Capitolo Dodici

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Quarteira era il posto più tranquillo e isolato dal mondo che i Gemelli avessero mai visitato e sopratutto nel quale avessero vissuto.
La spiaggia tutta intorno alla base rendeva il clima meno teso, come se quella non fosse davvero una caserma militare, ma che volessero solo far finta che fosse tale.
Il mare cristallino era un'ottima distrazione nei momenti di stress e un fantastico rimedio per l'afoso caldo che, nonostante fossero ancora ai primi mesi dell'anno, già si stava insinuando nelle vite dei portoghesi.
Non erano rari gli allenamenti in acqua, le corse sulla spiaggia, le marce sul bagnasciuga o le prove di soccorso e battaglia in mare.
Ciò rendeva anche il peggior allenamento militare molto più gradevole e lo faceva apparire meno tremendo e stremante agli occhi dei Gemelli.
E poi ovviamente c'era la questione dei soldati.
Nonostante la base fosse ampiamente dentro il confine portoghese, i soldati spagnoli erano forse più della metà lì dentro. I due ragazzi avevano scoperto che per quanto anche essi fossero terrorizzati dai "famigerati Gemelli Medusa", gli spagnoli e i portoghesi erano cordiali e ospitali almeno dieci volte più di tutti i militari incontrati in precedenza.
Nessuno li respingeva, le persone non smettevano di parlare al loro passaggio e se doveva capitare di trovarsi sulla stessa barca non c'era nemmeno un uomo che protestasse o fosse soggetto ad attacchi di panico.
Era quasi come se lì la loro fama fosse arrivata attutita, come se nessuno avesse ben capito quanto letali erano quei due ragazzini in maschera.

Ovviamente, i ragazzi non si lamentarono mai di ciò. A differenza di Sweeney, loro non avevano come obbiettivo principale quello di essere temuti, non che ne avessero bisogno in ogni caso. Essere rispettati e trattati come persone qualunque e non come armi pericolosissime stava facendo bene al loro spirito. In un certo senso la base di Quarteira li stava plasmando dal nulla, allenando il corpo e sanando la mente, aprendo l'anima e costruendo il cuore.
Ironico a dirsi, trattandosi di una caserma che preparava gli uomini alla guerra, l'invenzione più pericolosa che gli umani avessero mai fatto.
Ma i Gemelli trovarono una vera e propria casa in quella semplice base così insignificante e di cui quasi nessuno era a conoscenza. Era come se il clima caldo e temperato riflettesse anche ciò che si provava nei luoghi che colpiva inesorabilmente, una specie di cura per chi troppo a lungo aveva subito il freddo della Russia.

Fu così che l'intero mese di Febbraio passò, con un pizzico di dispiacere da parte dei due ragazzi, decisamente in fretta.
Era il 4 Marzo e quel giorno il sole splendeva un po' meno del solito, coperto da qualche lieve nuvola.
I Gemelli, chiusi nella loro camera, leggevano entrambi. È difficile da spiegare a parole per chi non era lì in quel momento, ma se una persona avesse dovuto trovarsi in quella stanza dalle pareti color menta dopo aver visto come era stato il rapporto tra i due fratelli a Samara, avrebbe detto che si trattava di due ragazzi differenti. I due fratelli avevano un'armonia tutta nuova, un legame di nuovo saldo e un amore fraterno più profondo di quanto era stato negli ultimi tre anni. Entrambi sedevano sui rispettivi letti, il maschio con le spalle al muro e la ragazza a gambe incrociate al centro del materasso, gli sguardi concentrati sulle pagine sotto ai loro occhi. Leggevano due libri differenti, eppure il loro legame empatico non era mai stato così in armonia come in quel momento, come se stessero provando la stessa identica sfumatura di pace interiore nello stesso istante, cosa impossibile anche per due fratelli gemelli.
Eppure quel silenzio che regnava nella camera non era opprimente o carico di parole non dette, solo rilassante e portatore di calma.

Se almuerza!-
La consueta voce risuonò squillante tra i muri della base e tutti i militari si diressero da tutte le direzione verso la sala principale, convergendo in un'enorme spazio a cielo aperto rettangolare, una sorta di refettorio che lasciava vedere il cielo sereno e faceva arrivare ai commensali il rumore della risacca e delle onde che sbattevano contro gli scogli della costa a mezzo chilometro da lì.
I due Gemelli riposero i libri sui materassi e si diressero anche loro verso il refettorio, nei loro vestiti non più del consueto bianco.
Il ragazzo indossava -come facevano molti militare nel tempo libero- una camicia aperta, di un azzurro tenue, che lasciava vedere il suo fisico scolpito. La femmina invece aveva una camicetta corta, legata sul ventre da un nodo che lasciava così leggermente scoperta la pancia, come aveva visto fare in California tanti anni prima, quando ancora spostarsi per l'America non era troppo rischioso per la loro segretezza.

I due ragazzi arrivarono alla mensa e presero posto al solito tavolo, al quale poco dopo si aggiunsero altri due soldati.
Incredibile vero? Erano riusciti a farsi degli amici.
Rodrigo e Alvaro erano cugini aventi un solo anno di differenza e avevano preso in custodia i due Gemelli fin dal loro primo giorno, inizialmente per puro caso. Ai due spagnoli era toccato infatti il compito di mostrare la struttura ai fratelli appena arrivati e così era nata un'intesa che in quel mese si era trasformata in un vero e proprio legame.
-Chicos, vi gusta il cibo?- domandò Alvaro, mentre mangiava la propria porzione di paella con gusto.
La ragazza, la maschera leggermente sollevata per potersi portare il cibo alla bocca, annuì, mostrando un impercettibile sorriso sotto la lastra bianca e oro.
-E a te, hermano?- domandò Rodrigo, voltando la testa verso il ragazzo.
Il Gemello mandò giù il boccone che stava mangiando e puntò la forchetta verso l'amico.
-Favolosa.-
I due spagnoli sorrisero fieri della loro cultura.

Già, un altro enorme passo nell'evoluzione che i due ragazzi stavano avendo a livello relazionale era stato proprio quello di parlare.
O almeno, il maschio parlava, della femmina avevano detto che era nata muta, nascondendo il potere ancora incontrollato che la sua voce esercitava sugli oggetti prevalentemente di vetro.
-Oggi ci portano sulla spiaggia.- dichiarò Alvaro, mangiando in fretta il suo pranzo. -Facciamo meditazione.-
-Mia sorella è bravissima in quello.- disse subito il Gemello guadagnandosi un'occhiataccia da sotto la maschera della ragazza.
-Wow Princesa, sai proprio fare todo.- le sorrise Rodrigo, seduto di fronte alla ragazza. Gli altri due ragazzi del tavolo si guardarono e anche se Alvaro non poteva vedere il volto del Gemello, il messaggio fu molto chiaro a entrambi.
-Forza chicos, mangiate in fretta!- li richiamò tutti il cuoco, battendo impaziente con un mestolo sul pentolone e facendo terminare le chiacchiere ai vari tavoli.



Wakanda
Allora people, cosa ne pensate?
Questo capitolo è ricco di avvenimenti e novità che hanno stravolto quasi completamente l'immagine che fin'ora era passata sui Gemelli.
Fate ben attenzione ai due cugini, uno dei due in particolare sarà veramente essenziale per lo svolgersi dei fatti da qui in avanti e sarà la chiave per far incontrare per la prima volta Gemelli e Avengers.

I prossimi due capitoli saranno più calmi, ma da quello dopo in poi preparatevi a vedere la storia sconvolgersi completamente, perché succederà veramente di tutto.

Detto ciò, evaporo.

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