Tommaso
"Ossia? Di cosa stai parlando?' domandai a Daniel che, visibilmente emozionato, aveva arrestato il suo racconto. Le sue labbra erano tornate ad adagiarsi l'una sull'altra.
"Dentro a quella chiavetta c'erano tutte le foto che io e Andrea ci eravamo fatti quando stavamo assieme" sentenziò posando i suoi occhi sui miei, i quali lo scrutavano con attenzione, come se un'analisi dettagliata delle sue irid mi concedesse di meglio comprendere il valore delle sue parole."E allora?" domandai, capendo che non avessi raggiunto il mio obiettivo .
"Lui le ha viste. Ha visto che io tenevo ancora quella chiavetta. L'abbiamo usata per il lavoro di inglese della settimana scorsa. Sa che ce l'ho , per di più in giro per camera mia. Penserà che stia lí, in bella vista come se si trattasse della cosa Più normale del mondo" disse, portandosi una mano alla bocca. Dalla sua polo, sbottonata a metá collo, trasudó una piccola goccia, che si andò a depositare sul tessuto in cotone della sua maglietta color panna. Faceva abbastanza caldo, in quel giorno di inizio maggio, ma la sua sudorazione eccessiva era causata solamente dall'agitazione."Non ci vedo nulla di male" confessai, non intuendo quale fosse la ragione che facesse preoccupare a tal punto il mio amico.
"Che... lui adesso sa che tutte quelle foto io le ho ancora e non le ho cancellate, cosa che non ho assolutamente intenzione di fare. Ma non volevo che venisse a conoscenza del fatto che per me sono una cosa molto preziosa. Per me si tratta di una cosa intima, privata". Mi lasciai sfuggire una risata. Supposi, soltanto un istante più tardi, che fosse stata del tutto fuoriluogo."Rilassati, Dane. Le avrá anche lui, quelle foto. Tu non puoi saperlo, ma...". La sua voce intervenne rapidamente per arrestare la mia supposizione.
"Ma tu sì?" mi interrogò.
"No, non quello. Sono certo che anche Andrea non abbia dimenticato quello che siete stati" dissi, scuotendo il capo.
"Mi piacerebbe tanto sapere cosa ricordi di noi..." sussurró con un fil di voce Daniel. Abbassato lo sguardo, osservó le sue All Stars slacciate, i lacci consumati a terra.
Era ormai parecchio tempo che aveva promesso di prendersene un paio di nuove, anche a costo di acquistarne di non originali. Ma le sue amate Converse che in quel periodo compivano chissá quanti anni non sarebbero assolutamente state cestinate."Dimmi, ma tu perché non senti più Andrea?" mi domandò, sollevando il volto, e facendo incontrare i suoi occhi verdi ai miei. Di nuovo.
"Così. Non c'è una vera ragione" esposi, mentendo. Non mi andava di parlare di me. Era Daniel, a dover narrare di lui."Una volta eravate così affiatati. Insomma, Andrea ti considerava un amico molto speciale. E credevo fosse lo stesso per te. No?" cercò di estrapolare maggiori informazioni che, però, cercai di non distribuire gratuitamente.
"In realtà sí, credo sia così anche adesso" mentii nuovamente.
"Va beh. Tornando al discorso di prima" cambiai argomento, preferendo non soffermarmi a lungo sul discorso al quale avevamo dato vita. Andrea era un argomento delicato anche per me."Perché t'importa tanto di quello che Andrea pensi di te?" chiesi, osservando per un attimo Daniel. Questi, appoggiato contro allo schienale della sedia sulla quale giaceva ormai da una buona mezz'ora, fissava avanti a sè un punto non ben determinato. Sulla traiettoria percorsa dai suoi occhi vi erano decine di foto di famiglia incollate al muro della camera di mio fratello, incorniciate da cartoncini colorati. Provando a immaginare su quale di esse si fosse soffermato in particolare, tirai a indovinare.
"Vanesa?".
"Mh?" reagì lui, volgendomi i suoi occhi verdi, fino a quel momento concentratisi ad analizzare qualcosa che non avevo potuto sapere fino a quel momento.
"Stavi guardando le foto appese al muro, non è vero?" domandai, quella volta più esplicitamente.
"Sì" confessó, accennando un lieve sorriso che si percepii fievole sulle sue labbra.
"Quale guardavi?" chiesi incuriosito.
"Quella di tua sorella?". Daniel sorrise apertamente.
"Sì. Come fai a saperlo?" mi domandò, scuotendo il capo.
"Non credo tu sia interessato a osservare le foto di mio fratello, che conosci bene. E nemmeno quelle dei suoi amici che non hai mai visto in vita tua. O magari le mie" dedussi.
"Perché?" domandó stoltamente, tornando a fissare lo sguardo sulle foto. Questa volta giurai una mia.
"Perché andiamo, mi hai di fronte!" dissi, allargando le braccia. Daniel parve concentrato ad analizzare con le sue pupille l'immagine, incorniciata da un foglio bianco che sbordava di circa un centimetro su tutti e quattro i lati.
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So che non sei tu e ti aspetto
RomanceAndrea e Daniel sono oramai una coppia affiatata con un passato alle spalle che li ha resi inseparabili. Le mille sfide che hanno affrontato non hanno causato una rottura del loro rapporto, che appare solido. Entrambi innamoratissimi l'uno dell'altr...