Capitolo Trentanove

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-Più su.-
-Non...non ci riesco.-
-So che puoi farcela.-
-E se ti facessi del male?-

-Ragazzina, le possibilità che tu faccia del male al Capitano sono meno di quelle che ha Wilson con la Romanoff.- dichiarò Tony, beccandosi l'ennesima occhiataccia da parte di Natasha, che tirò un calcio ancora più forte dei precedenti a Clint.
-Hey, prenditela con lui!- si lamentò Occhio di Falco, massaggiandosi la parte colpita e indietreggiando.
-Avanti Evie, più su.- ripeté Steve, guardando negli occhi la ragazza.
Lei prese una piccola rincorsa e, esattamente come le aveva insegnato la Vedova Nera, saltò, ruotando il bacino a mezz'aria e tirando un calcio diretto al mento del Capitano.
Steve le afferrò la suola dello stivale a qualche centimetro dal volto, facendo rovinare il suo corpo a terra, vittima della gravità.
-Ahi...- mormorò la ragazza reggendosi su un gomito, stesa a terra.
-Cosa dicevo?- esclamò Tony, da qualche parte alle spalle di Evie.
-Devi smetterla di trattenerti Evie.- Steve ignorò i commenti di Stark, sistemandosi i guanti senza dita ormai logori dal tempo e dalle battaglie. Quella dei guanti era evidentemente una passione che la guerriera e il Capitano condividevano, almeno in battaglia.

-Non voglio farti del male.- disse lei, alzandosi da terra un po' ammaccata. Era almeno la sesta volta che precipitava a terra in quella maniera e le sue ossa, se pur resistenti il triplo di quelle delle persone comuni, cominciavano a lamentarsi. Era più forte, non indistruttibile.
-Devi fare finta che non sia io. Se mai dovessimo trovarci a combattere non potrai non farmi male.-
-Perché mai dovrei combattere contro di te?- domandò Evie, stiracchiando le spalle e alzando la guardia. Lo sguardo degli Avengers presenti nella palestra si incontrò, creando un forte imbarazzo, talmente fitto da poterlo tagliare con un coltello.
-Riproviamo?- tagliò corto Rogers, mentre tutti gli altri tornavano ai loro allenamenti. Quando Evie si voltò scoprì che Tony se ne era andato, lasciando i quattro soli nella palestra.
-Va bene.-
Evie ripeté le operazioni precedenti, questa volta mirando al volto di Steve, ma l'esito fu lo stesso, con grande disappunto della corporatura della ragazza.
-Avanti Evie, puoi farcela.- la incoraggiò Steve, rimettendosi in posizione di difesa.
Evie tentò di nuovo.
Non voleva un'altra caduta, temeva che le sue clavicole non l'avrebbero retta. Si sentiva anche frustrata, in un certo senso: a meno di tre metri da loro Natasha e Clint se le davano di santa ragione, come se non fossero i due migliori amici che tutti li sapevano essere. Perché loro ne erano in grado e lei no?
Sapeva che persino Peter una volta si era ritrovato a lottare contro Cap, anche se le circostanze non le erano molto chiare.

Evie prese la rincorsa, cercando di immaginare, al posto di Steve, il volto di Sweeney, che le sorrideva accogliendola in quella che pretendeva fosse una casa per lei.
Gli stivali si staccarono dal suolo e Evie urlò.
Il polso di Steve riuscì a frapporsi tra il suo naso e la suola dello stivale di Evie per miracolo, ma il Capitano venne ugualmente sbalzato all'indietro, se pur di poco.
Evie atterrò in piedi, come le aveva insegnato Natasha, ansimando un poco.
-Ottimo lavoro!- esclamò felice Rogers, apparentemente illeso, avvicinandosi alla ragazza per darle un'affettuosa pacca sulla schiena.
Evie passò un braccio intorno alla vita del Capitano, sorridendo stanca ma soddisfatta, mentre quest'ultimo le cingeva le spalle con fare fraterno, accompagnandola fuori dalla palestra e dicendo qualcosa a proposito di un gelato.
I due lasciarono Natasha e Clint ad allenarsi, percorrendo i corridoi della base fino al luogo di ritrovo per eccellenza: il salotto.
Lì, come di consueto, si trovava la maggior parte degli Avengers, o almeno quelli che avevano voglia di stare in compagnia.

Per la prima volta da quella che le sembrava una vera e propria vita, Evie rivide il colonnello Rhodes, amico di vecchia data di Tony Stark e grande eroe della patria che Evie aveva incontrato esclusivamente durante la battaglia in Turchia, insieme alla squadra al completo.
Vedendoli entrare, Tony fece cenno a Steve di avvicinarsi.
-Rhodey, lei è Evie Stack, la nostra ultima arrivata.- la presentò l'uomo.
Il colonnello strinse la mano della ragazza, abituata a venir presentata a uomini d'esercito. Dopo due rapide parole e un saluto tra Steve e James Rhodes, esso tornò a parlare con Tony, mentre Steve portava Evie verso la cucina.
-Come promesso.- disse con un sorriso, porgendole una vaschetta ovale presa dal freezer.
In tutti gli anni passati con l'Hydra Evie non aveva mai mangiato del gelato, non sapeva nemmeno dell'esistenza di cose come i dolci, se non per qualche nome sentito dire sospirando con nostalgia dai militari.
Quando Peter le aveva mostrato il gelato per la prima volta il ragazzo si era divertito un mondo nel vedere l'espressione perplessa e diffidente della guerriera davanti al cibo preferito di tre quarti della popolazione mondiale.
-Mettiamoci sul divano, ma non dirlo a Pepper o mi strozza.- bisbigliò Steve con un'aria complice che risultava parecchio ridicola sull'eroe della patria che era di solito.

I due si spostarono quindi nel salotto a mangiare quella che Peter solitamente chiamava "merenda", anche se Evie non era ancora molto sicura su quale fosse l'utilità di quel pasto. La fame vera la attanagliava un paio di volte al mese, per via dei potenziamenti mirati al renderla il soldato perfetto, titolo che comprendeva l'utile fatto di necessitare scarse quantità di cibo pur rimanendo in forze.
Nonostante Steve avesse acceso il televisore, Evie trovò parecchio difficile non prestare attenzione ai due uomini che parlavano dall'altra parte del salotto, tenendo la voce bassa e lo sguardo serio.
Quasi non si stupì quando Tony richiamò la loro attenzione per fare un annunciò.
-Hanno localizzato la base in Portogallo.- dichiarò, mentre Rhodes teneva lo sguardo serio e indagatore sulla ragazza, cercando di cogliere ogni minima reazione. -Fury ha acconsentito a portare anche te Evie, nel caso tu voglia evitare il potenziale massacro ai tuoi due amici. Temiamo che possa andare come l'ultima volta.-
Nonostante Rhodey si sforzasse di cogliere anche il più piccolo segnale, dettato da un tremolio del labbro o dall'angolatura assunta dalle sopracciglia, Evie rimase impassibile per diversi istanti, quasi fosse fatta di pietra.
-Quando?- chiese infine, rimanendo seria come in poche occasioni l'avevano vista.
-Dopodomani, se accetti.- rispose Tony, guardando a scatti verso Steve, ancora seduto al fianco della ragazza e con un braccio disteso sullo schienale, appena dietro le spalle di Evie.
-Partiamo all'alba.- dichiarò Evie. -Il fuso orario ci aiuterà.-









Wakanda
E si ritorna in Portogallo, dove tutto ha avuto inizio. Cosa pensate accadrà? (CupidaGranger NON DIRE NULLA DI COMPROMETTENTE).

In tutto ciò, Peter è tornato da sua zia, il che vuol dire che non ci sarà nella missione.
Pensate sia un bene o un male che Evie ritorni nella base di Rodrigo e Alvaro senza l'amichevole Spider-Man di quartiere?

Visto che domani è natale e siamo tutti più buoni (SEH) ho deciso si fare la brava persona con un regalino: a mezzanotte posterò il prossimo capitolo, in aggiunta a quello giornaliero di domani.

Sappiate che siamo sempre più vicini alla realizzazione della Ever...

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