Capitolo Tredici

3K 173 11
                                    

-Como es posible?- bisbigliò Alvaro, sporgendosi leggermente verso il ragazzo alla sua sinistra.
Di fronte a loro, nell'enorme cerchio di soldati che si era formato sulla spiaggia colpita dal sole implacabile del pomeriggio, la Gemella era seduta a gambe incrociate, le mani con i palmi rivolti verso l'alto, abbandonate sulle ginocchia.
Non muoveva il minimo muscolo da quando avevano iniziato la sessione di meditazione, ovvero un'ora prima.
Nessuno era stato capace di smuoverla, era come se la sua mente fosse entrata in un'altra dimensione, abbandonando il corpo e diventando irraggiungibile.
-Credimi, me lo chiedo da anni.- mormorò il risposta il ragazzo, la maschera bianca che luccicava al sole, rivolta verso quella della sorella a qualche metro da lui.
Non era mai stato bravo in quelle cose, lui era un ragazzo impulsivo e provocante, non riflessivo e misurato. Quelle erano doti da guerriero e lui non era un guerriero.
-Non si muove da una hora. Somos sicuri che ésta bien?- bisbigliò Rodrigo, senza distogliere gli occhi verdi dalla figura immobile oggetto dei sussurri di ogni singolo soldato presente.
-Silenzio!- li richiamò il generale che si occupava della meditazione, tornando poi a dare consigli di postura ad uno degli uomini più giovani che doveva aver iniziato da poco quella nuova disciplina tanto complessa.
-Ma respira ancora?- chiese Rodrigo, assottigliando gli occhi come se così facendo potesse vedere il respiro della Gemella.
-Speriamo.- sussurrò di rimando Alvaro, serrando subito dopo gli occhi in un'improvvisata espressione concentrata al passaggio del generale, che richiamò invece Rodrigo, il quale non era stato abbastanza svelto a fingersi immerso nella meditazione.
Il Gemello sbuffò lievemente, trovando tutto quello molto stupido e umiliante. Non era assolutamente portato per quel tipo di cose, questo gli era parecchio chiaro.

-Bien hombres, potete andare, per oggi è tutto.- li congedò finalmente il generale, suscitando la gioia dell'intero gruppo.
I tre ragazzi si diressero nel lato opposto dell'ormai distrutto cerchio, accostandosi alla ragazza.
Come le loro tre ombre si riversarono su di lei, la ragazza sussultò, traendo un breve respiro come se avesse appena ricominciato a respirare dopo un lungo periodo di apnea.
La sua maschera candida si alzò sui tre volti che la guardavano.
-Certo che sei una sorta di mostro.- commentò Alvaro, dandole una mano ad alzarsi. Lei gli diede un leggero pugno sul braccio, cercando di non fargli troppo male.
Questa cosa degli amici era così strana per lei che faceva sempre difficoltà a capire come dovessero funzionare le cose tra lei e i due ragazzi.
-Vamonos muchachos, adesso c'è arrampicata.- li richiamò Rodrigo, indicando con il pollice il fiume di uomini in divisa che si avviavano verso la scogliera situata a circa un chilometro da dove si trovavano loro in quel momento.
Era stata scelta anche per quel motivo la Scogliera Blu: per arrivarci dovevi fare un pezzo a piedi abbastanza consistente e su un terreno scomodo come la sabbia, così l'allenamento risultava doppio a conti fatti.
Le quattro figure si avviarono quindi verso la conosciuta parte di costa rocciosa, che si innalzava per diversi metri, incombendo sulla piccola lingua di sabbia che separava la scogliera in sé dal mare.

-Odio camminare sulla sabbia.- si lamentò Rodrigo, scuotendo uno stivale e facendo cadere una pioggia di granelli per terra. -Andrò avanti ad avere sabbia nelle scarpe per i prossimi trent'anni dopo tutte le volte che ci hanno fatto fare questa strada.-
-Oh avanti, ma sai solo lamen...quello cos'è?-
I tre ragazzi si voltarono nella direzione indicata da Alvaro, dove qualcosa non andava nella sabbia.
Si avvicinarono più in fretta e rimasero a guardare stupiti una piccola lastra di vetro veramente particolare, come se si fosse creata solo per mezzo del sole che batteva sulla spiaggia.
-È una figata! Credevo che qui il sole non fosse abbastanza caldo!- esclamò il minore dei due cugini, spostando il pezzo di vetro con il piede.
Il Gemello però non era così stupito.
Voltò infatti la maschera verso la sorella, anch'essa in cerca dei pensieri del fratello.
Anche senza parlare, tutto nel ragazzo esprimeva la stessa richiesta: "sei stata tu?".
Il ragazzo ricordava infatti molto bene quell'episodio, che mai si era cancellato dalla sua memoria al contrario di tutti gli altri, in cui il padre li aveva portati in spiaggia e la sorella aveva trasformato il suo castello di sabbia in un castello di vetro, solo chiedendoglielo.
Il Gemello aveva sempre creduto, ripensando a quel frammento di infanzia, che fosse stato a causa della voce della sorella, che sapeva bene avere poteri ancora inesplorati.
La ragazza scosse la testa, anche se il fratello riuscì a percepire qualcosa nei suoi sentimenti.

Nonostante lei si stesse sforzando di chiudere parzialmente la propria mente, qualcosa doveva esserle sfuggito. Sapeva che il fratello aveva pensato subito alla sua voce, ma lei non aveva aperto bocca. Al contrario, aveva guardato la distesa di sabbia davanti a lei e aveva pensato "chissà se si trasformerà tutto in vetro con questo sole così insistente" e un attimo dopo la piccola lastra cristallina era lì, in mezzo ai miliardi di miliardi di granelli. Era come se la sabbia avesse risposto alla sua domanda dimostrandole cosa poteva diventare.
Da quando aveva memoria, non le era mai successo nulla di simile.
Ma c'era da dire che della sua memoria aveva smesso di fidarsi molto tempo prima.
Come sorta di "aiuto" per non subire i traumi di un omicidio di massa, entrambi i Gemelli avevano una memoria alterata roboticamente in modo che i ricordi dopo un certo lasso di tempo spariscano o vengano parzialmente dimenticati, così che l'unica cosa che rimanga sia la convinzione di aver ucciso milioni di persone, anche se spesso entrambi si chiedevano se fosse successo davvero o se fosse invece solo un riflesso psicologico a tutto ciò che si diceva su di loro.
Una cosa molto utile sotto certi punti di vista, una sorta di schiavitù sotto altri.

-Chi arriva ultimo pulirà le cucine, muovetevi!- strillò il generale successivo, che aveva appena dato il cambio a quello di meditazione.
Tutti i soldati accelerarono il passo, i quattro amici compresi.
-Avete intenzione di scalare?- chiese Rodrigo ai Gemelli, mentre rallentavano il passo arrivando ai limiti del gruppo di militari già riuniti alla base della costa da scalare.
-Io no, ma lei sì.- rispose il Gemello, mentre la sorella annuiva.
Rodrigo le diede una lieve spallata.
-Che gara sia allora, Princesa.-





Wakanda
Oggi due capitoli, che brava persona sono.
Non commento mai sotto i "Diari di Sweeney" perché, a livello grafico, sta male, quindi ve lo chiedo qui: cosa ne pensate?
Stanno decisamente venendo fuori un po' di cose interessanti. Il prossimo capitolo sarà parecchio movimentato e quello successivo ancora di più.
Finalmente entreremo nel vivo della storia, abbandonando questi primi capitoli che erano più che altro incentrati sulla vita e la storia dei Gemelli.

Pronti agli Avengers?

||Progetto Gemelli Medusa|| ✅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora