Agata
"Cavolo. Mi tocca inventarne una buona, per risultare credibile e interessante" dissi fra me e me, l'unghia del pollice pressate fra i denti, le ciglia sbattenti a una velocità impressionnante. Il mio sguardo ricadeva sovente alla finestra di fronte a me.
Il cinguettare insistente dei merli nel giardino del condominio mi distraeva. Ma era cosí gradevole che mi perdevo ad ascoltarlo ogni qualvolta che, dopo un istante di silenzio, ricominciavano a fischiettare una dolce melodia.
Forse era destino che non riuscissi ad andare avanti nel mio intento. Io ero troppo dispersiva e poco esperta nell'indagare sulle vite altrui; Emanuela il mio opposto."No, non posso mollare adesso che Daniel ha bisogno di me" dissi fra me e me, inserendo le mani fra i miei capelli. Erano passati un po' di giorni da quando non li lavavo, ma una buona fragranza si emanò nell'aere.
Non avevo mai avuto dei capelli tanto belli. O per lo meno, non come quelli delle mie amiche. In parte, perché non avevo mai dato grande attenzione alle acconciature. In secondo luogo, avevo iniziato a tingerli di biondo già alla fine delle medie, finendo così in un circolo vizioso che mi condusse ben presto a rovinarli. A breve sarebbero stati quattro, gli anni in cui non vedevo i miei capelli del mio colore naturale, tranne che per la ricrescita mensile che a malapena si notava. Non appena un centimetro castano spuntava dalla cute correvo dalla parrucchiera a farmelo coprire. Mi urta a vedere i miei capelli di due colori, anche se per solo una decina di millimetri. E poi, il biondo mi donava molto più che il castano spento che avevo ereditato da non so chi; i miei avevano entrambi i capelli chiari. Ci fosse stata una sola bella avessi preso da mia madre o mio padre...Presi un sospiro. Ne avevo davvero bisogno. Chiusi gli occhi, impedendomi di guardare attorno a me tutto ciò che mi causava irrequietudine. Una pila di fogli, in procinto di cadere. Delle cartelle, una sopra l'altra, di vari colori accanto a delle scatole di cartone chiuse da un nastro adesivo nero. Era tutto così noioso, lá dentro.
"Devo pensare a qualcosa..." sussurrai a me stessa, aprendo gli occhi che, malamente, osservarono lo schermo del computer. L'averli tenuti chiusi per qualche istante mi sfocò la vista. Senza occhiali non avrei potuto distinguere alcuna lettera delle poche parole che avevo scritto e finito per cancellare.
Stavo solo cercando di dare vita a qualche idea sensata. Perché mi riusciva così complicato? Stringendo forte le palpebre, ebbi la sensazione che tale gesto potesse condurmi al raggiungimento del mio obiettivo in maniera efficace, ma non fu così. Dopo due buoni minuti il mio cervello non aveva ancora formulato nulla che mi portasse a pensare che la mia balla avrebbe retto.
"Quanto sono stupida!" esclamai, pentendomi di non aver pensato subito a quello che mi era balenato in testa solo dopo una mezz'ora trascorsa a perdere tempo.
Riflettei. Sapevo di trovarmi a casa da sola, in quel momento, ma avevo paura che la telecamera al pc fosse in qualche modo collegata e che Emanuela, dall'altra parte, potesse sentirmi o addirittura vedermi. Forse ero paranoica. Ma in ogni caso, fosse stata accesa, si sarebbe già accorta di quale quarantenne fossi. E poi, il mio viso sarebbe subito saltato ai suoi occhi. Ero una delle migliori amiche di Andrea.
"Come ho fatto a non pensarci prima?" mi rimproverai di nuovo, mentalmente. Meglio prevenire che curare.
"Scriverò ciò che voglio sapere da lei. Quello per cui le sto scrivendo diventerà la mia stessa arma per estrapolarle informazioni. Quelle informazioni" riflettei.E così, scrocchiate le dita e puliti gli occhiali con energia, strofinati contro alla mia maglietta a maniche di tre quarti, iniziai a digitare e a dare vita al messaggio più folle che avessi mai composto.
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So che non sei tu e ti aspetto
RomanceAndrea e Daniel sono oramai una coppia affiatata con un passato alle spalle che li ha resi inseparabili. Le mille sfide che hanno affrontato non hanno causato una rottura del loro rapporto, che appare solido. Entrambi innamoratissimi l'uno dell'altr...