Ci volevano diverse ore di viaggio per arrivare in Alaska partendo dalla Russia occidentale. Erano in viaggio già da un'ora quando Sweeney comunicò ai Gemelli quale sarebbe stata la loro meta.
-Valdez!- annunciò con entusiasmo l'uomo, prima di prendere un lungo sorso dal proprio bicchiere. Il ragazzo guardò il liquido arancione nel piccolo calice del padre, mentre questi lo appoggiava sul tavolino posizionato tra i loro sedili.
-Lo S.H.I.E.L.D. ha appena installato una base in quell'adorabile cittadina e sarà un vero piacere falciare i loro uomini appena arrivati.-
La Gemella rimase in silenzio, muovendo lentamente il piede per terra, le mani che stringevano i braccioli del proprio sedile come se la pressione la schiacciasse contro di esso. Il che era abbastanza strano, data la ridotta velocità dell'aereo.
-Sanno che stiamo arrivando?- domandò il ragazzo, la voce lievemente ovattata dalla maschera.
-Certamente.- rispose l'uomo, bevendo un'altro sorso del suo cocktail -Avviso sempre gli sfortunati che stanno per essere uccisi. Trovo adorabile l'uomo, quando tenta di sfuggire ad un destino già segnato.-Il ragazzo non rispose, cercando invece di interpretare le emozioni della sorella. Il loro collegamento empatico era molto più forte quando si trovavano in compagnia del padre, probabilmente perché la maggior parte delle volte le loro emozioni erano le stesse. Ma il Gemello trovò la mente della ragazza completamente bloccata, oscurata ai suoi tentativi di percepirne le sensazioni.
Se ne stava lì, a stringere i braccioli del sedile, guardando dritto davanti a sé. O almeno, la maschera guardava dritto davanti a sé.
Il ragazzo odiava non poter capire la sorella, temeva sempre che lei potesse ribellarsi, diventare pericolosa anche per lui.
Perché per quanto si sentisse inutile e inferiore rispetto al fratello, tra i due era lei quella capace di stendere un nemico anche senza utilizzare il proprio sguardo.
Lui aveva solo un bel fisico e una voce intigrante, che nessuno sentiva mai, fatta eccezione per gli unici due membri della sua famiglia.-Sarà un lavoro facile.- proseguì Sweeney, interrompendo il flusso dei pensieri del ragazzo. -Il mio inviato ha detto che l'esercito della base si sta già organizzando per attaccare. Usciranno dall'edificio, venendoci incontro.-
-Credono davvero di poterci fermare?- chiese il ragazzo, sbuffando divertito.
Il padre sorrise a quel commento, inclinando il bicchiere ormai mezzo vuoto verso di lui.
-Gli uomini credono sempre di potervi fermare.- rispose, esibendosi in un magnifico sorriso che deformava ancora di più la sua cicatrice.
La Gemella strinse più forte i braccioli, chiudendo gli occhi e concentrandosi al massimo.
-Parli come se non facessi parte di loro.-
Entrambi si voltarono verso la ragazza, uno più stupito dell'altro.
Come prima reazione, il loro sguardo si posò sul bicchiere che l'uomo teneva in mano, aspettando solo il momento in cui esso fosse esploso, spargendo schegge ai loro piedi.
Ma l'oggetto rimase intatto, senza nemmeno la più piccola crepa.Sotto la maschera del ragazzo, la sua espressione seria tradì un sorrisetto.
Se la sorella riusciva a controllare la propria voce, chissà cos'altro avrebbe imparato a fare. Nella mente di lui era ancora ben vivido il ricordo della crepa che non aveva risposto ai suoi comandi, una settimana prima e anche se quell'episodio lo spaventava ancora, vedere la sorella provare a ribellarsi alla propria natura ostile gli conferiva un buon presagio.
Sweeney mascherò la sua sorpresa con l'ennesimo sorriso, questa volta rivolto alla figlia.
-Grande progresso, bimba mia. Anche tu come tuo fratello stai imparando a controllare la tua voce.-
Quelle parole colpirono il ragazzo, scivolandogli lungo la schiena come un cubetto di ghiaccio.
Erano anni che nessuno parlava del potere che aveva la sua voce, quel misterioso modo in cui le persone tendevano a fare tutto ciò che lui chiedeva, in passato.
Con il tempo aveva imparato a tenere a bada quel dono, usandolo solo quando necessario.
Erano anni che non se ne serviva, da quando aveva ricevuto il dono dello sguardo mortale, più precisamente.
Non avevano bisogno di voci miracolose, loro avevano uno sguardo che uccideva.-Ancora qualche ora e saremo giunti a destinazione. Fatevi un bagno, cambiatevi e mangiate qualcosa. Dopodomani vi porto alla prossima base.- diede ordini in tono gentile l'uomo, prima di alzarsi e dirigersi verso la propria cabina dell'enorme aereo.
Aereo si faceva per dire, la Firework 548 era una vera e propria base militare in grado di sollevarsi da terra e volare come un normale jet. In un certo senso, era una prigione con i propulsori.
I due Gemelli si alzarono dai rispettivi sedili, con l'intenzione di seguire i suggerimenti del padre.
Mentre ci passava affianco, il maschio scorse nei braccioli del sedile su cui era stata la sorella delle bruciature, le impronte delle mani sottili della ragazza impresa nella stoffa.
Si tenne quell'osservazione per sé, seguendo la sorella verso le loro stanze. Arrivati davanti ad esse di divisero, ognuno nella propria cabina, per avviare la routine come meglio credeva.Il ragazzo non aspettò tempo inutile e si fece una doccia, cercando di scogliere i nervi con l'acqua calda.
La ragazza invece partì dal pranzo, mangiando solo un quarto di ciò che le era stato preparato.
Poi si invertirono, inconsapevolmente, i ruoli.
Il Gemello sedeva nella sua cabina, il fisico perfetto che dava mostra di sé e i capelli bagnati che già cominciavano ad asciugarsi.
Quando anche la sorella finì di lavarsi, il ragazzo si costrinse a rivestirsi, indossando la consueta mise bianca che caratterizzava ogni attacco dei Gemelli.
Erano conosciuti come i fratelli dalla maschera senza occhi e i vestiti candidi, come due angeli che portavano morte.
Era solo a metà pasto, quando la voce del padre risuonò dagli altoparlanti in tutto l'aereo.
-Tra venti minuti saremo ufficialmente nei confini dell'Alaska. Preparativi.-"Preparatevi" era il modo di Sweeney per dire "venite subito da me".
Così il ragazzo abbandonò il suo pranzo e la sorella si sistemò il lungo cappotto candido sopra la camicia del medesimo colore.
Uscirono contemporaneamente dalle stanze, voltando le maschere l'una verso l'altra, con quel gesto che solitamente preannunciava l'uso del loro più conosciuto potere, con le proprie conseguenze.
Invece i due attraversarono in totale silenzio l'intera struttura, fino alla cabina dei piloti, dove loro padre li aspettava guardando dai vetri il paesaggio sotto di loro.
-Valdez.-
James Connor Sweeney sorrise malignamente, guardando la cittadina all'orizzonte.
-Perfetto.-Wakanda
*allarme momento spam, se vi da noia andate avanti*Visto che ultimamente mi sto impegnando molto e ci tengo molto a ciò che riesco a fare, vorrei chiedervi (chi ha voglia ed è interessato) di passare dalla mia page instagram " @ Valdez.e.diangelo " dove posto roba Marvel. (Sì lo so, il nome è di PJ, ma a breve lo cambierò).
E nulla, se lo fate vi ringrazio tanto e vi regalo un Thor senza maglia (o un Loki, per chi preferisce).
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||Progetto Gemelli Medusa|| ✅
Fanfiction"Tra le schiere dell'Hydra era nato un modo di dire: qualora vedessi due maschere guardarsi, eri già morto." →|Pre - durante "Avengers: Infinity War"| [#1 in "Supereroi" ; 27 Dicembre 2018] [#2 in "Tony Stark" ; 30 Dicembre 2018] [#3 in "Twins" ; 30...