"Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum; qui victoriam cupit, milites imbuat diligenter; qui secundos optat eventus, dimicet arte, non casu. Nemo provocare, nemo audet offendere quem intellegit superiorem esse, si pugnet"
Vegezio, Epitoma rei militaris, III, pref.Locusta non riusciva a dormire quella notte: l'incontro con Tigellino l'aveva scossa nel profondo, non poteva non pensare a quegli occhi vuoti come il baratro, come l'Averno.
"Anch'io sarei diventata così, se il fato avesse deciso di destinarmi ad una famiglia di mostri, chissà quanto dolore ha dovuto subire e quanto male ha veduto" si disse mentre osservava la bianca luna piena che rischiarava il cielo assieme alle stelle.
Il cielo restava indifferente alle vicende degli uomini, era il luogo degli dei, non poteva contaminarsi del loro sudiciume, del loro sangue, della loro bassezza, così le dicevano, lei, però, non ci aveva mai creduto fino in fondo; l'unica verità che sapeva era che l'uomo viveva nella cupola della solitudine, dell'inquietudine, e che alla fine della sua vita, veniva trascinato dal Fatum verso l'oblio inesorabile della morte.
Tigellino era appoggiato alla parete, a braccia conserte; non aveva sonno, l'ansia di ambire a quel ruolo mista al desiderio di saziarla lo tenevano all'erta "Mi auguro che Poppea faccia il suo dovere altrimenti ucciderò anche lei e costringerò quel pagliaccio a nominarmi con la forza, è un codardo che ha paura di morire, accetterà sicuramente".
Ghignò nella penombra, prese il pugnale e controllò che fosse bene affiliato con il pollice, si tagliò ed uscì qualche goccia di sangue. Sorrise mentre si leccò il dito soddisfatto, fece ruotare il pugnale in aria e lo riafferrò al volo - Bene, bene, nonostante gli anni sei come nuovo, quante ne abbiamo passate e soprattutto trapassati, vecchio mio, al momento sei l'unico di cui possa fidarmi a questo mondo...l'unico...
Gli ritornò alla mente la figura di suo padre, un uomo alto e magro, che aveva avuto il coraggio di rispondere al suo ex comandante, rifiutandosi di mandare suo figlio maggiore a morire in qualche provincia lontana - Lui deve terminare gli studi che sono più importanti della guerra! Abbiamo speso le ultime risorse per permettere ai miei figli di avere un futuro migliore al nostro - sbottò il padre al centurione irritato dal suo atteggiamento sfrontato.
Non avrebbe potuto dimenticare ciò che quel centurione compì alla sua famiglia: entrò di soprassalto nella piccola casa ed afferrò per i capelli la madre, una donna indifesa e buona, poi prese sia lui sia i suoi fratelli e li costrinse a guardare il macabro spettacolo che si sarebbe svolto davanti ai loro occhi e che li avrebbe cambiati per sempre.
Le urla dei genitori, il suo nome strozzato dalla lama riecheggiò nella sua mente e la rabbia riemerse - Quel...quel parassita li ha uccisi senza alcuna esitazione, nonostante avessi accettato di unirmi all'esercito pur di risparmiare loro la vita - strinse l'arma furente - Da allora la mia esistenza divenne resistenza e sopravvivenza...
Agrigento, 24 d.C.
- Sei un ragazzo incredibilmente alto e possente, dalla forza sovrumana, ma non sei ancora del tutto freddo, impassibile e crudele, un soldato non deve avere pietà per nessuno, che siano uomini d'armi o civili - gli aveva rinfacciato il centurione dopo avergli legato le mani dietro la schiena, messo in ginocchio e percuotendolo con la frusta - Hai avuto pietà di un tuo compagno...
- È mio fratello! - gridò Tigellino incurante del dolore fisico che gli procurava continuamente - Ed era un allenamento...non posso perdere anche lui...
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Locusta
Ficção HistóricaRoma, 37 d.C. Una giovanissima schiava proveniente dalla Gallia, abile conoscitrice di ogni tipo di erba, approda nella Città Eterna. Divenuta libera, la sua vita sembra essere destinata a svolgersi nell'ombra della Capitale del Mondo....fino a quan...