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Daniel

Mi ero preparato di fretta. Felpa alla mano, zaino in spalle. Sfortunatamente non avevo ancora la maggiore età per uscire da scuola senza il consenso dei miei genitori. Ma non aveva importanza. Per Andrea sarei andato contro tutta la scuola.
Rientrato in classe per prelevare la mia roba, Melissa e altre sei o sette persone si girarono verso di me, osservandomi con interesse. Agata mi invitò a unirsi a loro, ma poco dopo i sorrisi sui loro volti mutarono. Espressioni stupite e confuse si fecero spazio sui loro volti. Precipitandomi ad afferare il mio zaino e la mia felpa, uscii dalla classe ignorando le domande che mi venivano poste. 'Ma dove sta andando?' sentivo sussurrare al di lá della porta che, appena chiusa, venne riaperta.
"Daniel!" cercò di chiamarmi invano Melissa. Ma ormai mi ero precipitato giù dalle scale, pronto a uscire da scuola.

Corsi per i corridoi vuoti. Nessuno era in circolazione. Erano tutti chiusi nelle rispettive aule e speravo che anche le Bidelle si fossero trovate da fare nelle ultime quattro ore della stagione lavorativa.
Guardandomi a destra e a sinistra non notai nessuno. Feci per voltarmi e aprire la porta che mi avrebbe permesso il raggiungimento del cancello esterno quando trasalii. Una figura femminile si era presentata dinanzi a me, impedendomi di procedere nel mio piano.

"E tu dove pensi di andare?" mi domandò la bidella Lina, mani sui fianchi e sguardo incattivito. Riprendendo fiato, capii di essere spacciato.
"Nulla. Cioè... Da nessuna parte" risposi confuso mentre cercavo di elaborare un piano B.
"Stavo solo... Andando in bagno. Quello del mio piano è occupato e così sono sceso al pianoterra per andare in quello dei prof".
"Come dici? Sai quali siano le regole. È proibito per gli alliev...". Interruppe il suo discorso.
"Sí, mi scusi. Torno in classe'.
" Sara meglio per te" mi minacciò, osservandomi fingere di salire la rampa di scale che mi ero appena lasciato alle spalle. Lei, voltatasi, si diresse verso il centralino. E in uno scatto, scesi anche l'ultima rampa, che mi separava dalla porta.

"Hey, tu!". Mi aveva visto e, gridando, cercò di attirare l'attenzione di altre operatrici che potessero accorrere in suo soccorso. Ma ormai era troppo tardi. Ero uscito e le sue urla si udivano solo grazie all'eco che la faceva rimbombare fra le pareti.

Ma un altro ostacolo mi si pose davanti :il cancello esterno era chiuso e nessuno, ovviamente, mi avrebbe aperto. Anzi, ancora poco e qualche professore sarebbe stato avvisato della mia fuga per poi partire alla riscossa. Avrei dovuto ragionare. E in fretta.

"Merda" imprecai, stringendo forte i denti.
"Che cosa cazzo faccio adesso?" mi domandai mentalmente, osservando una passante fuori passeggiare col suo cane e osservarmi parlare da solo. La sua espressione incuriosita si notava dalle sopracciglia sollevate e sullo sguardo insistente rivolto al mio viso, contratto per il nervosismo.

"Idea". Un'illuminazione mi folgorò il cervello.
"È una follia, ma per Andrea devo farlo. Un'ennesima volta" dissi, annuendo. Poi, mani sulle inferriate e scarpe lo stesso, tentai di arrampicarmi. Il vecchio cancello traballava, dando l'impressione di rollare da un momento all'altro. Ma con un briciolo di agilità (senza escludere la fatica) riuscii a oltrepassarlo, trovandomi immediatemente sul marciapiede esterno. Davanti a me, una signora anziana aveva assistito alla scena continuando a fissarmi come stava facendo la ragazza munita di chihuahua al guinzaglio. Si era voltata più e più volte a vedere a che punto fossi con la mia fuga. Sentendomi già a metá dell'opera, mi resi subito conto che mi mancava ancora una parte fondamentale prima di raggiungere il mio obiettivo. La scelta.

"Porta Nuova o Porta Susa?" mi domandai, chiedendomi da quale stazione Andrea sarebbe ben presto partito.
"Al diavolo. Nemmeno un indizio" mi lamentai.
Iniziando a spremermi le meningi per arrivare a una soluzione soddisfacente, capii che l'unica cosa che avrei potuto fare sarebbe stata quella di abbandonarmi al fato e far scegliere il destino.
"Porta Susa" sentenziai, vedendola come una scelta meno ovvia e, di conseguenza, più difficile da raggiungere.
"Credo stia partendo da lí.

So che non sei tu e ti aspettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora