Capitolo 35 - Ex una scintilla incendia -

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"Est etiam quoque uti non magno solis ab igni
aera percipiat calidis fervoribus ardor,
opportunus ita est si forte et idoneus aer,
ut queat accendi parvis ardoribus ictus"
Lucrezio, De rerum natura, vv 604 - 607

Roma, 17 luglio 64 d.C.

- Allora - esordì un uomo di mezza età incappucciato, nascosto dalla penombra - Avete portato il compenso per quel lavoretto? - chiese infine sospettoso.

- Certamente - rispose affabile uno dei senatori, panciuto e dallo sguardo tagliente, che estrasse il sacchetto pieno di monete d'oro e glielo porse - Ecco i 1000 sesterzi che mi avevate chiesto...

L'uomo, sempre guardingo e sospettoso, strappò velocemente dalla mano il sacchetto e lo nascose sotto il mantello. Poi fece uscire, da un muretto dietro di lui, un gruppo di uomini, anch'essi incappucciati, con in mano delle torce - Ci garantite nuovamente che nessuna colpa verrà addossata a noi per quanto succederà alle sorti della Capitale?

Il senatore che aveva già fatto dietrofront, senza mutare la sua espressione rilassata, voltando leggermente il viso cadente verso di loro, rispose - Non preoccupatevi, sarà tutto secondo gli accordi, voi cristiani non subirete alcuna persecuzione, sarà Nerone a pagare per voi! - gli rassicurò il senatore con voce suadente - E una volta che ci saremo sbarazzati di lui e di tutti i suoi seguaci, ci uniremo per scegliere un imperatore che possa soddisfare le vostre richieste ed esigenze, cristiani...

Il capo del gruppo cristiano sorrise maliziosamente e dopo averlo guardato per l'ultima volta, corse immediatamente, insieme ai suoi compagni, nel cuore della città per appiccare il fuoco e provocare l'incendio che avrebbe ripulito Roma dalla feccia dei pagani e di Nerone.

"Razza di stolti" si disse non appena vide sparire nel buio della notte quel gruppo di cristiani fanatici, animati dalla loro insulsa fede che stava dilagando nell'Urbe e, quindi, pericolosa per la sicurezza delle tradizioni romane "La vostra fede vi porterà alla tomba".

- Ma sei sicuro che farà come dice... è un pagano! - gli sussurrò titubante un compagno pagano divenuto da poco un fervente e sentito cristiano - Se poi ci tradisce, l'intera comunità sarà in pericolo per colpa nostra

- Anche a me quel tipo non piace affatto, ma noi e il Senato abbiamo un nemico in comune, l'imperatore... - bisbigliò il capo al suo fianco

- Ma non ci ha mai perseguitati, a differenza dei suoi predecessori - lo interruppe il compagno, turbato; dopo aver intravisto la sete di potere nel volto di quel senatore cominciò a comprendere che forse l'idea di bruciare Roma non era affatto la soluzione migliore per risolvere la loro posizione - È sempre stato abbastanza tollerante con noi, se instaurassimo un dialogo assolutamente pacifico, magari potremmo ottenere qualcosa in più...

- Se hai così tanta paura, tornatene pure a casa, di fifoni come te non sappiamo che farcene, ma sappi che non avrai più il tuo compenso - sbuffò un altro, stufo di sentire il suo insopportabile piagnisteo.

- Tenetevelo pure quel maledetto denaro! Non voglio fare la stessa fine di Giuda,  non desidero sporcare le mie mani di sangue innocente, perché fino a prova contraria l'imperatore non ci ha fatto nulla, siete voi che lo state provocando! - gli rinfacciò adirato.

Dov'era finita la misericordia di Cristo? Possibile che il potere e i soldi fossero riusciti ad intaccare persino il cuore di coloro che avrebbero dovuto essere messaggeri di pace, di amore verso il prossimo?

Avevano, forse, dimenticato le parole del loro Messia, ovvero di amare anche e soprattutto i nemici e di porgere sempre l'altra guancia. Erano solo chiacchiere, dunque, non c'era nulla di vero? Come tante altre che dicevano di diffondere la verità, anche questa era solo un insieme di discorsi farfugliati?

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