3.

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«No» ripeto a Lea che si è puntualmente presentata a casa mia alle sette, per cercare di convincermi ad andare a quella stupida festa in paese.

«Perché no?» si lamenta, esausta nel tentativo di convincermi «Ci sarà Paulo Dybala e, come se non bastasse, anche Lautaro. Due Dybala nello stesso posto, in cui sarai anche tu!» esclama, probabilmente per la decima volta.

«Non ho voglia» mormoro, stendendomi sul letto e osservando le stelle di plastica che si illuminano al buio attaccate al soffitto.

«Fallo per me» mi guarda, stringendo gli occhi e facendo sporgere il labbro inferiore.

«No. Piuttosto, perché non resti a cena qui stasera e guardiamo tutta quella nuova serie tv che hai trovato?» propongo, cercando di trovare un'idea che batta la sua per il venerdì sera.

«La possiamo guardare anche domani, invece la festa è soltanto oggi» sbuffo per la sua testardaggine, ma non mi arrendo.

«Ci sarà un sacco di gente che non voglio vedere!» esclamo, facendola annuire.

«Perpetua prima di tutti» mormora, rinunciando al suo orgoglio e arrendendosi ad una serata di cibo spazzatura e tv.

Ed è quando sistemiamo il computer sul letto, indecise su che serie tv cominciare a guardare, che suona il campanello.

«Vai tu, sono occupata con i pop corn» ordina Lea, che sta maneggiando con il microonde. Scendo le scale lentamente, cercando di sbirciare chi possa essere dalle finestre aperte accanto alla porta d'ingresso.

«Stronza» urlo, aprendo la porta e trovandomi davanti uno spettacolo inaspettato.

«Stai parlando con me?» Perpetua ridacchia, dietro al portoncino di casa mia, i suoi capelli lunghissimi e con una piega perfetta ondeggiano a causa del venticello fastidioso che c'è.

«No» mormoro, così piano che a stento mi sente, alza un sopracciglio in attesa di una risposta «Assolutamente no, stavo parlando con Lea» indico dentro casa, un po' presa alla sprovvista.

«Ah, questa non è casa di Mariano?» domanda, un po' confusa dalla situazione. Rilascio un sospiro, capendo che non sta cercando me ma Lautaro.

«No, è quella» le sorrido tristemente, sapendo perfettamente chi sta cercando e perché.

«A lunedì» mi saluta, facendomi un cenno con la sua mano dalle unghie lunghissime e smaltate. Da per scontato che io non vada in paese, perché è effettivamente ciò che farò. La saluto di rimando, fingendo perfettamente un sorriso mentre la vedo andare verso la casa davanti alla mia.

Richiudo la porta, sbuffando sonoramente, e mi giro per vedere la scena di Lea che si mette in bocca una manciata di pop corn mentre mi guarda con un sopracciglio alzato.

«Chi era?» chiede, con la lingua impastata dal sale dei pop corn.

«Perpetua, cercava Lautaro» alzo gli occhi al cielo, infastidita dalla situazione.

«Vanno in paese?» mi domanda, precedendomi sulle scale che portano in camera mia.

«Credo di sì» ammetto, pronta a subirmi le sue occhiate insoddisfatte.

«Io ti avevo detto che saremmo dovute andare» canticchia, sistemandosi sul mio letto davanti al computer e con il contenitore dei pop corn appoggiato sulle proprie gambe.

«Fai delle briciole sul mio letto e giuro che ti taglio le dita» cambio argomento, sedendomi accanto a lei.

«Tanto non lo faresti mai» mormora, quasi divertita dalla mia minaccia.

¡Mala Mía!paulo dybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora