Capitolo Sette

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Quando i Gemelli raggiunsero Kuznetsov, l'uomo aveva uno sguardo serio e stava dirigendo vari uomini di grado inferiore, dandogli indicazioni su dove portare le squadre di soldati.
Non appena li vide pronunciò le parole che mai avrebbe immaginato di dire o anche solo pensare.
-Per fortuna siete arrivati.- li accolse con aria cupa, la paura verso i due ragazzi quasi totalmente sparita, coperta dall'urgenza dell'allarme.
-Ci stanno circondando. Sono soldati di una base russa dello S.H.I.E.L.D. Da quando hanno scoperto che l'Hydra era anche tra le loro schiere stanno tentando di stanarci, potremmo avere bisogno di voi.-
I due Gemelli annuirono all'unisono.
Quando gli si presentavano situazioni come quella ogni rivalità, discussione o disaccordo spariva.
Era ironico dirlo, ma gli eserciti li univano, le battaglie aumentavano il loro legame, la guerra creava la pace tra i due.
Avevano qualcosa per cui lottare, e la sensazione di unione che veniva inesorabilmente dopo l'utilizzo dei loro poteri faceva sembrare i motivi dei loro piccoli e rari litigi così inutili e superflui che se ne scordavano, magari anche per anni.

-Madison, prendi i Gemelli e portali nel Punto X.- ordinò ad alta voce l'ufficiale, mentre prendeva il mitra che gli stava porgendo uno dei soldati che la Gemella aveva visto nella sala pesi, la settimana precedente.
Uno degli uomini già armati si avvicinò ai due, il terrore con cui solitamente i militari li guardavano completamente assente nei suoi occhi.
-Seguitemi.- disse sbrigativo, evitando i suoi compagni nella strada verso una scalinata.
-Sono Liam Madison, e sono ufficialmente la vostra scorta.- spiegò voltando appena il capo all'indietro, mentre avanzava gradino dopo gradino, senza prestare attenzione agli uomini che gli passavano accanto, andando nella direzione opposta.
-So che non siete di molte parole. Sapete il codice Morse?- continuò l'uomo. Le scale finivano in un corridoio al piano superiore della base. A destra e a sinistra l'ambiente si allungava in una struttura simile ad una prigione, senza che si riuscisse a percepire una fine.
Qualche rado uomo si dirigeva verso le scale alle loro spalle, scendendo il più velocemente possibile.

-A sinistra.- dichiarò Liam Madison, svoltando nella direzione appena indicata, seguito dai due ragazzi come sempre silenziosi.
Si voltò per vedere se i due davano una risposta alla precedente domanda. Entrambi annuirono, mentre il corridoio svoltava un'altra volta.
-Perfetto. Se dovesse succedere qualcosa e io non dovessi esservi vicino, comunicate con quello. O almeno chiamatemi, bastano una L e una M e io sarò da voi.-
I Gemelli non risposero e l'uomo lo prese come un segno di consenso al piano.
Il corridoio finalmente terminò e si trovarono a salire un'altra scalinata ancora, che questa volta terminava su una pedana protetta appena sotto il tetto della base. I muri erano stati rimpiazzati da enormi vetrate che consentivano di vedere tutto intorno alla base.
La vista non era delle migliori: un intero esercito, anche se più piccolo di quello presente nella base, stava circondando l'edificio, le armi spianate e i colpi pronti in canna.

Madison guardò la situazione scuro in volto.
-Usarvi sarebbe troppo pericoloso.- disse, come se dovesse delle spiegazioni ai due ragazzi. -Segnalerebbe la vostra posizione e rischieremmo di trovarci gli Avengers alle calcagna prima che vostro padre possa venire a riprendervi. Cinque giorni sono un'infinità, se paragonati al tempo in cui viaggiano le notizie. E gli agenti dello S.H.I.E.L.D.-
Sotto di loro, a est, qualche soldato russo uscì dalla base e i due fronti aprirono il fuoco. Nelle schiere nemiche caddero alcuni uomini, ma altrettanto fu per i soldati loro alleati.
Nel frattempo a nord uno squadrone stava completamente ripulendo il perimetro dai nemici, falciando gli uomini come fossero bersagli ad un gioco da Luna Park.
Madison fece un sorrisetto.
-Gli uomini di Fury si stanno rammollendo, a quanto pare.-

