«L'hai vista la partita ieri sera?» chiudo gli occhi, tirando su con il naso. Stanotte, dopo aver visto la partita, ho dormito poco e niente, però stamattina ho deciso di venire a scuola per evitare di concentrarmi troppo su ciò che è successo, anche se la voce fastidiosa di Perpetua non fa che ricordarmela.
«No, c'era una partita ieri sera?» cerco di trattenere una risata quando sento la risposta della sua amica e rivolgo uno sguardo complice a Lea, che sta cercando a fatica di non sbellicarsi dalle risate.
«Sì che c'era una partita ieri sera, Juventus-Young Boys» dice, con voce tagliente, infastidita dal fatto che non tutti siano informati sulle partite di Paulo come lo è lei.
«Ah, e com'è andata?» prendo il libro di fisica, facendo finta di nulla mentre continuo ad ascoltare la loro conversazione.
«Molto bene, Paulo ha segnato una tripletta» Perpetua alza un po' la voce, rivolgendomi uno sguardo saturo di supponenza e io alzo gli occhi al cielo, sbadigliando.
«Beh, perché stiamo parlando di Paulo? Un ritorno di fiamma?» chiede l'altra sua amica, facendomi sconcertare per un attimo, per poi rendermi conto che probabilmente nemmeno lui sarebbe così stupido da ricontattare quella gallina.
«A quanto pare, perché ieri notte mi ha scritto che ha pensato a me tutto questo tempo e che non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di me con quel vestito alla festa» rilascio un sospiro, cercando di metabolizzare ciò che ho appena sentito mentre Lautaro entra in classe, salutando qualche suo amico e poi lasciandosi cadere sulla sedia accanto alla mia.
«Ehi Fe, sembri un po' giù di corda oggi, cos'è successo?» mi giro verso di lui, che mi regala un larghissimo sorriso anche di prima mattina, e ricambio con uno un po' più contenuto.
«Ho dormito poco stanotte e sono piena di influenza, tu invece? Sembri raggiante come al solito» i suoi occhi si illuminano mentre apre la zip della felpa per poi appoggiarsi allo schienale della sedia.
«E vieni a scuola con l'influenza?» alza un sopracciglio, quasi divertito dalla mia diligenza.
«Sono successe parecchie cose a casa in questi ultimi giorni e avevo bisogno di togliermi delle cose dalla testa, e poi ho già fatto abbastanza assenze per quest'anno» gli spiego, cercando però anche di sentire la conversazione tra Perpetua e le sue amiche.
«Capisco, comunque io tutto bene, mi sto organizzando con la mia famiglia per andare a Cordoba a vedere Paulo giocare con la Nazionale a inizio Novembre» annuncia, sistemandosi i capelli. Annuisco semplicemente, incapace di replicare in alcun modo.
«Salutamelo» sospiro, cercando di non suonare troppo disperata ed evitare eventuali domande.
«Alla fine non mi hai più spiegato ottica» mi fa notare, cambiando sapientemente argomento e scegliendone uno su cui sono più preparata.
«Hai ragione, mi dispiace» sorrido timidamente «Anche se in realtà non c'è molto da spiegare, ci sono letteralmente due concetti base e una sola formula» lui scrolla le spalle, cercando aiuto.
«Se dici così mi fai semplicemente sentire più stupido, perché io non ho capito proprio nulla» ridacchio proprio mentre il professore entra.
«Hai provato a leggere la teoria prima di fare i problemi?» gli chiedo, consapevole del fatto che lui cercasse sempre di buttarsi a capofitto sui numeri senza aver letto nemmeno una volta le definizioni o la spiegazione delle formule.
«No? Tanto la fisica serve solo se la capisci, se la studi a memoria poi la dimentichi» muove la mano con nonchalance, togliendosi la felpa e rimanendo in maniche corte.
«E dimmi, Einstein, come pensi di capirla se non leggi la teoria né stai attento in classe?» alzo un sopracciglio, aprendo il libro mentre il prof sta facendo l'appello.
«Me la faccio spiegare da te, visto che è veloce e indolore, anzi, quasi piacevole» alzo gli occhi al cielo, infastidita ma anche lusingata dal suo complimento.
«Non vale così, io faccio fatica e tu no» mi metto la penna tra i denti, cercando di stare concentrata sulla lezione mentre Lautaro continua a parlare.
«Faccio fatica anche io, però sei bella e a guardarti quasi mi dimentico la differenza tra temperatura e calore» mormora, facendomi girare di scatto verso di lui e puntargli un dito sul petto.
«Non dirlo nemmeno per scherzo, ci ho messo più di due ore a spiegartela e fartela ricordare, se dovessi dimenticartela penso che mi verrebbe un attacco di cuore e morirei istantaneamente» pronuncio lentamente ogni parola, cercando di fargli capire la serietà della situazione.
«Sei impossibile, ti si fa un complimento e tu lo trasformi subito in una minaccia di morte» ride silenziosamente, scuotendo la testa.
Scrollo le spalle, cercando di nascondere un sorriso che è nato sulle mie labbra nonostante io cercassi di restare impassibile alle sue parole.
«Hai sentito di ieri?» chiede, dopo aver fatto passare qualche attimo di silenzio.
«No?» alzo un sopracciglio, cercando di rasentare la mia memoria in modo da trovare il momento in cui Lea mi ha detto che è successo qualcosa di particolare a scuola.
«Pare che Paulo abbia trovato una nuova vittima» mormora, appoggiandosi allo schienale e guardando la lavagna intensamente, come se guardandola gli entrasse istantaneamente tutto in testa e restasse permanentemente.
«Ah sì, quello l'avevo sentito» sbuffo, pensando che oggi ce l'hanno proprio tutti con la dedica dei goal di ieri.
«Come fai a saperlo? Non avrai mica visto la partita» alza un sopracciglio e io scuoto la testa, sentendomi un po' colpevole a mentirgli.
«No, ma Perpetua si è appostata qui stamattina solo per dire a tutta la scuola quanto è fortunata ad avere un ragazzo che le dedica una tripletta in Champions League» alzo gli occhi al cielo, appuntandomi mentalmente di lavarmi la lingua dopo aver definito Paulo il fidanzato di Perpetua.
«Sì, è definitivamente una cosa che farebbe» ridacchia, scuotendo la testa «Ma stanno insieme veramente?»
«No» esclamo subito, per poi cercare di uscirne con nonchalance «Non credo, almeno, io e lui non ci sentiamo tanto da quando sono tornata in Italia»
«Mh, tu non me la racconti giusta» mi scruta attentamente e io abbasso lo sguardo, imbarazzata dal suo sguardo attento.
«Ti giuro» mormoro, per poi prendere la penna e appuntare le ultime cose scritte dalla prof.
«Fino ad adesso pensavo che fossi tu la ragazza di cui stava parlando Paulo, ma se mi dici che è Perpetua ti credo» gli sorrido timidamente e lui mi imita, per poi aprire finalmente il quaderno e rivolgere tutta la sua attenzione alla professoressa.
lollissimo
sono in stazione, è un'ora che aspetto un treno e a quanto pare devo aspettare ancora un'ora e mezza, QUINDI ho avuto una bellissima idea
fatemi sapere😬😬
ciaone
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¡Mala Mía!paulo dybala
FanfictionFe Jazmín conosce Paulo ad una festa in paese e, da allora, non ne può più fare a meno 12/31/18: #1 football 12/31/18: #1 juventus 12/31/18: #1 dybala