Capitolo dieci.

2.3K 119 29
                                    

"Se, come il viso, si mostrasse l'core"
Ludovico Ariosto

Sbuffo rumorosamente mentre faccio la mia entrata in un'aula quasi del tutto vuota, la mia professoressa di matematica seduta in cattedra.
Mi accomodo al banco più nascosto di tutti e, in silenzio, tiro fuori il mio libro dallo zaino, volendo passare quelle ore di silenzio e solitudine in questo modo.

Mi ci vuole davvero poco ad immergermi nelle parole del libro, tanto che non faccio nemmeno molto caso alla persona che si accomoda al mio fianco, convinta di non conoscerla.
Ma quando un profumo esageratamente forte mi giunge alle narici, comprendo immediatamente di chi si tratti senza neanche voltarmi.
Non mi lascia in pace nemmeno quando sto in punizione?!

"Sei un tormento." borbotto senza nemmeno guardarlo, gli occhi fermi sulla stessa pagina da minuti.
Lo sento ridacchiare leggermente al mio fianco, provocandomi nient'altro che irritazione.

"Non vai avanti con quel libro, Alyiah? Sei ferma allo steszo punto da troppo." il tono provocatorio giunge troppo forte alle orecchie, facendomi scattare per una gomitata.

Non può alzare la voce qua, siamo in punizione e non ho intenzione di litigare nuovamente con quell'arpia per colpa sua.

"È una parte importante e la sto rileggendo per capirla meglio. Tu abbassa la voce, siamo in detenzione." sbuffo girando finalmente la pagina, consapevole di non aver capito nulla di quella prima.

Chiudo il libro di scatto e lo poso sul banco, incrociando le braccia al petto.
"A proposito di detenzione, cosa ci fai tu qua?"

Ricevo un risolino in reazione alle mie azioni, prima di vederlo poggiare la guancia sulla mano.
"Sono venuto da te con il viso distrutto, non è palese io abbia fatto una rissa?"

"Non credo tu abbia vinto contro questa persona, visto le condizioni in cui ti ha ridotto." gli lancio un'occhiataccia mentre mi scosto una ciocca di capelli dal viso, portandola frettolosamente dietro il mio l'orecchio.

"Ti basti sapere che lui è ridotto molto peggio"
mi fa l'occhiolino ed io gli rivolgo un'espressione disgustata, riprendendo a concentrarmi sul libro.
Vantarsi di aver picchiato qualcuno? Patetico!
Anche per me che ci son sempre vissuta, con questo.

"Oh da quale pulpito Alyiah! Mi fai davvero la predic con quell'espressione? Si, vado fiero di averlo picchiato, ma solo perché avevo delle buonissime motivazioni! Anche tu hai tirato un pugno a Brooklyn, oggi." sbuffa infastidito dal modo in cui, palesemente, stavo giudicando il suo comportamento.

"L'ho fatto anch'io, vero, ma aveva iniziato lei! Era autodifesa, la mia. Adesso, hai intenzione di dirmi i tuoi motivi?" il mio tono è sempre molto basso rispetto al suo, simile ad un sussurro.

"Il primo aveva toccato il sedere ad Abby. Davanti ai miei occhi. E lei era particolarmente infastidita da ciò. Quando l'ha richiamato, ha osato darle della puttana! A scuola! " vedo la mandibola tendersi immediatamente, mentre rivolge il suo sguardo fumante alla lavagna.
Il primo?
Perché, ce n'è un secondo?

È pieno di rabbia per l'azione svolta dal ragazzo e, dopo aver saputo la motivazione, sono completamente d'accordo con lui. Se qualcuno anche solo pensasse di toccare America senza il suo consenso, probabilmente esploderei.

Annuisco fingendo di dar poco peso alla questione, mentre aspetto con pazienza che lui mi riveli la seconda motivazione.
"Allora? Perché hai picchiato il secondo?"

Vedo il suo sguardo tornare immediatamente su di me, passando in rassegna il mio intero busto, per poi fissarsi sui miei occhi.
"Il secondo non posso rivelartelo." borbotta interrompendo nuovamente il contatto visivo, il viso corrucciato in un broncio nervoso.
Che stronzo, mi fa salire la curiosità così!

BREATHLESSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora