Capitolo Quattordici

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Voglio che proviate a immedesimarvi in Sweeney, provando a pensare come lui.
Ci siete?
Bene, pensate di aver creato, dopo anni di fatica e lavoro, le due armi più potenti di questo mondo, ciò che può distruggere qualunque nemico letteralmente solo guardandolo.
Immaginate di utilizzare queste armi con una certa frequenza, circa tre, quattro volte l'anno, lasciandole in un posto sicuro ogni volta differente quando non vi servono.
Fino a qui nessun problema, no?
Andate avanti così per dieci anni, spostando di continuo le vostre armi, rendendole così introvabili ai vostri nemici, i quali non devono per nessun motivo arrivare a loro, o sarebbe la vostra fine, ne siete certi.
Mi state seguendo?
Bene.
Immaginate ora di venire a scoprire, dopo dieci anni in cui le vostre armi sono state trattate per ciò che sono -armi pericolosissime- di venire a sapere che qualcuno sta usando le vostre armi, le prende, le pulisce, le aggiorna.
Voi non potete sapere cosa stiano facendo esattamente alla vostra invenzione e non sapete che conseguenze ci saranno a tutto ciò.
Come vi sentireste?

Be', perché fu proprio quello che provò James Connor Sweeney, quando venne a sapere che i Gemelli Medusa sembravano aver trovato degli amici.
Raramente i suoi collaboratori l'avevano visto in un tale eccesso di rabbia come in quel momento. Rabbia che, come ben avrete immaginato, celava una sempre maggiore paura di perdere il controllo fino a quel momento totale dei due esseri più pericolosi mai nati.
Le macchine da guerra non hanno un cuore, non provano emozioni, non hanno amici.
Questa novità nel carattere dei due ragazzi avrebbe potuto costare caro all'uomo e non poteva permettersi una cosa del genere.
Aveva paura che fosse troppo tardi, ma doveva intervenire immediatamente se voleva anche solo sperare di evitare quell'enorme pericolo.

-Seguite le coordinate che ho inviato alla sala principale, accendete i trasmettitori delle maschere dei Gemelli, preparate la Capsula del Soldato e...-
-Signore, siamo letteralmente dall'altra parte del mondo rispetto alle coordinate stabilite.- lo interruppe scettico uno dei piloti, guardando il piccolo puntino rosso che lampeggiava da qualche parte sul terreno del Portogallo presente sui monitor.
-Non mi interessa, dobbiamo andarci il prima possibile.- ribatté Sweeney, gli occhi come indemoniati. La barba solitamente tenuta corta cominciava già a crescere, nonostante fosse solo un giorno che non la tagliava.
-Dobbiamo tenere i protocolli di sicurezza signore?- domandò un secondo pilota.
Sweeney si morse il labbro inferiore.
Rischiare di farsi individuare dallo S.H.I.E.L.D. o impiegare il triplo del tempo?
-Lasciateli, ma cercate di andare al massimo della velocità.-
-Sì signore.-

Sweeney si muoveva freneticamente da una stanza all'altra, dando comandi e rispondendo a domande di continuo.
James era sempre stato un uomo calmo e ragionevole, che ponderava ogni azione a lungo prima di avviarla e che prendeva sempre in considerazione ogni piccola opzione o dettaglio.
Proprio per questo i suoi piani erano sempre risultati perfetti.
Vederlo nel totale panico stava gettando timore anche tra le schiere dell'Hydra, che mai lo aveva visto così fuori controllo prima di allora.
Cosa poteva spaventare così tanto l'uomo con più influenza e potere militare degli ultimi tempi?
-Signore, la Capsula è pronta.-
-Settatela sul livello "Medusa".- ordinò Sweeney, mentre smanettava su diversi comandi, guardando lo schermo in cerca di risposte che a quanto pareva non stavano arrivando.
L'uomo che aveva parlato trasalì, ma non replicò e si avviò a portare l'ordine ai meccanici e scienziati di competenza.
Anche chi non era esperto nel campo scientifico sapeva bene cosa fosse il "Livello Medusa", negli ultimi anni era diventata una sorta di minaccia che veniva inferta agli uomini di rango inferiore, oltre che la punizione per i traditori che avevano l'immensa sfortuna di capitare nuovamente nelle mani dell'Hydra, o più specificatamente in quelle di Sweeney.

Nessuno aveva esattamente idea di cosa si provasse ad essere sottoposti a quel livello, ma le conseguenze le avevano viste tutti almeno una volta coi propri occhi. Chi passava da quella "procedura" diventava una sorta di guscio vuoto, qualcuno che si poteva manipolare facilmente, a cui si poteva inculcare nella testa un qualunque comando o stili di pensiero e il soggetto non avrebbe mai più risposto ad un ordine se non a quello.
Si diceva che fosse stata propria quella tecnica a rendere così pericolosi i Gemelli: ogni altro pensiero e ricordo era stato cancellato, così da poter plasmare la loro mente su un unico scopo: l'uccisione dei propri nemici.
Nessuno avrebbe mai voluto passare neanche un istante nella Capsula con il Livello Medusa impostato, l'idea era terrificante quasi quanto quella dei volti scoperti dei due Gemelli.

-Signore, saremo in Portogallo entro dopodomani mattina.- annunciò uno dei piloti.
-Troppo tardi...- mormorò come in trance Sweeney, guardando la Capsula come se fosse quella a tenerlo in vita.
-Posso chiederle signore perché stiamo abbandonando il progetto attuale?- chiese lievemente seccato uno dei generali di più spessore all'interno dell'Hydra e a bordo dell'eliveivolo.
-Andiamo a riprendere i Gemelli.- rispose Sweeney, tentando di recuperare un briciolo di autorità e autocontrollo nel dire quelle parole.
-I Gemelli? Credevo sarebbero rimasti a Quarteira fino alla fine di Maggio, i piani erano quelli.-
-Dici bene Light, erano.- rispose a tono James, improvvisamente tornato il solito uomo che non tollerava essere contraddetto. C'era da dire che il suo enorme orgoglio lo stava, a modo proprio, tenendo con i piedi per terra in quella situazione di terrore che lo attanagliava e che non poteva condividere con nessuno, per non gettare nel caos l'intera struttura.
-Le priorità possono cambiare.- aggiunse aspro Sweeney, guardando con disprezzo il collaboratore e dichiarando poi che aveva bisogno di prendersi un caffè, sparendo così verso la sua stanza.
Arrivato lì si sedette sul letto, cercando di fare appello alle poche nozioni che aveva appreso durante gli anni di servizio riguardanti la meditazione. Era sempre stato un soldato, un combattente nato, non era fatto per sedersi su un tappeto e pensare a prati verdi.

-Andrà tutto bene...- sussurrò rivolto a se stesso. -Non li perderemo...- si ripeté in un bisbiglio, lo sguardo fisso sul pavimento, senza vederlo davvero.
Si passò una mano sul viso storpiato dalla cicatrice, prendendo un profondo respiro, mentre lo sguardo vagava verso la scrivania colma di fogli vari riguardanti la missione che stavano affrontando prima di quel brusco dietrofront.
Avrebbero preso i Gemelli e poi sarebbero tornati subito al lavoro, portandosi dietro i due fratelli da addestrare nuovamente. Questa volta Sweeney avrebbe aspettato un bel po' prima do mandarli di nuovo nel mondo esterno all'eliveivolo.
-Avanti James.- si ripeté nuovamente, questa volta con voce sicura e roca.
-Andrà tutto come stabilito. Non è la prima volta che succede.-





Wakanda
Ush, i'm alive.
Dunque, questo capitolo un po' diverso dai precedenti è interamente concentrato su Sweeney e i suoi pensieri, alquanto caotici e disperati.
Visto che sono la persona migliore del mondo, pubblico anche il capitolo successivo, che sarà parecchio significativo e importante, anche in futuro.
So, al prossimo capitolo ;)

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