Il concetto di "casa" era molto volatile per i due Gemelli.
Dovevano considerare casa l'eliveivolo? Oppure ogni singola base in cui avevano vissuto era stata casa loro?
Nei libri si diceva che casa è dove ci sono le persone che ami, dove stai bene con te stesso e con ciò che hai accanto.
Tutte parole vuote, concetti profondamente estranei ai due ragazzi, cresciuti con valori diversi, con una vita basata sul terrore invece che sull'amore e con scopo ultimo la supremazia, non la felicità.
Perciò, qual'era casa loro?
La ragazza non lo sapeva per certo, ma se c'era una cosa di cui era convinta, quella era il fatto che la base di Samara era stata casa sua, quei soldati la sua famiglia, anche se forse non tutti.
La domanda quindi le sorgeva spontanea: se mai avesse potuto scegliere dove andare, sarebbe mai tornata in quella piccola base in Russia?
Forse sì, ma non avrebbe potuto dirlo con certezza. Ora la sua mente si stava distaccando dal passato, sempre così costantemente confuso, incanalando ogni sua energia verso il prossimo futuro: la nuova base, a Quarteira, in Portogallo.
Era una base isolata dal mondo, sulla costa meridionale dello stato, praticamente estranea a chiunque non ci abitasse. Un nascondiglio sicuro, che li avrebbe accolti fino a Maggio. Un lasso di tempo consistente, rispetto a quello a cui erano abituati.Il Portogallo era uno stato caldo a causa della vicinanza con l'Africa e le temperature raramente si abbassavano veramente tanto.
E facendo conto che i ragazzi avevano passato gli ultimi anni a spostarsi in zone della Russia o comunque di altri paesi parecchio freddi, quel cambiamento climatico li avrebbe scombussolati non poco.
Per dei ragazzi qualunque quella sarebbe stata una perfetta vacanza al mare, ma ormai avrete tutti capito che loro di normale avevano ben poco.
I Gemelli, guardavano la lastra di mare sotto di loro da due finestrini differenti, riuscendo già a scorgere non troppo lontane le coste del Portogallo. Era questione di minuti e l'eliveivolo avrebbe cominciato a scendere di quota, lasciando poi i due fratelli nella loro nuova casa.
Sweeney non si era più fatto vedere per tutto il viaggio e quel 2 Febbraio i Gemelli erano completamente da soli nell'enorme stanza dove si erano accomodati il giorno prima, mentre volavano verso l'inevitabile massacro di Valdez.
I due ragazzi odiavano passare troppo tempo sull'eliveivolo: per quanto esso fosse rifornito di ogni comfort desiderabile, a loro sembrava sempre di essere in un'enorme prigione progettata apposta per contenere due pericolosi soggetti come loro.
Quella sensazione era nata quando ancora erano piccoli e non li aveva mai abbandonati, trasformandosi da un semplice pensiero infantile ad una inquieta certezza.-Tra diciassette minuti l'eliveivolo atterrerà a Quarteira.- annunciò da un altoparlante la voce del pilota, gracchiando in tutta la struttura metallica.
I due Gemelli voltarono i volti l'uno verso l'altro, prendendo una muta decisione, e si diressero insieme verso il piano più basso della costruzione, dove si apriva la passerella di atterraggio che avevano percorso milioni di volte nelle loro relativamente brevi vite.
Lì, dopo un giorno intero durante il quale non avevano avuto sue notizie, videro James Connor Sweeney, intento a parlare con una donna della scorta personale dell'eliveivolo.
L'uomo indossava un'insolita camicia di un giallo chiaro, tendente al crema, sbottonata fino all'altezza del cuore, lasciando così intravedere il torace sottostante, perfetto in ogni suo muscolo. Una scelta di vestiario che i ragazzi trovarono interessante, ma dato il caldo improvviso a cui erano andati incontro entrando nei confini dell'Europa non se ne meravigliarono più di tanto.
Anche loro avevano dovuto modificare il loro abituale abbigliamento, non potendo utilizzare gli abiti creati per resistere al rigido inverno Russo in uno stato al pelo dell'Africa, dove anche quando faceva freddo in realtà faceva caldo.
Le classiche e ormai segno caratteristico dei Gemelli tute bianche erano sempre al loro posto sui due corpi, con qualche modifica apportata al fine di ottimizzarne l'efficacia.-Oh, siete qui.- disse l'uomo ai ragazzi appena giunti nella stanza, senza staccare lo sguardo dai documenti che la donna della sicurezza gli stava porgendo. -Siete pronti?-
Niente tono amabile, niente sorrisi a trentadue denti, nessun "cari" o "figli miei"; solamente un tono spiccio e realistico, di chi non ha più voglia di girare intorno ad una questione.
L'adulazione e la falsità erano nella natura di Sweeney e vederlo così schietto e distaccato rese nervosi i ragazzi, che non sapevano come prendere quel cambiamento improvviso di carattere.
Nonostante ciò, i due annuirono all'unisono, rispondendo alla domanda posta loro dal padre.
Sweeney firmò su uno dei fogli che stava tenendo la donna, guardando poi quelli sotto.
-Allora prendete le vostre cose e mettetevi sulla pedana. Cinque minuti e vi scarichiamo.- terminò l'uomo, mettendo un punto con la biro alla fine della parola che stava scrivendo e ridando la penna alla donna, voltandosi poi verso altri uomini, gridando richieste o chiedendo aggiornamento su diversi parametri e questioni che i Gemelli non comprendevano.Se non fosse stato che i due non parlavano mai, si potrebbe dire che ammutolirono.
Mai da quando avevano memoria il padre li aveva "scaricati" ad una base ospite senza presentarsi di persona insieme a loro, dando istruzioni ai generali e tenendo un discorso ai soldati, qualcosa che aiutasse l'immagine terroristica che tutti avevano del boss Hydra.
E proprio ora che avrebbero trascorso più del solito tempo stabilito in una base lui avrebbe dovuto voler sfruttare l'occasione per dare mostra di sé, parlare della potenza dei Gemelli e incutere del sano terrore tra i propri alleati, così da assicurarsi che nessuno avesse mai il coraggio di ribellarsi.
E invece James Sweeney se ne stava lì, nella sala "d'accoglienza" -così veniva chiamata- nella sua insolita camicia gialla a fare il Tony Stark della situazione, in mezzo ai lavori e agli impiegati.
Sweeney non era mai stato così.
Non si mischiava quasi mai con i dipendenti e lasciava che fossero altri ad interessarsi a cose come i motori o i generatori dell'eliveivolo.
Lui non era il tecnico, era il genio che era riuscito a convincere il meccanico che le idee partite da Sweeney fossero sue. Un mago della psicologia, si potrebbe dire.I Gemelli sperarono, per la prima vera volta da molto tempo, di scendere alla svelta sul suolo terrestre, lasciando quella che sembrava una vita completamente diversa dalla loro.
Possibile che si fossero svegliati in una realtà parallela?
La struttura si abbassò lentamente sulla spiaggia meridionale dello stato e ben presto i carrelli metallici erano saldi nel terreno sabbioso poco distante dalla base di Quarteira.
Senza troppi convenevoli i Gemelli furono lasciati sulla spiaggia, forniti solo dei pochi effetti personali che necessitavano per i restanti quattro mesi.
-Buona fortuna.- disse senza prestargli vera attenzione il padre, mentre guardava l'ennesimo foglio che portava l'inconfondibile marchio dello S.H.I.E.L.D. -Non uccidete nessuno.- concluse, chiudendo definitivamente il portellone e facendo poi ripartire l'eliveivolo.
E mentre esso decollava nuovamente, i Gemelli guardavano con enorme preoccupazione e un pizzico di paura la macchia metallica che spariva nel cielo.Mai in vita loro avevano sentito il padre dirgli di non uccidere nessuno.
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||Progetto Gemelli Medusa|| ✅
Fanfiction"Tra le schiere dell'Hydra era nato un modo di dire: qualora vedessi due maschere guardarsi, eri già morto." →|Pre - durante "Avengers: Infinity War"| [#1 in "Supereroi" ; 27 Dicembre 2018] [#2 in "Tony Stark" ; 30 Dicembre 2018] [#3 in "Twins" ; 30...