"Graecia capta ferum victorem cepit et artis intulit agresti Latio. Sic horridus ille defluxit numerus Saturnius et grave virus munditiae pepulere"
Orazio, Epistole, II, 1, vv. 156-158Anzio, 12 luglio 41 d.C.
Lucio udiva il rumore di passi dirigersi verso la sua stanza, i nuovi maestri erano arrivati; negli ultimi giorni fu tartassato dalle mille raccomandazioni dalla madre, ma non aveva alcuna voglia di incontrarli.
Per il bambino, ogni persona che era in contatto con la madre era simile a lei, esattamente come Passieno, che solo apparentemente si era atteggiato diversamente da Giulia Agrippina.
Quando si rese conto che si erano fermati, si fece coraggio ed uscì dalla stanza: vi erano la madre, Passieno e i due liberti greci, suoi ex schiavi, che aveva intravisto nella villa: Aniceto e Berillo.
Entrambi erano alti, dal fisico esile e magro, con la pelle scura, gli occhi scuri come due olive e i capelli ricci, lunghi sul collo.
Il primo era il più anziano e dalla vasta cultura, dall'intelligenza vivace e dalla parola arguta e pungente quando gli era permesso; il secondo più giovane, colto in misura minore del collega, capace, però, di argomentare con convinzione senza la foga dell'altro.
- Loro saranno i tuoi nuovi maestri - emise Passieno con un dolce sorriso, mentre i due uomini annuirono con grande mitezza - Immagino che li conosca già..
- S-si - soffuse Lucio solamente, senza far trasparire alcun sentimento; dal giorno in cui sua madre aveva cacciato quella compagnia di attori, cercava di mostrare freddezza verso le persone che incontrava, in modo da non soffrire più.
- Anche se un po' chiuso è un bambino molto capace... - disse Passieno.
- Lo sappiamo, padrone, abbiamo visto le sue precoci capacità artistiche e linguistiche - sorrisero i due liberti.
Agrippina sorrideva forzatamente perché non era riuscita a trovare altri maestri della Grecia disposti ad educare Lucio; suo marito non voleva spendere troppi soldi per accontentare nuovamente le ambizioni della moglie - Ci sono i miei liberti, sono di origine greca e possiedono una grande cultura, non potranno dirmi di no
- Ma lui può averne di migliori.... - replicò Agrippina furente come sempre.
Passieno, stavolta, non le avrebbe dato ragione, il bambino aveva bisogno di stabilità e rapporti solidi, per aprirsi e confidarsi con persone fidate. E Aniceto e Berillo lo erano.
Giulia Agrippina dovette soffocare la sua indole e ubbidire al marito, in quanto non sapeva cosa rispondergli, l'aveva spiazzata. Ciò non le impediva di rimuginare, di pensare a come saziare le sue ambizioni nei confronti del figlio.
- Vostro figlio ha bisogno di essere indirizzato in tutti i campi in base alle sue abilità - riferì Aniceto, cogliendo l'ipocrisia della sua espressione - Non occorre forzare i tempi, ha tutta una vita per imparare e diventare un perfetto cittadino romano
La donna lo guardò negli occhi con severità, poi rivolse lo sguardo verso il figlio che covava rabbia nei suoi confronti; non aveva dimenticato quell'avvenimento, l'aveva provato nel profondo, le sembrava di ripercorrerlo negli occhi chiari di Lucio.
- Mi auguro che riusciate sul serio - sibilò Giulia Agrippina - Laddove io e Passieno abbiamo fallito - aggiunse allontanandosi da loro con tono di sfida; era curiosa di vedere i risultati che avrebbero ottenuto.
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Locusta
Tarihi KurguRoma, 37 d.C. Una giovanissima schiava proveniente dalla Gallia, abile conoscitrice di ogni tipo di erba, approda nella Città Eterna. Divenuta libera, la sua vita sembra essere destinata a svolgersi nell'ombra della Capitale del Mondo....fino a quan...