~Capitolo 36~

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Sandra's pov
Rileggo più volte il messaggio, le gambe tremano e così preferisco appoggiarmi sul divano.
Prendo un respiro e focalizzo la mia attenzione sul mittente: Bryan.
Mi chiedo perché abbia voluto comunicarmi questa triste notizia, perché abbia bisogno di me.
Non ho idea di quale debba essere la mia risposta, non so che fare.
Nonostante tutto quello che è accaduto tra me e lui rimane sempre la persona a cui ho dedicato il mio amore e le mie attenzioni prima di incontrare Paulo.
Ho preso la mia decisione e se lui ha realmente bisogno di aiuto, io ci sarò.
Digito il testo: "Dove sei?".
Apro la sua risposta "Sono qui, all'ospedale di Torino. Verrai a trovarmi oggi?".

Sono nell'atrio dell'ospedale e chiedo subito ad un infermiera indicazioni per raggiungere la camera di Bryan.
Ho un'ansia pazzesca e sono davvero preoccupata, ho mille pensieri negativi e non vedo l'ora di parlare con lui per avere chiaro il quadro della situazione.
Cammino velocemente e cerco di non soffermarmi su quanto sia angosciante questo posto.
Arrivo davanti alla sua porta, busso e avanzo leggermente.
È disteso sul letto e appena mi vede sul suo viso appare un bellissimo sorriso.
Quel sorriso che ha sempre contagiato tutte le persone a lui care.
"Ciao" esclamo sorridendo, entro e mi dirigo verso di lui. È da solo in stanza quindi potremo parlare senza interruzioni.
"Ehi, sono felice di vederti, non sai quanto" lo guardo per un istante negli occhi "vieni qui, siediti" dice indicandomi il suo letto.
"Come stai?" gli chiedo mentre mi accomodo.
"Dovrò subire un'operazione complicata" riesco a percepire la sua paura.
"Quanto complicata?" domando a voce bassa, come se non volessi risultare invadente.
"Tanto" abbasso lo sguardo "ho il cinquanta percento di possibilità di farcela, il resto puoi immaginarlo".
Non riesco a parlare, a dire qualcosa di sensato.
Mi dispiace da morire ma sono completamente bloccata.
"Ho paura, una paura tremenda di..."
istintivamente stringo la sua mano nella mia.
"Ti prego non pensare nemmeno queste assurdità, non voglio ascoltare nulla" concludo velocemente.
Ho un groppo in gola ma non posso mostrarmi debole.
La sua stretta è forte e decisa e non ho intenzione di lasciarlo andare.
"Va bene, non parliamo di quello che potrà accadere dopo ma ti chiedo di starmi vicino in questi giorni prima dell'operazione.
Ci tengo a te e se so che sei al mio fianco mi sento più forte".
"Ma i tuoi genitori lo sanno?" chiedo dubbiosa, non hanno un buon rapporto ma sono comunque presenti nella sua vita.
"Gli ho solamente detto di dover fare degli esami, li chiamerò il giorno prima dell'operazione. Non voglio creare delle preoccupazioni" fissa un punto nel vuoto, provando a non esprimere emozioni.
"Comunque se tu mi vorra qui, io ci sarò.
Credo di averti amato in passato e mi sono sempre ripromessa di esserci nel momento del bisogno anche perché un grande affetto mi lega a te..."
Vengo interrotta dal suono del mio cellulare, è Paulo.
Fisso lo schermo per alcuni istanti e poi lo rimetto in borsa.
"È lui vero? Non sa che sei qui?" chiede incuriosito.
"Non ancora, appena torno a casa gli spiegherò tutto".
"Si arrabbierà? In caso tu rassicuralo dicendogli che probabilmente tra pochi giorni il problema Bryan potrebbe non esistere più" esclama sorridendo.
Rido anche io perché mi piace il modo in cui affronta i problemi, mascherando le sue insicurezze e provando ad alleviare le situazioni più gravi.
"Non scherzare scemo, troverò una soluzione non preoccuparti.
Pensa solo a stare tranquillo ok?".
"Ci proverò, ma mi dispiace metterti in situazioni difficili. Dopo aver parlato con Paulo ho capito che non ha senso fargli la guerra, perché vi amate follemente" è sincero quando pronuncia queste parole e sono felice che lui abbia capito cosa provo per Paulo.
Prende la mia mano la avvicina alle sue labbra e lascia un tenero bacio.
"Grazie per essere venuta, domani ti rivedrò?" domanda speranzoso.
"Cercherò di esserci".

Apro la porta di casa e noto subito la testa di Paulo sbucare dal divano, probabilmente sta giocando alla play.
"Amore sono tornata" esclamo avvicinandomi a lui.
"Dove sei stata?" mette subito il gioco in pausa e mi guarda minaccioso.
"In ospedale, c'è una cosa che devi sapere" mi siedo sulla poltrona e mi ritrovo difronte a lui e ai suoi occhioni grandi.
"Ti ascolto" risponde brevemente.
"Sono andata a trovare Bryan" qui il suo sguardo cambia notevolmente, si intensifica "mi ha scritto un messaggio, ha un problema al cuore e devono operarlo" guardo altrove per non osservare la sua reazione.
"E quindi? Cosa c'entri tu in tutto questo? Che vuole da te?" domanda con forza.
"Vuole solo avermi vicina, non chiede altro. Ha aggiunto anche che non ha intenzione di farti la guerra, perché sa che ci amiamo".
"Ah tu ci credi? Credi alle sue parole? Lo fa solamente per riconquistarti" inizia ad alzare il volume della voce e ad agitarsi, gesticolando nervosamente.
"Poi perché non me lo hai detto? Perché non mi hai risposto al telefono? Volevi nascondermi tutto?" non mi permette di rispondere, butta fuori tutti i suoi pensieri.
"Paulo ascoltami, lasciami parlare un attimo" dico con tranquillità "appena ho saputo la notizia non ti nego di essere entrata nel panico perché comunque a lui ci tengo.
Ho seguito il mio istinto e sono andata, mi scuso per non averti avvertito e per non averti risposto.
Non sapevo che dirti, avrei dovuto mentire e sai che non mi piace farlo" ho mantenuto la calma e spiegato tutto con precisione.
"Potrei anche accettare le tue scuse ma non il tuo comportamento.
Non capisco la tua volontà ad andare da lui senza nemmeno pensarci, mi hai escluso da una scelta così importante perché sapevi quale sarebbe stata la mia reazione" si ferma per un attimo e poi riprende "Sono deluso da te. Mi da fastidio il fatto che tu abbia riservato così tante attenzioni a lui, bastava rispondere al messaggio e la storia era chiusa. Ma tu con lui non vuoi chiudere affatto" conclude amareggiato.
"Paulo ma che dici?" mi alzo e mi accovaccio davanti a lui, poggio le mani sulle sue ginocchia e lo guardo negli occhi, il suo sguardo è freddo e distaccato.
"Sta davvero male, potrebbe accadere il peggio. Prova a metterti nei miei panni, ti prego. Vieni con me domani in ospedale, andiamo insieme".
"Ah bene, andrai anche domani. Hai deciso nuovamente senza chiedermi nessun parere" mi sposta ed ora è davvero imbestialito.
"Paulo ma capisci che potrebbe morire? Se tu non sei d'accordo io ci sto male, mi dispiace ma non posso tirarmi indietro in una situazione così complicata. Va contro i miei valori, va contro il mio essere" mi alzo e mi allontano.
Lui esegue i miei stessi movimenti "non ho fame, stasera dormirò nella stanza degli ospiti" detto ciò lascia la sala e lo vedo scomparire.
Come al solito Paulo scappa, scappa senza risolvere mai i problemi.
Resto da sola con i miei pensieri e le mie preoccupazioni.

Salve a tutti, sono tornata con un nuovo capitolo. Lo studio mi ha tenuto molto impegnata ma spero che vi piaccia come la storia sta procedendo.
Fatemi sapere.
Un abbraccio•

Tus ojos:mi corazón. Paulo Dybala 💗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora