte, respirava pesantemente. "Ma che cavolo?" disse con voce roca. Si toccò la fronte per vedere si aveva la febbre. Niente febbre. Allora cos'era quello? Perché stava sognando quelle cose? Provò a riaddormentarsi ma non ci riuscì, si ristendese e chiuse di nuovo gli occhi sperando di appisolarsi profondamente. Ma venne svegliata una seconda volta dopo cinque minuti quando Tikki, la gattina, saltò sul suo stomaco e ci si stese sopra. Marinette cominciò ad accarezzarla e la gattina iniziò a fare le fusa. "Che carina" pensò ad alta voce. Dopo circa due minuti riappoggiò la testa sul cuscino ma semplicemente non riusciva ad addormentarsi. Che cosa significava il sogno? Perché aveva fatto quel sogno? Era Adrien o qualcun altro? Aveva altre domande ma dovette fermarsi prima di diventare troppo curiosa e non riuscire a dormire tutta a notte. Anche dopo essersi bloccata, i pensieri rimanevano nella sua testa. Semplicemente non riusciva a smettere. E così spinse gentilmente la gattina via dal suo stomaco e la appoggiò sul cuscino. Tikki si raggomitolò sul cuscino e si addormentò subito. 'Che fortunata. Non ha molti pensieri, no?' disse a sé stessa. Si alzò dal letto. E si vestì tutta di nero. La sua felpa, i jeans, le scarpe erano nere. Diede un'occhiata al cellulare e rimase scioccata nel vedere l'ora.

23.59

Un solo minuto prima di mezzanotte. "Cosa sto facendo?" si disse. Guardò verso la gattina, che dormiva profondamente. Poi mise il telefono in tasca e uscì in balcone. Respirò la leggermente fredda e salì sulla ringhiera. Saltò giù e atterrò per terra, sui piedi, proprio come un gatto!

{Adrien}

Adrien fece lo stesso sogno ma dalla sua prospettiva. Si svegliò tra e lacrime. Le asciugò con le mani e tirò su con il naso. "Ho bisogno di riflettere." Si disse e saltò giù dal letto. Nel momento in cui si alzò, Plagg, il nuovo gatto che aveva preso gli corse incontro e si strusciò contro le sue gambe e iniziò a fare le fusa rumorosamente. Adrien si piegò, accarezzò il gatto e sorrise. Poi lo spinse via con dolcezza e si diresse rapidamente al suo armadio. Poi prese una felpa bianca, jeans bianchi e scarpe bianche. Li indossò e diede un'occhiata allo specchio. Anche se era alquanto buio, i vestiti bianchi gli permettevano di vedere ciò che indossava. Stava bene. Così uscì dalla sua stanza, lasciando Plagg dormire sul tappeto. Prima abbandonò la stanza, guardò da entrambe le parti del corridoio. Era abbastanza buio, ma poteva vedere più o meno quindi era quasi a posto. Corse verso e poi giù per le scale. Uscì dalla porta principale senza lasciare alcuna traccia di lui.

Camminò per le debolmente illuminate vie di Parigi. Mentre passeggiava, guardò le stelle e poi osservò la Tour Eiffel. Rimase a bocca aperta. La sua bellezza non si poteva nemmeno descrivere. Sembrava perfetta. Le stelle aiutavano molto più del solito. Improvvisamente sentì dei passi, si girò e vide...

Second Chances - ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora