"Ut quo quisque valet suspectos terreat utque
imperet hoc natura potens, sic collige mecum,
dente lupus, cornu taurus petit: unde nisi intus
monstratum?"
Orazio, Satire, II, 1, v. 50-53Roma, 6 maggio 62 d.C.
- Lasciatemi passare! Sono l'imperatore, ho il diritto di vederlo di persona - sbottò Nerone strattonando il medico di corte.
- Ha detto categoricamente di non voler essere disturbato - tentò di calmarlo il medico - Bisogna rispettare la volontà del paziente
Nerone non aveva dimenticato la complicità del precedente medico Senofonte Gaio con sua madre Agrippina quando avevano deciso di uccidere Claudio per far salire al trono lui. Come si potevano eliminare dalla mente quei ricordi torbidi e iniqui? Quel marciume lo aveva compromesso per sempre.
"Spero solo che le condizioni del prefetto Burro non si siano aggravate per colpa sua, altrimenti non esiterò a punirlo personalmente" si disse un istante prima di irrompere nella stanza in cui fu collocato il suo fidato consigliere e prefetto.
Quando Afranio Burro lo vide avvicinarsi preoccupato, comprese della sincera e profonda amicizia di quell'imperatore così bizzarro e inusuale, voltò il capo e gli riferì con orgoglio - Io sto bene!
Nerone sorrise sinceramente, gli mise una mano sulla spalla robusta e senza dire nulla se ne uscì "Guarite presto, amico mio, so che siete forte, ma vedervi in forma farà stare meglio anche me".
- Grazie per tutto ciò che avete fatto per me, altezza, non dimenticherò la vostra amicizia e la vostra fedeltà, quando giungerò nei Campi Elisi - sussurrò tra sé il prefetto - Siete stato l'unico veramente sincero con me, nessun altro mi ha mai trattato come avete fatto voi, ve ne sarò debitore, Nerone
Burro sapeva di avere le ore contate, quell'infiammazione alla gola che aveva contratto qualche settimana prima si era aggravata e probabilmente qualcuno lo aveva avvelenato.
Tuttavia i suoi sospetti non caddero su Nerone.
Il Princeps lo aveva fatto allontanare dal Palatino qualche mese prima, insieme a Seneca, e gli aveva confessato dell'irritazione provata dopo che gli aveva riferito di non approvare l'organizzazione del matricidio, nonostante ciò, l'imperatore non aveva smesso di volergli bene in segreto. Lui questo lo sapeva, e quella visita veloce e silenziosa lo confermava.
"È solo un modo per mostrare la mia indipendenza, prefetto Burro" quelle parole sincere riaffiorarono nella sua mente e lo fecero sorridere - Siete sempre stato un tipo strano, Nerone, con una logica tutta vostra...
7 maggio
- Come sarebbe dire che è morto? - chiese sconvolto l'imperatore - Era una semplice infiammazione alla gola...
- Ha avuto delle complicazioni
- No...non di nuovo - il Princeps ebbe una sensazione di dejavù, quelle parole, quella situazione, terrorizzato si coprì il viso con le mani - L'ho lasciato morire...ho lasciato morire un'altra persona a me devota...senza muovere un dito...
- Non dite così, mio imperatore - lo rassicurò Locusta - Burro era un uomo orgoglioso e solitario, che non amava molto le lusinghe, però, penso che prima di spirare abbia pensato a voi...
Nerone, colto da improvvisa commozione, la abbracciò - Oh Locusta, Locusta adorata, come potrei fare senza di voi, siete la mia consolazione
Un giovanissimo messo bussò insistentemente alla porta di una delle tante domus presenti nella Capitale - Ho un'informazione importantissima per voi, Sofonio, aprite vi prego...
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Locusta
Ficção HistóricaRoma, 37 d.C. Una giovanissima schiava proveniente dalla Gallia, abile conoscitrice di ogni tipo di erba, approda nella Città Eterna. Divenuta libera, la sua vita sembra essere destinata a svolgersi nell'ombra della Capitale del Mondo....fino a quan...