«Ma dove mi stai portando?» gli chiedo, ridacchiando della sua espressione confusa mentre guarda i nomi delle strade vicino a noi.
«Credo proprio che ci siamo persi» si gratta il retro della nuca, continuando a guardarsi in giro, cercando di trovare un punto di riferimento in una città evidentemente sconosciuta.
«Secondo me quel signore sa sicuramente dov'è il posto che stai cercando» indico un uomo sulla cinquantina abbastanza vicino a noi che probabilmente sta parlando con il figlio.
«Coprimi le spalle» mormora, come se fosse una spia in missione segreta. Scuoto la testa, ridacchiando e seguendolo verso l'uomo.
«Buonasera, mi scusi» si schiarisce la voce, attirando l'attenzione sia del padre che del figlio, che lo guardano con gli occhi sgranati «Avrei bisogno di qualche indicazione stradale» dice poi, un po' in imbarazzo, guardando me accanto a lui ridere e cercare di nasconderlo dietro la mano.
«Paulo Dybala che mi chiede indicazioni stradali, cosa ci avevano messo secondo te in quello spumante?» io e Paulo ci guardiamo e il suo sguardo spaventato non fa che farmi divertire di più.
«Non lo so papà, ma io non l'ho bevuto e lo vedo comunque» dice il ragazzo, probabilmente pensa di avere le allucinazioni.
«No no senta, ho veramente bisogno di un'informazione» cerca disperatamente di farsi dare una risposta, ma i due probabilmente sono troppo ubriachi per rendersi conto che tutto questo non è un sogno. Ah, Capodanno.
«Paulo, veramente, non importa, ci siamo divertiti stasera» lo prendo per mano, passeggiando al suo fianco per le vie di Siviglia e osservando i paesaggi tipici della penisola iberica.
«Ma io ti ci volevo portare» si lamenta, continuando a guardarsi in giro per cercare di capire dove sia quella maledetta piazzetta.
«Uh, aspetta» inchioda, stringendo un po' di più la mia mano, per poi sorridere da un'orecchio all'altro.
«Ti giuro che se cominci a correre ti tiro un tacco nella gamba che se ti si rompe il menisco sei fortunato» lo avviso, cercando di mantenere un tono serio. Lui non fa che sorridere, e questa cosa mi spaventa.
Poi comincia a correre, stringendo la mia mano alla sua per non lasciarmi indietro e schivando le persone che ci guardano stranite con una naturalezza sovrumana.
«Fermati, diamine! Non fare il pazzo» esclamo, già con il fiatone e impossibilitata dai tacchi e il vestito stretto. Lui, in risposta, invece di fermarmi, afferra le mie gambe e mi porta per strada come una sposa, mentre le mie braccia sono strette intorno al suo collo.
«Perché hai sempre questo orribile impulso di correre? Non riesci mai a stare fermo, è fastidioso» gli chiedo, sorridendo fintamente a tutte le ragazze che mi stanno rivolgendo occhiate invidiose.
«Lo faccio per lavoro, non riesco a vivere senza» lui scrolla le spalle, portandomi in braccio fino alla fine della strada e lasciandomi scendere soltanto quando la stessa sbocca in una piazzetta.
Ci sono delle persone riunite e della musica tipica è suonata da tre o quattro uomini che hanno una camicia bianca e una giacca scura. Tante coppie sono riunite intorno ai musicisti, alternando passi di danza a risate.
«Lo sai qual è la danza tipica di questa regione della Spagna?» mi chiede, cingendo i miei fianchi con un braccio e incamminandosi verso il gruppo di persone.
«Non ne ho la minima idea» guardo tutti i vestiti tradizionali, rapita dai colori accesi degli stessi.
«Il flamenco, niña» mi lascia un bacio sulla tempia, inserendosi nel cerchio di persone che stanno guardando gli altri ballare.
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¡Mala Mía!paulo dybala
FanfictionFe Jazmín conosce Paulo ad una festa in paese e, da allora, non ne può più fare a meno 12/31/18: #1 football 12/31/18: #1 juventus 12/31/18: #1 dybala