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Andrea

Ancora non mi capacitavo di quello che era successo. Non poteva assolutamente essere la verità. Emanuela mi stava tenendo in pugno perché sapeva alla perfezione che, dopo essermi ubriacato, non avrei ricordato nulla. Ma dovevo sapere. Ne andava della mia vita sessuale.

Ero certo che anche da ubriaco non avrei mai potuto avere un rapporto sessuale non conseziente. Per di più con una ragazza. Per di più con Emanuela, verso la quale avevo sempre più provato rigetto. Non la potevo vedere. Lei, la sua possessivitá e le idee del padre che si era coalizzato col mio. Ero sicuro che i miei si fossero quasi messi d'accordo per far sì che potessi stare con una ragazza, in particolare Emanuela. Giá immaginavo una riunione a tre per organizzare le nostre vite come se avessero, fra le loro mani, il pieno controllo dei fili dai quali eravamo tenuti su e fatti muovere come burattini.

"Per favore, fa che non sia come penso" dissi al mio subconscio, sperando sul serio che fra me ed Emanuela, per quanto orribile giá fosse la relazione, non fosse tutta una farsa organizzata dai miei genitori. Era vero, giá il fatto di essermi dovuto mettere con una ragazza per volere dei miei genitori era finzione. Ma l'immaginare che Emanuela andasse in giro a raccontare a me e a chissá chi altro il fatto che avessimo avuto un rapporto sessuale perché i nostri genitori glielo avevano esplicitamente detto non mi andava.
Come potevo venire a conoscenza della verità?
Di sicuro non domandando a lei. Magari non ne sapeva nulla come me. Ma anche avesse saputo, mi avrebbe sicuramente mentito. Lo aveva fatto con la storia del rapporto sessuale, a cui io non potevo assolutamente credere. Non era fisiologicamente possibile.

Una piccola verità, per iniziare, l'avrei potuta domandare a Melissa&Co.

"Perché ci chiedi questa cosa?" mi rispose con una domanda Melissa, osservandomi con attenzione, sopracciglia sollevate, sguardo poco convinto. Era vero. Loro erano dalla parte di Daniel e non avrebbero potuto fare altro che dubitare dalle mie intenzioni. Fra me e lui si erano creati due schieramenti dove, le amicizie che avevamo avuto in comune, dovevano decidere da che lato stare. O da me, o da Daniel. E, ovviamente, Melissa&Co non avrebbero avuto dubbi su da che parte stare. Non dalla mia.

"Mel, ho bisogno di sapere. Che cosa è successo dopo che ho messo la nostra canzone?" domandai.
"La canzone di me e Daniel" feci chiarezza.
"Beh, parlando di Daniel... lo abbiamo trovato in mezzo al palco, abbandonato a se stesso come se gli fosse morto qualcuno. Era vago, osservava davanti a sè un punto fisso. Quando io e Agata abbiamo provato a rivolgergli la parola rispondeva balbettando, spezzava le frasi a metá. Era davvero strano. Alla fine non abbiamo capito il perchè" disse, facendo spallucce.
Mi sentii tremendamente in colpa. Daniel stava così per causa mia. Ero io che l'avevo abbandonato per colpa di Emanuela, anche se non avrei dovuto nè voluto.

"Comunque, oltre a quello, tu eri con la tua amichetta barra fidanzatina a farti le foto" disse poi, facendo svolazzare una mano per aria.
"Fino a quando, per mezzanotte e mezza non è arrivata l'apertura dei regali" si sostituì alla narrazione Agata.

"Tanti auguri, Andrea" diss Tommaso, porgendomi il suo regalo tenuto fra le mani affusolate e perennemente graffiate. La sua mania di girare sempre in skateboard non l'aveva condotto ad apprendere tecniche valide affinché non cadesse giú dai gradini che, nonostante i tre anni di pratica, non aveva mai imparato bene a saltare. E qualche graffio o livido caduta era sempre stata inevitabile.
"Grazie, Tom" dissi, avvicinandomi a lui per abbracciarlo. Poi, con delicatezza, aprii il contenuto. L'intera discografia del mio gruppo musicale preferito in vinile.
"Dio, che meraviglia!" sentenziai, osservandone il contenuto. Tommaso sorrise, soddisfatto del mio apprezzamento.
"Posso?" domandai, allargando le braccia per ringraziarlo ancora.
"Buon compleanno, Ande" mi sussurrò.
"Magari lo fosse davvero" risposi, troncando per un attimo la felicitá. Separandosi da me, mi osservò. Il mio sguardo cadde alle sue spalle ove, Daniel, era finalmente apparso accanto a Melissa&Co, in coda per il regalo.
"Tutto si metterà a posto" parlò Tommaso, dandomi una pacca sulla spalla.
"Ne sono certo" rispose, abbandonando la coda di persone che si erano messe in fila per farmi gli auguri. Sporgendomi per vedere a che punto fosse Daniel, per cogliere l'occasione di parlargli al più presto, notai che lui e Melissa&Co fossero fra gli ultimi. Poco male. Dulcis in fundo.

So che non sei tu e ti aspettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora