Appoggio la bici al muretto, scendendo velocemente. Stamattina la sveglia non ha suonato e mi sono trovata a dover correre a scuola per limitare il ritardo, che in realtà è mentale.
Corro per i corridoi, busso alla porta della mia aula con il fiatone e, finalmente, entro, trovando davanti a me una scena raccapricciante.
Lea, alla lavagna, sta scrivendo lettere a caso sperando di azzeccarne almeno una all'interno della formula, e la quantità di cazzate che sta sparando è illimitata.
Il mio sguardo, però, ricade subito sul mio banco, che, a quanto pare, da oggi non è più mio. Al mio posto, seduta accanto a Lautaro, c'è Perpetua, che ridacchia nel vedere la mia espressione infastidita.
Osservo gli altri banchi, trovandone uno vuoto soltanto vicino ad una delle amichette di Perpetua e, sbuffando, mi co dirigo, appoggiando le mie cose e sedendomi per cercare di seguire la lezione, anche se mille domande mi si affollano in testa.
Perché Lautaro è lì, con la ragazza che lo ha praticamente tradito e la guarda come se lui fosse un'ape e lei il vasetto di miele? Non gli fa schifo, anche solo il pensiero di poter ricostruire un rapporto con una persona del genere?
«Sono veramente una bella coppia» sospira la ragazza seduta accanto a me, appoggiando la testa sulla mano e guardandogli con un'espressione sognante in viso «Pagherei per essere guardata così» aggiunge, rigirando il coltello nella piaga.
Annuisco, pensando che se magari le do corda smette di importunarmi, ma lei continua. Sembra quasi lo faccia apposta.
«E poi lui è veramente un bel ragazzo, o sbaglio?» scuoto la testa, assottigliando gli occhi per cercare di copiare bene la formula dalla lavagna «Lei mi ha raccontato di essere stata a letto con suo zio, però Lautaro l'ha perdonata, ha capito la sua versione e ha deciso di riprovare a stare con lei»
Wow, e quando credevo di aver sentito proprio tutto, ecco la cosa peggiore che potessi sentire. Che coglione.
«Fantastico, pagherei per un amore così» sorrido fintamente, sfilando il telefono dalla tasca della giacca e posandolo sul banco, sbloccandolo e cercando la chat con Lea.
Anche se siamo ai due lati opposti della stanza e dovremmo stare attente alla lezione, lei mi risponde quasi subito, e la vedo chinarsi sul banco per evitare di farsi vedere dal professore.
La informo di cosa mi ha appena detto l'amica di Perpetua e lei si spreca in insulti e malauguri vari, mettendo per iscritto quello che io ho pensato fino ad adesso.
"Devi parlarne con Paulo" scrive poi, e ci guardiamo per un attimo. Dovrei veramente parlarne con lui?
"Guarda il lato positivo, almeno dopo vai in Italia" aggiunge poi, sorridendo incoraggiante. Io scuoto la testa, mi ero dimenticata di quella parte della scommessa.
Il resto delle lezioni passa lentamente, con la mia nuova compagna di banco che continua a fare commenti su commenti riguardo a quanto siano teneri il mio uomo e quella baldracca di alti borghi che lei ritiene una propria amica.
Quando, finalmente, suona l'ultima campanella, infilo velocemente tutte le mie cose nello zaino e mi alzo e, senza nemmeno aspettare Lea, esco da quella stanza che ormai mi sembrava quasi troppo piccola.
«Mi dispiace» mormora la mia migliore amica, affiancandomi in corridoio e mettendomi una mano sulla spalla «Ma te lo saresti dovuta aspettare» aggiunge poi, raggiungendo la sua bici.
«Non credevo che dopo quello che è successo alla festa lui sarebbe tornato da lei, non credo che nessuno l'avrebbe fatto» mi giustifico, appoggiandomi al muro e guardandola negli occhi.
«Cosa intendi?» chiede, rivolgendomi tutta la sua attenzione.
«Intendo» do le spalle alla porta della scuola solo per evitare di vedere della gente che non avrei assolutamente voglia di vedere «Ti ho detto del discorso che mi ha fatto? Che suo zio è sempre il migliore in tutto e lui è soltanto la brutta copia? È successa la stessa cosa con Antonella, lei piaceva a Lautaro ma alla fine è finita con Paulo. Quindi, credevo che dopo che Perpetua fosse stata con Paulo, appunto, lui si sarebbe arreso» sospiro, accarezzando il manubrio freddo e perdendomi per un attimo ad osservare i riflessi proiettati sul metallo.
«Chi ti ha detto di Antonella?» la voce di Lautaro mi risveglia dai miei pensieri, facendomi spalancare gli occhi e pensare a una risposta veloce.
«E tu cosa ci fai qui?» viene in mio soccorso Lea, che lo guarda male per fargli capire che in realtà lui è di troppo.
«Volevo venire a salutarvi, visto che a quanto pare nessuna delle due oggi si è degnata nemmeno di rivolgermi uno sguardo» allarga le braccia, facendo capire ad entrambe che secondo la sua visione della situazione è lui stesso ad essere la vittima.
«Non l'abbiamo fatto perché non volevamo, e non vogliamo nemmeno adesso» cerco di spiegargli in modo lineare, evitando eventuali fraintendimenti.
«E posso almeno sapere perché?» alza un po' la voce, infastidito dal nostro rifiuto nel passare del tempo con lui.
«Perché siamo di fretta» dice Lea, accampando una scusa per aria prima di salire in bici e incitarmi a fare lo stesso.
Così, lasciamo Lautaro senza parole e corriamo a casa il più veloce possibile. Oggi, per fortuna, la mia migliore amica non resta a pranzo da me come gran parte degli altri giorni. Apprezzo la sua compagnia, ma in questo momento voglio solo restare da sola.
Appena arrivo a casa, spengo il telefono e lo getto da qualche parte lontano da me e mi butto a capofitto sui libri, l'unica cosa capace di distrarmi in questo momento e farmi dimenticare della situazione di merda in cui mi trovo.
Ad un certo punto, mentre sto leggendo uno dei tanti capitoli di storia da studiare, mi accorgo di una macchia su una pagina. La tocco, rendendomi conto che è acqua.
Mi è scesa una lacrima, e nemmeno me ne sono resa conto. Pochi attimi, giusto per realizzare il fatto, e sto piangendo, riversando acqua sul mio copriletto come una fontana.La facciata è stata tanto a scalfirsi, ma una volta anche solo minimamente crepata, la diga che teneva a bada tutto il dolore che ho provato in questo ultimo periodo non ha più retto e mi ha portato a stringere un cuscino, singhiozzando, mentre ripenso a cosa possa aver sbagliato.
Gli sono stata vicino, l'ho aiutato, l'ho ascoltato e non gli ho fatto pesare troppo la mia presenza, cosa può essere andare storto?
Forse proprio questo, l'essere sempre disponibile per lui, a qualsiasi ora del giorno lui mi chiamasse io potevo andare da lui a tirarlo fuori dai casini, semplicemente consigliarlo o fare una figura di merda che non ha eguali.
In poche parole, non solo la mia dignità è stata calpestata dalle scarpe con i tacchetti di Lautaro, ma anche dai tacchi a spillo di Perpetua che, sculettando, è andata a prendersi ciò che davo per assodato sarebbe stato mio.lollissimo
capitolo abbastanza x però sempre importante per la trama
ditemi cosa ne pensate della storia!! come pensate andrà avanti?
buonanotte
ciaone♥️
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¡Mala Mía!paulo dybala
FanfictionFe Jazmín conosce Paulo ad una festa in paese e, da allora, non ne può più fare a meno 12/31/18: #1 football 12/31/18: #1 juventus 12/31/18: #1 dybala