~Capitolo 26~

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È il terzo giorno di fila che svolgo il doppio turno a lavoro, sono stremata ma allo stesso tempo sollevata di poter essere così impegnata. Concentrarmi su altro mi aiuta a non pensare alla situazione con Paulo, allontana quel senso di soffocamento che provo ogni qualvolta riaffiora un ricordo.
Ammetto con sincerità che mi manca moltissimo, vorrei poterlo stringere a me e far in modo che un abbraccio possa cancellare ogni sbaglio e ogni dolore.
Ma purtroppo non è così, anche se ci amiamo il sentimento ora non basta, voglio di più.
Prendo la mia roba e mi dirigo verso il bagno, non ho voglia di tornare a casa e stare da sola magari passo a mangiare qualcosa in un posto in cui non sono andata con Paulo.
Tutto mi parla di lui per questa ragione cerco di frequentare posti nuovi.
Nel centro c'è un silenzio inquietante, probabilmente sono l'unica ad essere ancora qui.

Entro nel bagno e mentre chiudo la porta sento che qualcuno la sta bloccando, mi giro ed è Paulo.
Il mio cuore accelera improvvisamente e le mani tremano così tanto da far cadere a terra tutto ciò che reggevano.
Ha un colorito pallido, gli occhi sono ammaccati dalle occhiaie, sembra triste e abbattuto. Non emana la solita luce, come se si fosse spento qualcosa in lui.
Paulo chiude a chiave e mi aiuta a raccogliere le mie cose.
"Scusami non volevo spaventarti ma non so più come fare per poter parlare con te" si avvicina un po' a me ed io inizio ad agitarmi.
"Ti sembra normale rinchiudermi in bagno?" rispondo stizzita mentre sistemo il tutto nella borsa.
"Si, se è l'unico modo per vederti e per provare a chiarire. Devo parlarti Sandra".
"Ora che fai mi stalkeri? Come facevi a sapere che ero qui?" rispondo "non puoi obbligarmi a restare, questo si chiama sequestro di persona".
"Ho aspettato solo che uscissi dal tuo ufficio. E comunque non esagerare" dice sorridendo ed è bellissimo quando lo fa "ti rubo solo due minuti poi ti lascio libera ok?" dice con gentilezza.
"Solo due minuti poi devo andare non ho voglia di parlare".
"Ti aspetta qualcuno?" domanda incuriosito.
"È probabile, comunque andiamo al dunque che vuoi?" il mio tono è sempre rabbioso.
"Ti chiedo scusa per quello che ho fatto, sono davvero pentito. Perché non ci riproviamo?".
Ho la sensazione che non mi stia dicendo quello che pensa realmente.
"Tutto qui? Credi davvero che basta scusarsi per poter perdonare un tradimento? Io sto da schifo Paulo, passo le giornate a piangere perché so di aver sbagliato a fidarmi di te, mi hai fatto crollare il mondo addosso."
"Sandra lo sai che non sono bravo a dimostrare i miei sentimenti, a far capire come mi sento. Mi viene così difficile".
Il mio istinto non sbaglia mai.
"Sforzati Paulo, sforzati. Se ci tieni a me fallo un cazzo di sforzo. Io per te ho superato un sacco di limiti, ho fatto le cose più assurde perché io ci ho messo davvero il cuore mentre tu probabilmente stavi solo giocando".
Devo spronarlo perché ho voglia di conoscere i suoi pensieri.
"No questo non te lo permetto" risponde con foga, ora è a un centimetro da me e sento il suo respiro caldo sul mio volto.
"Non ho mai giocato con te, mai. Tutto quello che abbiamo vissuto è reale, è vero. Non ho mai finto e non avrei voluto ferirti. Se potessi tornare indietro lo farei per cancellare così quella studipa ed insignificante serata" si ferma per prendere fiato ed io abbasso lo sguardo.
"Perché non capisci? Perché? Guardami negli occhi quando ti parlo".
Prende il mio viso tra le  mani e lo tira su, il suo tocco non è stato delicato come al solito ma più forte, più deciso.
"Che devo capire Paulo? Che mi hai tradito con Antonella? Che se non me lo avesse detto Miralem non l'avrei mai scoperto? Ho capito benissimo stai tranquillo".
I nostri sguardi si ritrovano e scandiscono il trascorrere di alcuni secondi, dentro c'è tutto il nostro dolore, la nostra rabbia,la nostra voglia di stare insieme.
"No cazzo" risponde con veemenza "devi capire che per me non ha significato nulla, è stato un inutile bacio" si allontana, è visibilmente nervoso passeggia in su e in giù nel piccolo spazio che condividiamo.
Io indietreggio fino ad attaccarmi al muro.
Ritorna vicino a me e appoggia le mani ai lati della mia testa, i miei occhi dentro ai suoi, brividi e sensazioni pervadono il mio corpo.
"Probabilmente non so esprimermi bene in italiano, non so parlare, non mi faccio capire" sembra confuso ed incapace di farmi comprendere il suo stato d'animo.
"No Paulo non è questo il problema, io non ce la faccio a perdonarti.  Ho impressa nella mente la scena del vostro bacio, ed io..." mi fermo perché ho un groppo in gola.
"Mi sento una cretina a credere ancora nell'amore" dico singhiozzando.
"No sono io il cretino" mi urla contro con tutta la voce che ha in corpo "sono io il cretino che ti ama da morire". Inizia ad ansimare per tutto il fiato che ha emesso per una pronunciare una sola frase ma con un valore inestimabile.
Io non riesco più a reggere questa situazione, mi manca il respiro ed ho voglia solo di liberarmi dalle contraddizioni che sono dentro me.
"Ti prego lasciami andare Paulo" le mie lacrime non si fermano più.
Le sue mani si posano sulle mie guance e con le dita cerca di asciugare il mio volto.
"Ti chiedo solo un'ultima cosa.
Guardami negli occhi e dimmi, cosa ci vedi ora? Solo qui troverai la verità".
Lo guardo ma non riesco a rispondere, sono bloccata.
"Guardali bene, leggi quello che ti stanno dicendo".
"Non complicare di più la situazione, è già così difficile per me Paulo" dico a fatica.
Appoggia la sua fronte sulla mia "ti scongiuro dammi un'altra possibilità, mi impegnerò ogni giorno per riconquistare la tua fiducia. Mi si spezza il cuore a vederti così" viene interrotto dai miei singhiozzi "shhh piccola, calmati. Volevo proteggerti e prendermi cura di te mentre in realtà ti ho solo ferita, ho sbagliato tutto ma se vuoi possiamo ricominciare insieme". Mi bacia sulla fronte ed io mi abbandono sulla sua spalla e per un attimo ritrovo la mia ancòra di salvataggio. Il suo profumo inebria le mie narici e mi ritrovo a casa. Ma improvvisamente nella mia testa riappargono le immagini che ormai da giorni sono diventate il mio incubo: lui ed Antonella insieme. Mi stacco bruscamente, lo allontano e cerco di riprendere fiato.
"Io-io non ce la faccio, mi dispiace Paulo.
Non riesco a perdonarti.
Mi sento così imperfetta, inadeguata.
Le paure che mi hanno sempre perseguitata ora sono tornate più forti di prima e la colpa è tua.
Perché l'hai fatto? Non sono abbastanza per te?" continuo a piangere, sto malissimo ma solo lui può rispondere ai miei interrogativi e sono pronta ad ascoltare qualsiasi responso.
"Ma che dici?" prova nuovamente ad instaurare un contatto fisico prendendo la mia mano "io voglio solo te perché sei la donna che ho sempre sognato, lei è stata solo una debolezza, una distrazione. Tu sei quella perfetta per me.
Sei bella ed intelligente, sei sempre al mio fianco pronta ad aiutarmi e a migliorare gli aspetti più spigolosi del mio carattere. Non potevo desiderare di meglio. Solo uno sciocco poteva rovinare la magia che c'era tra di noi, ed io l'ho fatto. Non ti chiedo di perdonarmi, ma di affrontare la situazione insieme proprio come mi hai insegnato tu. A piccoli passi ma insieme" bacia la mia mano ma io la ritiro subito.
"Ho bisogno di tempo, non mi bastano queste stupide parole. Ed ora se mi ami davvero lasciami andare". Ci guardiamo alcuni istanti negli occhi ed io scappo via.
Io corro, corro come non ho fatto mai con la vista appannata, lo stomaco scombussolato ed il cuore in cerca di risposte ai miei infiniti dubbi.

Salve ragazzi!! Un momento molto complicato per i Saulo.
Questa discussione li allontanerà definitivamente?
Consigli e considerazioni sono sempre ben accetti.
Un bacio•

Tus ojos:mi corazón. Paulo Dybala 💗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora