Capitolo dodici.

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"Noi siamo l'enigma
che nessuno risolve."
Platone

I lampeggianti si fanno sempre più vicini, così come allo stesso modo il suono delle sirene giunge quasi assordante alle mie orecchie.
Sono bloccata al centro della strada senza un minimo piano, paralizzata.
Non è da me, non so cosa mi prenda.

Il rombo di una moto alle mie spalle mi fa saltare, e quando mi rendo conto di chi si tratti corro immediatamente verso di lui.
"Matthew, cosa cazzo torni indietro?! Pensa a scappare!" lo sgrido, cercando di incitarlo a partire.
Se arrestano solo me è un conto, ma non possono prendere anche lui.
Mi sentirei in colpa.

"Alyiah, salta su!" mi esclama contro il ragazzo, ricevendo un no secco in risposta.
"Me la cavo anche da sola, tu vai!"

Pensi sia il motivo giusto per fare l'orgogliosa, Alyiah?

"Finchè non sali, io non vado via!" esclama ancora in risposta, ricevendo uno sbuffo da parte mia.
Gliela do vinta, salendo in fretta in furia dietro alle sue spalle, per poi stringerlo fortissimo in vita mentre affondo il capo nella sua schiena.
Il respiro affannato per l'ansia della situazione.
I problemi con la legge non sono parte del mio piano.

"Veloce Matthew, sono già qua!" grido mentre la moto inizia a sfrecciare sull'asfalto fin troppo ardente.
Mi rilasso troppo in fretta contro il suo corpo, tanto che la vista di una volante che c'insegue mi rende ancora più nervosa, facendomi attaccare quasi morbosamente alla giacca del mio compagno.

Matthew senza pensarci due volte accellera più che può, permettendoci di guadagnare un bel po' di vantaggio sull'auto.
Vorrei cantare vittoria, ma il fatto che questa sia una strada a senso unico mi fa capire che, prima o poi, verremo raggiunti dai poliziotti.

Nel momento in cui raggiungiamo una zona abitata, di case popolari principalmente, il mio "amico" accosta in un punto nascosto, per poi scendere.

"Ma che cazzo fai?" chiedo quasi arrabbiata, colma di nervosismo per la polizia che si fa sempre più vicina.
"Togliti la giacca ed il casco, legati anche i capelli e pulisci il rossetto. Veloce!" esclama, ed io nonostante sia in preda ad una crisi di nervi, sperando con tutto il cuore che la sua idea possa funzionare.

Inizia a correre non appena abbiamo finito, stringendomi forte la mano e trascinandomi con sè.
Si avvicina ad una panchina singola e si lascia sedere, panchina troppo esposta alla strada per i miei gusti, tanto da provocarmi ancor più confusione mista a puro nervosismo.

"Cazzo Matthew, ma ti sembra il posto ed il momento giusto per riposare?!"gli sbraito contro, mentre un brivido mi percuote la spina dorsale alla vista della luce blu della volante.

Lo sguardo infastidito che mi lancia, lascia intendere il fatto che lui sappia cosa stia facendo, tanto che quando mi tira a sedere su di sè, non oppongo minimamente resistenza.

"Ho un piano Alyiah, fidati di me per una volta. Non puoi fare di testa tua, non adesso. " sussurra, ricevendo in risposta solamente un'occhiata raggelante, al sentire l'ultima frase.
Sbuffo leggermente e prendo a giocherellare con le mie stesse dita, fin troppo nervosa per concentrarmi sulla situazione.

Nel momento in cui la polizia è più vicina, la mia preoccupazione diventa maggiore, terrorizzata dal fatto che possano riconoscerci.
" Se questo piano non funziona io-" provo a minacciarlo ma la frase non riesce mai a vedersi completa, interrotta dal tocco dolce ed improvviso delle sue labbra sulle mie.

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