A sud i nemici cominciarono ad avanzare, approfittando del "pareggio" che si stava avendo a est.
Ad ovest invece la situazione sembrava completamente immobile.
Davanti a loro, l'ultimo nemico cadde e lo squadrone nord si spostò ad aiutare quello est.
Kuznetsov uscì dalla base con la propria squadra, nel tentativo di ricacciare indietro i nemici di sud.
Liam si irrigidì di colpo.
-È una trappola.-
I Gemelli al suo fianco inclinarono la testa di lato, nella stessa identica angolazione.
-Dovete andarvene, subito.-
Il soldato li prese ed uscì dalla piattaforma in fretta e furia, bloccando la porta alle loro spalle.
Fecero di corsa la strada al contrario, il fucile di ultima generazione che tremava leggermente tra le mani di Madison.
Quando furono nel primo corridoio che avevano incontrato si udì uno scoppio sopra le loro teste.
La Gemella sentì la pelle d'oca formarsi sul collo, riconoscendo anche da quella distanza il rumore del vetro che si spaccava, andando in mille pezzi.
-Presto!-

Continuarono a correre finché non si ritrovarono di nuovo davanti alla camera dei Gemelli, con stupore dei due ragazzi.
Il soldato guardò nel corridoio, assicurandosi che fosse libero.
-Entrate nella stanza successiva.- gli ordinò. -Io rimarrò a fare la guardia a questa porta, penseranno che siete qui dentro, se dovessero arrivare. Voi tenetevi pronti ad alzare le maschere.-
I due ragazzi annuirono e corsero verso la porta successiva. La ragazza si fermò sulla soglia, guardando verso il soldato che teneva il fucile pronto. Quello le fece segno di andare, mentre il fratello la trascinava dentro e bloccava la porta dall'interno.
I due ragazzi si trovarono da soli in una stanza pressappoco identica alla loro, solo adibita per ospitare una sola persona.
Doveva essere stata studiata per il maschio, dato che il letto era più grande del normale e le finestre illuminavano debolmente l'ambiente.

-Stai pronta.- sussurrò il ragazzo, tenendosi una mano sotto il mento, stretta sul bordo della maschera.
La ragazza fece altrettanto, assumendo una posa da attacco, nel caso avesse dovuto ricorrere ad un affronto diretto, prima di usare "l'arma segreta".
Fuori dalla base si sentivano incessanti spari. I Gemelli dedussero di trovarsi dal lato est della base, dato che i colpi erano sempre meno e voci possenti gridavano in russo di spostarsi verso l'ovest scoperto.
Passarono interminabili minuti prima che la porta della stanza si aprisse. I due ragazzi sollevarono di poco le maschere, pronti a toglierle  completamente in caso di pericolo.
Non avevano sentito spari vicini tuttavia, il che li conduceva al pensiero che Liam Madison non doveva essere stato colpito o messo fuori gioco.
Quando la porta si aprì difatti si trovarono davanti il viso tirato del soldato.
-Se ne sono andati.- disse. -Siamo...-

Non riuscì a terminare che si udì un forte sparo e la tuta militare si colorò di rosso all'altezza del fianco sinistro.
L'uomo cadde a terra, preso alla sprovvista, rivelando alle sue spalle due soldati dello S.H.I.E.L.D. con i fucili puntati sui ragazzi.
-Gli occhi!- gridò la ragazza, facendo frantumare le finestre della stanza e un paio del corridoio.
Liam premette il volto contro il pavimento, una mano stretta sul fianco ferito, mentre i due rivali tentavano invano di ripararsi dai vetri.
Quando rialzarono lo sguardo incontrarono quello mortale dei due Gemelli.
La maschera della ragazza cadde a terra, mentre i due uomini di fronte a loro si bloccavano con i volti deformati dalla paura. La loro pelle si increspò di grigio, come fosse roccia, e poi si riempì di crepe. In un secondo di loro non rimase che polvere ai piedi del soldato Madison, che gemeva nel tentativo di spostarsi.
La Gemella riprese la maschera che era sfuggita dalle sue dita e se la rimise, correndo poi dall'uomo ferito e piegandosi al suo fianco voltandolo sulla schiena.
-È finita?- chiese tossendo Liam Madison.
La ragazza annuì, premendo una mano sulla ferita, nella speranza di fermare l'emorragia.
-Bene...- mormorò il soldato. -Siete salvi...-

E i suoi occhi si chiusero per sempre.





Wakanda
Wow, questo è il mio primo spazio. Credo.
In ogni caso oggi pubblico due volte per farmi perdonare dell'assenza dei giorni scorsi e vi dico che non metterò più gli aesthetic sopra ogni capitolo perché sono troppo pigra per farli e altrimenti non pubblico più.
Detto questo, oggi mi hanno bidonata male all'ultimo minuto, ma in compenso il mio relatore all'assemblea d'istituto era uguale ad Howard Stark.

Pace a tutti.

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