Wanda Maximoff aveva creduto di aver visto il vero lato disumano della ragazza quel pomeriggio ormai lontano nel quale aveva pronunciato il fatidico nome. Dopo aver visto quella ragazza stanca e devastata dal dolore tentare di ucciderla a mani nude fissandola con quegli occhi scarlatti, Wanda pensava di aver toccato il suo fondo, sperimentando quanto male l'uomo poteva procurare ad un suo simile.
Si sbagliava.
E lo scoprì in quella base sperduta della Russia, mentre guardava Evie camminare tra i soldati Russi con gli occhi tramutati in oro puro, lasciando dietro di sé una scia di polvere grigiastra.
Il resto della squadra si trovò a doverle semplicemente coprire le spalle, mentre la sedicenne avanzava nei corridoi, area dopo area, falciando le vite di chi aveva contribuito, a modo suo, a renderla quella sorta di mostro che Wanda aveva potuto vedere nella cella dell'Avengers Tower.Era incredibile come l'assenza di grida, rabbia, odio o combattimenti rendesse la scena del massacro ancora più terribile, facendo sembrare Evie ancora più pericolosa di ciò che già pensavano i suoi compagni.
Quella ragazzina era la prova vivente che non bisognava mai sottovalutare un nemico in base all'età o al sesso.
Era la più giovane di tutti lì dentro, ma avrebbe potuto porre fine alle loro vite solo schioccando le dita, se mai l'avesse voluto.
Era inevitabile per gli eroi ringraziare il fato per averla fatta schierare dalla loro parte e non contro di loro, o dubitavano che anche solo uno della squadra sarebbe riuscito ad uscire dalla base vivo.
-Ragazzi! Guai! Tanti!-
La voce spaventata di Peter fece arrestare quella sfilata di morte che stava conducendo Evie, facendo voltare la ragazza verso i compagni alle sue spalle, i quali rimasero tutti intimiditi dal bagliore sinistro che i suoi occhi dai colori innaturali emanavano.
Senza aspettare un ordine preciso corse avanti di qualche metro, gettandosi poi oltre una ringhiera, nel totale stupore della squadra.
Tony si paralizzò per un istante vedendo la ragazza scavalcare la balconata e gettarsi di sotto senza alcuna esitazione, temendo il peggio.
Poi una seconda voce venne trasmessa a tutti gli auricolari, facendo ripartire il cuore a metà dei componenti della squadra.-Peter dove sei?-
Tre piani più sotto, Evie correva nei corridoi pieni di quella che agli occhi di un estraneo sarebbe parsa semplice cenere, seguendo il rumore di combattimento più vicino.
-All'ingresso. Sono troppi, Evie io...- ma la comunicazione cadde bruscamente, impedendo alla ragazza di afferrare la fine di quella richiesta d'aiuto.
Continuò a correre per i corridoi che ancora ricordava alla perfezione, raggiungendo in fretta l'atrio ancora occupato dal portone che aveva buttato giù lei stessa.
Si guardò intorno cercando il costume rosso e blu tra le decine di tute verdi dei soldati.
-Peter!- gridò, quando riuscì a vedere la figura di Spider-Man cercare di non lasciarsi sopraffare dai nemici, troppo numerosi per lui.
Il ragazzo voltò il viso coperto dalla maschera verso di lei, distogliendo così l'attenzione dalla battaglia e non riuscendo a schivare in tempo l'impugnatura di un fucile che gli veniva sbattuta contro la nuca.
-No!-
Evie scattò avanti, mentre il cerchio di soldati più vicini si polverizzava dopo il suo urlo trattenuto.Prima di poter capire cosa l'avesse colpito, Peter si trovò a combattere schiena contro schiena con Evie, mentre intorno a loro si ammucchiava sempre più cenere delle vittime della ragazza e corpi intrappolati dalle ragnatele del giovane Parker.
Quel duo tanto improbabile quando funzionale e perfetto riusciva a mettere in difficoltà un esercito, soldati addestrati per anni, solo per giungere a quel combattimento che avevano già perso in partenza.
I due eroi parevano instancabili, al contrario dei militari che iniziavano a cedere, indeboliti anche dalla vista dei propri compagni che cadevano uno dopo l'altro, inesorabilmente.
Quando anche l'ultimo soldato russo fu ridotto ad un cumulo di cenere dispersa dal vento che entrava dalla soglia priva di porta, i due ragazzi si guardarono con un sorriso, dandosi il cinque in maniera un po' infantile.
-Siete stati fantastici, ragazzi.- li richiamò una voce metallica e ovattata, annunciando il ritorno della squadra al completo nell'atrio devastato. Un paio di loro erano feriti, Sam in particolare non sembrava essere nel suo giorno migliore, ma nessuno si trovava in stato critico.
-D'accordo, ora...-Bam!
-Peter!-
Il ragazzo cadde tra le braccia di Steve, il più vicino, mentre una preoccupante chiazza scura si spandeva sul fianco del costume.
Evie si voltò di scatto verso la direzione dalla quale era partito quello sparo, trovando un soldato schiacciato sotto una balconata crollata, il fucile ancora in mano.
L'uomo guardò negli occhi la ragazza quasi a volerla sfidare, sorridendo soddisfatto per quanto gli innumerevoli sfregi e ferite glielo permettessero. Sapeva che aveva perso, ma non avrebbe lasciato questo mondo senza prima assicurarsi di recare abbastanza sofferenza ai suoi nemici.
Evie strinse i pugni, mentre gli occhi tornati verdi con il termine della battaglia riprendevano una sfumatura scarlatta molto simile a quella che Wanda ancora ricordava bene.
-Bastardo!-
-Evie non farlo!- tentò di fermarla Natasha, sporgendosi in avanti per cercare di trattenere la ragazza, ma troppo tardi.
L'ex Gemella si gettò verso la figura già in stato precario del soldato, steso ai suoi piedi, e alzò un ginocchio.
-Tagli una testa...- iniziò a dire l'uomo, prima che la ragazza perdesse completamente il controllo. Il suono rivoltante su abbastanza forte da scatenare un urlo di disgusto e terrore da parte di Wanda e un forte conato di vomito in Clint.
Evie rimase per diversi istanti con le spalle al gruppo, tentando di calmarsi.
Gli occhi stavano lentamente tornando del consueto colore sgargiante, mentre il sangue che sgorgava dal collo senza più una testa del nemico si appiccicava ai suoi stivali candidi, sporcandoli.-Andiamo via.- disse dopo quella che parve un'eternità, la voce più roca del solito, voltandosi verso l'uscio sradicato e avviandosi verso il territorio innevato al di fuori della base.
Dopo un attimo di scombussolamento ed esitazione anche la squadra si mise in marcia dietro la ragazza.
-E Ivanov? Non eravamo qui per lui?- domandò cautamente Steve, dopo aver depositato Peter tra le braccia di Tony, così da poterlo far arrivare il prima possibile ad un'infermeria per essere curato.
-Ivanov è morto.- rispose senza far trapelare alcuna emozione la ragazza, mentre il vento gelido della Russia le spostava i capelli dal volto. -È stato ucciso subito dopo la mia partenza, mesi fa. "Interferiva con la missione".-
Nessuno degli Avengers riuscì a ribattere o aggiungere alcunché, dato che tutti capivano alla perfezione il desiderio di vendetta che la ragazza aveva provato dopo la scoperta di questo avvenimento. Solo si chiedevano da quanto lei sapesse della morte del soldato e perché avesse deciso di non dir loro nulla.
Ma la priorità era diventata la ferita di Peter; per le domande ci sarebbe stato tempo.Wakanda
Capitolo abbastanza complesso, non dei migliori lo ammetto, ma facendo conto che l'ho scritto come minimo tre mesi fa penso sia normale che io lo trovi un po' bruttino, visto il mio modo attuale di scrivere.
Nonostante ciò credo che i messaggi più importanti siano passati ugualmente, in particolare la rabbia di Evie quando Peter viene ferito.Ever shippers, fatevi sentire.

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||Progetto Gemelli Medusa|| ✅
Fanfiction"Tra le schiere dell'Hydra era nato un modo di dire: qualora vedessi due maschere guardarsi, eri già morto." →|Pre - durante "Avengers: Infinity War"| [#1 in "Supereroi" ; 27 Dicembre 2018] [#2 in "Tony Stark" ; 30 Dicembre 2018] [#3 in "Twins" ; 30...