Negli anni a venire Tony, così come molti altri Avengers, si chiesero se avessero potuto cambiare ciò che accade grazie al potere di Evie.
Per giorni e notti il grandioso Iron Man fu tormentato dalla medesima domande: se lei l'avesse visto, cosa sarebbe successo?
Ma era una domanda che non aveva risposta, ormai non potevano saperlo.
E non potevano neanche chiedere alla ragazza stessa cosa avrebbe fatto se avesse saputo prima cosa sarebbe successo quel 15 Dicembre a Vancouver.-Vancouver?-
-Vancouver.-
Evie corrugò la fronte, mordicchiando l'estremità della penna mentre provava a ricordare se ci fosse mai stata.
-No. Toronto sono sicura, ma Vancouver credo di no.-
Peter lanciò la pallina da baseball in aria e la riprese a pochi centimetri dal volto.
-Il signor Stark c'è stato, dice che è un bel posto.- rispose il ragazzo, continuando a giocare con la pallina.
-Ed è per questo che vogliamo andarci armati fino ai denti?- domandò sarcastica lei, appoggiando la biro sulla scrivania che le era stata fornita ma che non aveva mai usato, se non per abbandonarci sopra oggetti.
-Il colonnello Rhodes ha rintracciato il segnale di una base Hydra, o qualcosa del genere.- spiegò Parker, lanciando la pallina più in alto.
-Continuo a pensare che sia strano...- mormorò Evie.
Aveva lavorato con l'Hydra per quasi undici anni e non aveva mai sentito parlare di una base operativa e attiva a Vancouver, ma poteva sempre essere una novità.
D'altro canto era più di un anno che era passata, ufficialmente, dal lato degli Avengers.
-Ehi, guarda il lato positivo: passeremo il natale in Canada!- disse Peter, sorridendo verso di lei mentre riprendeva la pallina, senza nemmeno guardarla.
Evie sbuffò divertita.
-Cap in Canada? Davvero il colmo.-
Parker rise a quel commento, tirando la pallina verso la ragazza che la prese al volo senza difficoltà e gliela ritirò parecchio più forte. Il ragazzo si girò per cercare di prenderla e cadde dal letto, facendo ridere forte Evie.
Quando la testa di Peter spuntò oltre il materasso il ragazzo rimase a guardare la guerriera ridere così di gusto.
-Mi piace quando ridi.- disse, arrossendo immediatamente dopo aver pronunciato quelle parole.
Lei si alzò dalla sedia della scrivania e si sedette sul proprio letto, mentre Peter ci si riarrampicava sopra come un bambino.Evie appoggiò la schiena al muro, mentre Peter si posizionava tra le sue gambe, con la testa sul suo ventre. La pallina era sparita da qualche parte sul pavimento della camera, ma al ragazzo non importava più molto dell'oggetto, ora che aveva la piena attenzione della sua ragazza.
Evie cominciò ad accarezzargli i capelli lentamente mentre lui le prendeva l'altra mano.
Quando Evie l'aveva incontrato su quel tetto in Turchia, più di due anni prima, non avrebbe mai pensato che sarebbe stato proprio quel ragazzo a farla sentire viva. Era un ragazzino coraggioso e altruista, che nonostante lei fosse un'assassina di prima categoria l'aveva salvata e cercato di essere gentile con lei, l'unico che si era interessato a lei quando era stata rinchiusa nella prigione che era stata casa sua per mesi. Evie si chiese se si sarebbe trovata lì a quell'ora, se non avesse mai incontrato Peter.
Il ragazzo chiuse gli occhi, lasciandosi tranquillizzare dal tocco della ragazza, il tutto in un silenzio quasi surreale.
Ma come capitava sempre, il momento durò poco.
La porta della stanza si spalancò e Steve, senza curarsi minimamente di cosa i ragazzi stessero facendo, entrò.
-Tra dieci minuti dovete essere in soggiorno per le istruzioni sulla missione in Canada.- dichiarò.
-Steve! Li hai interrotti!- lo riprese la voce di Natasha alle sue spalle, mentre il Capitano richiudeva la porta della camera, senza attendere una risposta dai due.
I ragazzi ridacchiarono, arrendendosi al fatto che ormai il momento si era spezzato e che entro cinque minuti avrebbero dovuto scendere al piano di sotto, a meno che non volessero beccarsi una delle "occhiatacce alla Stark", come le chiamava Sam quando Tony non lo sentiva.Il ragazzo si mise seduto sul materasso, stiracchiandosi e poi voltandosi verso la ragazza.
-Che ne dici se quando torniamo da Vancouver vieni a New York con me per un po'? Zia May ti adora e io dovrei veramente tornare a scuola.- propose il ragazzo, mentre Evie incrociava le gambe sopra le lenzuola bianche.
La ragazza sorrise alla proposta, annuendo.
-Tua zia ha molto più senso della privacy di tutti gli Avengers messi insieme. E poi cucina benissimo.-
Peter rise, spostandosi al fianco di Evie e cingendole le spalle con un braccio.
-Ora è meglio se scendiamo, o a Vancouver ci spediscono per posta.- disse la ragazza e i due si alzarono, abbandonando definitivamente quell'angolo in cui riuscivano a stare da soli, o almeno fingevano di riuscirci.
Giù nel salotto c'erano quasi tutti gli Avengers presenti nella torre eccezion fatta per, come c'era da aspettarsi, Tony.
-E noi che pensavamo di essere in ritardo.- commentò Peter mentre lui e la ragazza si avvicinavano al divano per prendere posto.
-Non amoreggiate sul mio divano.- li ammonì Stark, entrando nella stanza in quello stesso istante e sistemandosi le maniche della maglia mentre si avvicinava agli schermi interattivi.
Qualcuno sorrise in direzione dei due ragazzi, ma tutti tornarono seri non appena l'enorme ologramma di una cartina del Canada si aprì nel salotto.
-Guarda Cap, il tuo peggior incubo.- lo schernì Clint, dando una leggera gomitata a Steve, che scosse la testa con espressione esasperata.-Bene, Vancouver.- prese la parola Tony, indicando il puntino sulla mappa che portava il nome della città. -Rhodey dice che hanno ricevuto una soffiata e, a quanto dicono i controlli, c'è davvero qualcosa da quelle parti. E per qualcosa intendo qualcosa di grosso.-
-Più grosso dell'astio tra Steve e il Canada?- domandò Evie, beccandosi un'occhiataccia alla Stark.
-Hai inghiottito un dizionario prima di venere qui, Stack?- domandò Iron Man, seccato dall'ennesima interruzione. Nonostante amasse prendere in giro Rogers, amava molto di più avere tutta l'attenzione su di sé, sopratutto se stava spiegando un suo piano.
-Da quanto Peter è un dizionario?- rincarò Sam, facendo diventare bordeaux il volto del giovane Parker, mentre Natasha lo ammoniva con un -Sam!- e Clint si mordeva il labbro inferiore per non scoppiare a ridere.
-Stavo dicendo.- Tony tornò in possesso dell'attenzione collettiva, nonostante Peter fosse ancora di un colorito preoccupante. -Potrebbe essere pericoloso, ma siamo gli Avengers quindi per noi pericoloso significa assolutamente normale. Partiremo tra una settimana, a mezzogiorno. Rhodey dice che il buio ci sarà d'aiuto.-
-E così Steve non vedrà le bandiere Canadesi.-
-Il prossimo che fa una battuta sul fatto che Captain America si troverà in Canada, a Vancouver ci arriverà su un monopattino.- disse Tony, alzando il tono di voce e facendo scambiare uno sguardo divertito tra i due più giovani.
-Ora andate, mi farete scoppiare la testa prima o poi.- li congedò Stark e una risata collettiva vibrò nell'aria.Wakanda
Sì, mi sono parecchio divertita nel riempire questo capitolo di battute sull'argomento "Cap in Canada".Ma no, ciò che avverrà a Vancouver, come preannunciato a inizio capitolo, non sarà altrettanto divertente.
Se vi può consolare, in questo momento sto aspettando di fare il mio primo esame del sangue e sto semplicemente morendo di paura e ansia, oltre ad avere fame.
Mi sento come Captain America costretto a passare una settimana in Canada, usando la bandiera di quello stato come mantello.(No, le battute contro Steve non finiranno più e sì, la mia vita invece lo farà con questo esame maledetto)

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||Progetto Gemelli Medusa|| ✅
Fanfiction"Tra le schiere dell'Hydra era nato un modo di dire: qualora vedessi due maschere guardarsi, eri già morto." →|Pre - durante "Avengers: Infinity War"| [#1 in "Supereroi" ; 27 Dicembre 2018] [#2 in "Tony Stark" ; 30 Dicembre 2018] [#3 in "Twins" ; 30...