Capitolo Diciassette

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L'atterraggio dell'eliveivolo, per quanto i due Avengers avessero cercato di impedirlo, fu catastrofico.
L'enorme base aerea crollò nel centro di una città non troppo grande, da qualche parte sopra il territorio turco.
Tutta l'ala est dell'eliveivolo si schiantò contro un edificio, seminando il panico generale tra i cittadini e causando un numero di feriti e forse anche di morti che gli Avengers non avevano previsto.
Atterrati da poco, i due grandi supereroi videro la propria squadra raggiungerli, destabilizzando non poco l'intero esercito che stava tentando di difendere ciò che rimaneva della loro base -più ovviamente le loro vite- dall'intero gruppo di famosi vigilanti.
Sweeney e Darwin, liberati dai militari dalle macerie sotto le quali erano rimasti schiacciati, fronteggiavano gli Avengers in prima fila e non esitarono un istante a gettarsi contro di essi, seguiti immediatamente da tutta la loro scorta e da ogni loro uomo che avesse trovato un'arma con la quale combattere.
Dopo lo schianto, dei Gemelli Medusa non si era più rinvenuta traccia.
Iron Man aveva lasciato i due corpi privi di sensi nel laboratorio, cercando di fermare la caduta inesorabile del velivolo e una volta che esso aveva toccato il suolo l'accesso al laboratorio era risultato completamente bloccato da macerie e schegge.

Le due fazioni opposte si facevano la guerra con sottofondo le grida dei civili in fuga e ogni tanto un'esplosione all'interno dell'eliveivolo che stava cadendo lentamente a pezzi, uccidendo gli sfortunati che non riuscivano a trovare una via d'uscita abbastanza in fretta.
La battaglia stava avendo effetti sempre più catastrofici, quando i Gemelli comparvero su un cumulo di rocce che dovevano essere stati una statua presente nella piazza prima dello schianto.
Pur essendo nel mezzo di una battaglia, molti si bloccarono a guardare con terrore le due maschere bianche e rosse che brillavano alla luce del sole. I vestiti dei fratelli erano strappati e lacerati in più punti, alla ragazza mancava una manica della tuta verde militare che indossava.
Per un istante anche Sweeney si fermò a guardarli, chiedendosi se il lavoro delle Capsule avesse funzionato, o se avesse appena firmato la sua condanna a morte.
Poi i due Gemelli lanciarono un urlo di battaglia e si lanciarono nella mischia, mentre l'eliveivolo esplodeva definitivamente alle loro spalle, forse proprio a causa del grido della ragazza.
I due ragazzi combattevano contro chiunque si trovasse loro davanti, che fosse un Avenger o un uomo di Sweeney, senza fare distinzione alcuna. Non avevano ancora toccato le maschere, ma la distruzione si stava allargando intorno a loro.
Decine di corpi di militari dell'Hydra rimanevano alle loro spalle, mentre gli Avengers sembravano riuscire a sopravivere abbastanza per trovare un nemico meno letale da affrontare.

Poi i Gemelli arrivarono allo scontro fulcro di tutto: Sweeney brandiva una pistola contro Iron Man, cercando inutilmente di scalfire la sua armatura metallica.
-Figli miei!- li chiamò con fasulla gioia l'uomo. -Le maschere!-
I due Gemelli non dovettero nemmeno guardarsi per decidere cosa fare.
Le due maschere candide si alzarono all'unisono, mostrando i tanto temuti volti. Gli occhi si spalancarono, rivelando iridi gialle e verdi, letali come nessun altro sguardo sapeva essere.
Ma i quattro occhi fatali non si posarono su Tony Stark, bensì si concentrarono sul volto dell'irlandese, sulla profonda cicatrice a loro tanto familiare, sul falso sorriso che gli rivolgeva di continuo, che ora si stava tramutando in puro terrore.
-No!- riuscì a gridare l'uomo, prima che il suo inesorabile destino arrivasse.
James Connor Sweeney si ridusse in un semplice mucchio di cenere ai piedi di Iron Man, facendo la medesima fine che aveva inflitto a milioni di persone prima di lui.
Nel cuore dei Gemelli un'intensa rabbia e un odio profondo ribolliva ancora, mentre erano pronti a fare la loro prossima vittima.
Ma qualcosa andò storto, cambiando per sempre il destino dei due fratelli.

Il fratello inspirò di colpo, sentendo una fitta al ventre. I suoi famigerati occhi si abbassarono sulla camicia bianca che si stava lentamente tingendo di rosso. La sorella si voltò verso di lui e lanciò un grido di puro terrore nel vedere la freccia spuntare dalla vita del fratello.
Le ginocchia cedettero e il giovane cadde in terra, con il solo risultato che la freccia penetrò più a fondo nel suo busto, trapassandolo completamente.
La maschera immacolata cadde a terra, mentre la Gemella si piegava sul fratello, cercando un modo che non esisteva per salvarlo dalla morte.
-Ti prego...- supplicò in lacrime la ragazza, alzando la testa del fratello dal suolo. I suoi occhi cambiarono lentamente colore, il verde divenne grigio e il giallo bianco, mentre il suo sguardo si appannava e la sorella spariva per sempre, inghiottita da una nube di oscurità.
-Evie...-
La mano del maschio che stringeva il polso di lei cadde sull'asfalto, i battiti cessati.
L'ultima cosa che il Gemello era riuscito a dire era stato il nome della sorella, il suo vero nome.

-Dobbiamo andarcene.- disse di scatto Tony Stark ai suoi compagni, mentre tutti ancora combattevano contro i più tenaci uomini, che non davano segni di resa nonostante la morte del loro capo.
-Cosa?- gridò Natasha Romanoff, credendo di non aver capito bene. Stavano vincendo e dovevano andarsene?
-Via, subito!- gridò Tony, lo sguardo fisso sulla Gemella inginocchiata a terra, le spalle che le tremavano mentre teneva il viso del fratello senza vita tra le mani.
Chiunque riuscisse ad alzarsi in volo prese i compagni e gli Avengers abbandonarono il suolo turco, un istante prima del massacro.
Una lacrima calda solcò le guance della ragazza e cadde sul volto del Gemello, la cui pelle stava prendendo una sfumatura grigiastra, un pessimo scherzo del fato.
-No!-

Statistiche future dichiararono che l'insolito suono arrivò fino in Danimarca, dove i bicchieri tremarono sotto onde sonore troppo alte per essere percepite dall'uomo e i cani impazzirono senza apparente motivo.
Fu un miracolo vero e proprio se gli Avengers si salvarono, grazie alla prontezza di spirito di Stark e a qualche aiuto tecnologico.
Quel "No" gridato dalla ragazza fece tremare ogni singolo edificio, frantumando ogni oggetto in vetro ci fosse nel raggio di miglia.
Mai nella sua vita, nemmeno durante la missione in Australia, aveva urlato così forte e con tale sconforto e dolore.
Non se ne salvò uno, non un abitante turco sopravvisse all'urlo mortale della ragazza, che trasformò la cittadina in uno scenario post apocalittico da mettere i brividi, con mucchietti di cenere ovunque e case distrutte.
Era incredibile come una semplice ragazzina neanche maggiorenne riuscisse a creare quel finimondo senza nemmeno imbracciare un'arma.

Il corpo del fratello tremò sulle sue ginocchia, la pelle grigiastra e simile alla pietra si increspò lentamente e con altrettanta lentezza le spoglie del Gemello si disfecero. La Gemella guardava il corpo dell'unica persone verso la quale lei ricordava di aver provato un qualsiasi tipo di amore sgretolarsi come argilla friabile, lasciando un cumulo di polvere sulle sue gambe e una polverina simile a cenere sulle sue mani.
Il volto, con gli occhi ancora aperti e biancho-grigi si distrusse per ultimo, le pupille ancora puntate verso il volto della ragazza ormai in una piena crisi e lacerata da un dolore che forse non era nemmeno paragonabile a quello che lei aveva inflitto in quei dieci anni di servizio all'Hydra.
Quando anche l'ultima ciocca di capelli sparì per sempre, portandosi dietro ciò che era stato il ragazzo, la Gemella scomparve.





Wakanda
Beh...wow.
Non penso ci sia da commentare.
La situazione si è completamente sconvolta e tutto cambierà, come ben potete immaginare.

Finalmente si è scoperto il nome della Gemella, l'ultima parola di Elijah...

Pensate che gli Avengers troveranno la Gemella?

Cosa pensavate di Elijah? Pensate io sia un'orribile persona ad averlo ucciso?

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