"Quamdiu stabit Colyseus stabit et Roma;
cum cadet Colyseus cadet et Roma;
cum cadet Roma cadet et mundus"
Profezia di Beda il Venerabile, VIII secolo.Gaudenzio piangeva silenziosamente sul corpo di Locusta.
Rimaneva attaccato quasi non volesse allontanarsi da lei. Tigellino disgustato da quella scena stava per prendere per il bavero della tunica il pover uomo, ma venne fermato da Vespasiano che si intromise con gran forza e rabbia dicendogli - Abbiate almeno pietà per il dolore...lasciatelo almeno stare per un po’
- Nessuno ha avuto pietà per me quando soffrivo - ringhiò Tigellino.
- E questo vi consente di abbassarsi al livello di chi vi ha fatto soffrire?! Siete come gli assassini che ve le hanno fatto provare lo stesso dolore, dovreste solo vergognarvi!
- Avete finito di farmi la predica da bravo padre? Cosa ne sapete voi! - continuò il prefetto - Voi che siete ricco e rispettabile! Io il rispetto me lo sono guadagnato con la paura, perché è l'unico sentimento che accomuna tutti gli uomini deboli
- Ve l’ho già detto! Vi state comportando come gli assassini e i violenti che vi hanno causato dolore! E adesso fuori dai piedi! - concluse con rabbia e determinazione.
- Me ne vado, ma solo perché non voglio sentire più la vostra voce gracchiante da corvo - emise Tigellino fermando i suoi istinti omicidi e dirigendosi verso l'uscita - Ma guai a voi se lo liberate! - lo minacciò alla fine, prima di scomparire nel buio.
Dopo essersi assicurato che il prefetto fosse uscito, Tito Flavio girò la testa verso Gaudenzio e gli mise una mano sulla spalla e mostrò comprensione per la perdita - Mi dispiace...sono profondamente addolorato per l’accaduto…
Per un momento Gaudenzio rimase fermo e immobile, poi gli rispose prima con voce strozzata dal pianto per crescere poi rabbiosamente - Addolorato...Addolorato?! Voi siete un bugiardo traditore! Anche voi l'avete ammazzata... Mi avevate detto che si sarebbe salvata...voi siete a contatto con quegli infami..avreste dovuto saperlo! - continuò sempre furioso - E provare a fermare quegli infami...a voi importa solo del mio progetto! Avete guardato solo al vostro ritorno di sporco e vile denaro...non perché eravate mio amico.. andatevene! - Concluse con sguardo straziato e gli occhi inondati di lacrime. Per poi riavvicinare il volto al corpo di Locusta.
Lui avrebbe voluto spiegare tutto, ma comprese che il dolore era troppo grande e indescrivibile, lo lasciò sfogare. Dopo aver visto quella scena straziante, il generale prese la parola - Ha ingannato anche me, Gaudenzio - ammise con profonda amarezza per poi concludere - Quel progetto morirà con voi se è ciò che volete, ve li farò portare in carcere
- Fate quello che volete a me non importa niente - esclamò rabbioso.
Vespasiano sospirò lungamente e lo guardò in viso, si augurò che cambiasse idea, una volta che la ragione tornasse a prevalere sul dolore. - Perdonatemi, se potete - sussurrò infine, avviandosi anch'egli verso l'uscita.
Vespasiano sospirò lungamente e lo guardò in viso, si augurò che cambiasse idea, una volta che la ragione tornasse a prevalere sul dolore. - Perdonatemi, se potete - sussurrò infine, avviandosi anch'egli verso l'uscita.
Mentre camminava per i corridoi del Palatino, l’uomo stringeva i pugni e con uno scatto rabbioso tornò da Tigellino. Quando lo ebbe di fronte gli disse - Voglio parlare immediatamente con l’imperatore in persona!
- L'imperatore è impegnato, Tito Flavio - rispose il prefetto per toglierselo dai piedi.
- Non me ne importa niente... - sfidò il prefetto dei pretoriani, nonostante la differenza d'altezza - Devo parlargli farò di tutto per farlo!
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Locusta
Historical FictionRoma, 37 d.C. Una giovanissima schiava proveniente dalla Gallia, abile conoscitrice di ogni tipo di erba, approda nella Città Eterna. Divenuta libera, la sua vita sembra essere destinata a svolgersi nell'ombra della Capitale del Mondo....fino a quan...