||Intermezzo||

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-No. No, no, Rupert ne abbiamo già parlato.-

Nick Fury camminava per l'enorme stanza tenendo vicino all'orecchio il cellulare quasi antico se confrontato all'alta tecnologia presente in quello stesso studio.
-Non posso nascondere la sparizione di un'intera città!- esclamò l'uomo, mentre uno dei suoi agenti gli porgeva una tazza nera.
-Grazie. No, Rupert, dovete inventarvi voi qualcosa.- proseguì la conversazione, sorseggiando il caffè che gli era appena stato portato.
-Sai quanta gente è morta? I parenti e gli amici se ne accorgeranno.- continuò alzando il volume della voce Fury, mentre piegava la testa vicino alla spalla per poter tenere il telefono contro l'orecchio mentre utilizzava entrambe le mani, una per tenere la tazza e l'altra per prendere dei fogli abbandonati su un tavolo di metallo.
-La gente non è stupida come pensiamo, Rupert, non puoi solo far finta che loro non si accorgano di ciò che accade.-

Nell'enorme stanza entrò un'altra agente nella sua solita divisa e attraversò a passò spedito il pavimento che ritraeva il simbolo dello S.H.I.E.L.D., dirigendosi verso Nick Fury.
-No Rupert, io non...-
-Direttore Fury.- lo interruppe l'agente appena arrivata. -Dovrebbe venire immediatamente.-
-Scusami Rupert. Cosa c'è di così urgente?- chiese il direttore, appoggiando la tazza sul tavolo e spostando il telefono dal volto, premendolo a schermo in giù contro il cappotto nero che indossava.
-Gli Avengers sono tornati.- disse l'agente, la quale aveva un tono urgente e gli occhi leggermente più sgranati del solito, come se ancora non credesse a qualcosa visto poco prima.
-Dicono di avere un "regalo".-
-Un regalo?- ripeté Fury, aggrottando le sopracciglia sopra la benda scura.
-Sì, emh...- l'agente si schiarì la gola. -Iron Man mi ha detto di riferirle che "la serata la dirigono loro".-

-La serata...- ripeté Fury capendo poi, purtroppo, cosa volevano dire quelle parole.
Si riportò il cellulare all'orecchio.
-Rupert ti richiamo.-
Non diede il tempo all'altro di rispondere, spense la chiamata e lasciò il dispositivo sul tavolo vicino alla tazza.
Poi si voltò e si diresse verso le porte dello studio, subito seguito dall'agente.
-Tony Stark.- mormorò appoggiando le mani sulle porte e spingendo i battenti di metallo per aprire le due soglie, uscendo così nel corridoio scenario di un costante viavai di agenti e occasionalmente anche scienziati.
Fury andava spedito, senza nemmeno chiedere dove gli Avengers si trovassero.
-Io ti ammazzo.- sibilò a denti stretti, assottigliando l'unico occhio visibile, riferendosi ancora al grande Iron Man.

-Emh, direttore...- tentò di dire l'agente, schivando un paio di colleghi e svoltando dietro a Fury.
-Non crede che...-
-Se avrò ragione.- lo interruppe Nick. -Avrai il resto del mese libero, Trevor.-
L'agente rimase muta, mentre il direttore dello S.H.I.E.L.D. apriva l'ennesima porta, trovandosi in ciò che di più simili c'era ad un parcheggio sotterraneo, dove però sostavano aerei privati e jet di fortuna al posto di automobili.
In mezzo allo spiazzo che portava il simbolo dell'organizzazione, il famoso gruppo di Avengers guardava verso di loro, in attesa.

Iron Man tornò con i piedi metallici a terra, aprendo la maschera e rivelando il volto di Tony Stark.
-Fury.- lo salutò, con il caratteristico tono che faceva venire voglia a chiunque di prenderlo a schiaffi.
-Che piacere rivederti.-
-Dimmi che non hai fatto ciò che penso Stark.- chiese Fury, andando subito al punto e ignorando le parole di Tony.
L'uomo sorrise rimanendo in silenzio per diversi istanti, guardando l'unico occhio di Fury.
Poi alzò un braccio metallico, facendo un cenno.
-Bimbo ragno.- chiamò.

Peter Parker, nella sua fedele tuta firmata Stark da Spider-Man e il volto scoperto dalla maschera, si calò dal soffitto, stringendo col braccio sinistro quello che sembrava un tappeto arrotolato.
Tornato con i piedi sul terreno avvolse anche il braccio destro intorno all'involucro, abbassandone poi l'estremità superiore, così da rivelare il volto incorniciato da capelli neri e spettinati di una ragazza.
La giovane, avvolta in quella che non era un tappeto, bensì una coperta, dormiva con le labbra dischiuse e il capo appoggiato al petto del ragno.
-Per lo scudo di Captain America...- mormorò esasperato Fury, passandosi una mano sulla testa e voltandosi lentamente.

-Si finge sempre che un regalo sia gradito Nick, non te l'hanno insegnato?- lo apostrofò Tony, perennemente sarcastico.
Fury tornò a girarsi verso l'uomo di latta.
-Sei completamente impazzito. Ci ucciderà tutti.- alzò la voce il direttore dello S.H.I.E.L.D., puntando un dito contro Iron Man.
-Nah, non lo farà.- rispose pacato il diretto interessato. -E poi il bimbo ragno la adora.-
Gli sguardi si spostarono su Parker, che alzò gli occhi dalla ragazza alla quale stava dedicando la sua completa attenzione.
-È forte.- concordò lui.
Tony tornò a guardare Fury con un sorriso ironico.
-Sentito? È forte.-

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