missing moments: 4, quien es la otra?

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«Okay Dolores, non c'è nessun problema» rassicuro la ragazza attraverso il telefono e nel frattempo guardo Florencia che ride e lancia un pop corn a Nahuel, che lo prende in bocca al volo.

«Mi dispiace veramente tanto, so che per noi il venerdì significa serata film ma veramente non posso dire di no» mi siedo sul divano e prendo il bicchiere di acqua che avevo posato sul tavolino solo qualche minuto prima, quando mi era arrivata la chiamata della mia amica.

«Stai tranquilla, è venuta una tua amica dall'Argentina e non starà qui per molto quindi per una sera vuoi passare del tempo con lei. Avremo sicuramente altre occasioni, io e te ci vediamo ogni giorno!» cerco di rassicurarla il più possibile. Certo, un po' mi dispiace che non sia venuta alla "tradizionale" serata film, però-e questo lo sa anche lei- mi secca più che altro il fatto che, dopo la bidonata all'ultimo minuto sua e di Lea -più che giustificata a causa di un'influenza intestinale- mi ritrovo a fare la terza incomoda e guardare i due piccioncini che si abbracciano mentre la mia situazione sentimentale non può essere nemmeno più definita traballante.

«Sono sicura che ci sarà un'altra occasione, anzi, però insomma non volevo lasciarti da sola mentre io vado a divertirmi» conoscendomi così bene, ha capito subito quale sarebbe stata la conseguenza della sua assenza. Lancio un breve sguardo ai due ragazzi che adesso stanno parlando a bassa voce tra di loro per non disturbare la mia telefonata. Sono talmente vicini che probabilmente riescono a leggere l'uno negli occhi dell'altro le parole che stanno per dire.

«Non preoccuparti, me la caverò. Divertiti» la saluto e poi mi alzo dal divano, sfilo la ciotola di pop corn dalle mani di Florencia mentre lei è troppo distratta da Nahuel per accorgersene e poi prendo il telecomando, selezionando il film che circa mezz'ora prima avevamo deciso di guardare.

«Muovetevi voi due, altrimenti lo faccio partire e vi perdete l'inizio» la coppietta si scambia un ultimo bacio e poi si allontanano. Florencia si siede alla mia destra, Nahuel alla mia sinistra e subito il ragazzo si appropria dei pop corn, facendomi alzare gli occhi al cielo.

«Adesso puoi farlo partire» afferma poi, facendomi l'occhiolino. Io premo sul tasto "play" e mi metto comoda, cercando di dare la mia completa attenzione al film, ma la mia testa ricade quasi istantaneamente nei pensieri cupi che mi hanno accompagnata ultimamente.

Paulo, il ragazzo che sembra voler lottare con i denti per tutto ciò che gli interessa, per tutto ciò che vuole avere e che veramente necessita, ha accettato passivamente la mia sfuriata, non ha nemmeno provato a venire a vedere dove fossi o se stessi bene. Ho come la sensazione che con me si sia arreso subito, come se non ne valessi la pena.

Chiaramente non pensavo questo i primi giorni, perché mi sentivo libera. Non dovevo avvisare nessuno per dire dove fossi o cosa stessi facendo, non avevo orari né restrizioni per quanto riguardava vestiti o conoscenze, e questo mi faceva sentire talmente bene da nascondere il male che in realtà facevo finta di non provare.

Nonostante mi comportassi, nei limiti del rispetto, come facevo prima di mettermi con Paulo, sentivo comunque di essere legata profondamente a lui, come se dormissimo ancora nello stesso letto.

Non ho avuto più sue notizie, e i miei amici evitano di parlarne quando ci sono io perché sanno che mi farebbe solo stare male sapere con chi è o cosa sta facendo mentre io sto qui a crucciarmi per lui.

«Nahuel, metti via quel cellulare» la voce di Florencia mi risveglia dal mio stato di trance e sorrido guardando il ragazzo che sbuffa e rimette il telefono in tasca. Dei tre, lui è quello più scatenato e immagino che non passerebbe mai il sabato sera davanti alla televisione se non lo pregasse ogni settimana la sua ragazza.
Anche per questo motivo la serata film con Paulo era di venerdì, per permettere a lui e a chi vi partecipava di divertirsi come volevano di sabato, o di assistere alla partita del campionato da casa o dallo stadio.

¡Mala Mía!paulo dybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora