missing moments:10, quella foto di noi due

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Mugugno quando sento il cellulare vibrare sotto la mia pancia. Quando mi sono addormentata mi sono dimenticata di spostarlo, così ora devo per forza sforzarmi di aprire gli occhi e cercarlo, almeno per vedere chi mi sta cercando. Sbadiglio vistosamente e guardo fuori dalla finestra. Il cielo nuvoloso presagisce pioggia, e sbuffo ancora, lamentandomi silenziosamente del meteo terribile che sta affliggendo Torino in questo periodo.

«Pronto» mormoro, la voce ancora impastata e roca dal sonno, senza nemmeno controllare chi mi stia chiamando. Appoggio la testa sul cuscino e chiudo di nuovo gli occhi, aspettando una risposta dall'altra parte.

«Fe, mi avevi fatto preoccupare» spalanco gli occhi all'udire quella voce e mi metto velocemente seduta, controllando finalmente il mittente di quella chiamata.

«Paulo, cosa succede?» chiedo, stropicciandomi gli occhi nonostante è chiaro che io adesso sia molto più sveglia di quanto lo fossi solo un attimo fa. Guardo dritto davanti a me, vedendo il riflesso penoso che la televisione da della mia figura. I miei capelli sono disordinati, il poco mascara che avevo messo stamattina è quasi completamente colato sulle mie guance e ho addosso la solita espressione di chi si è appena svegliato da un sonno profondo.

«Sono le sette e un quarto, ho suonato tre volte al campanello ma non mi ha risposto nessuno» chiarisce lui, non prima di aver fatto un sospiro di sollievo. Guardo l'orologio appeso alla parete. Ha ragione lui, sono le sette e un quarto e io sono in ritardo all'appuntamento che avevo con lui.

«Arrivo subito» farfuglio, per poi interrompere la chiamata e mettermi letteralmente le mani nei capelli, non sapendo cosa mettere apposto per prima. Corro in bagno e mi inumidisco le dita sotto il getto freddo del lavandino, per poi spruzzarmi un po' di acqua in faccia in modo da svegliarmi totalmente. Subito dopo, mi passo l'indice sotto gli occhi e rimuovo tutto ciò che era restato del mio trucco sbiadito. Prendo velocemente un pettine e me lo passo faticosamente tra i capelli, cercando di fargli assumere una forma.
Afferro il mio spazzolino e mi lavo il più frettolosamente possibile i denti, per poi osservare la mia immagine allo specchio e decidere che Paulo mi ha già vista in situazioni peggiori di questa, quindi non mi sarei nemmeno dovuta preoccupare così tanto di riparare il riparabile.

Mi muovo velocemente per la casa, raccattando le chiavi, il telefono, il portafoglio, una borsa e il mio impermeabile rosa, per poi uscire e chiudere la porta dietro di me. Scendo le scale senza pensare più di tanto e in men che non si dica mi ritrovo fuori, a guardare attentamente tutte le persone che passano per il marciapiede per trovare il ragazzo che sto cercando.

Lui si schiarisce la voce e mi fa voltare indietro, mentre si avvicina a me con un sorriso tenero e sincero. Lo osservo da capo a piedi, senza sapere bene come salutarlo, ma lui mi toglie questo dubbio, mormorando un semplice "ciao" mentre mi lascia i due canonici baci sulle guance e io faccio lo stesso. Sento la pelle bruciare dove le sue labbra l'hanno appena toccata e mi sembra di avvampare fino alla punta dei capelli mentre lui mi guarda da vicino con i suoi occhi chiari.

«Ciao» ripeto, un po' meno decisa di quanto avrei voluto a causa della sua vicinanza improvvisa e inaspettata. Da dietro la schiena tira fuori un mazzo di fiori, che mi porge orgoglioso mentre io osservo e cerco di memorizzare ogni colore. Sono fin troppo sgargianti per appartenere a questa giornata scura a Torino, quindi li prendo dalla sua mano e li tengo ben stretti, abusandone il profumo.

«Paulo, sono bellissimi, grazie» lo ringrazio un po' timidamente, mentre ancora mi perdo a osservare i mille colori dei fiori che ha riunito in quel mazzo. Non riesco ancora a realizzare che lui abbia fatto una cosa del genere per me, semplicemente per mettere apposto le cose tra noi due. Sento il mio cuore sciogliersi un pochettino, e le mie convinzioni nei suoi confronti cominciare a vacillare.

¡Mala Mía!paulo dybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora