«Non mi hai più spiegato cosa è successo a Torino, però» scuoto la testa, sorridendo, all'affermazione di Lea.
Ieri sera, quando siamo arrivati a casa, la prima cosa che ho fatto è stata farmi una lunga doccia calda e poi infilarmi nel letto, senza nemmeno preoccuparmi di preparare lo zaino per il giorno dopo. E così stamattina ho dovuto fare tutto di fretta per uscire di casa in tempo e andare a scuola in bici con la mia amica.
«Ci sono moltissime cose da raccontare, ma non mi sembra il posto più adatto» accenno a Perpetua e Lautaro e a tutte le persone che potrebbero sentirci al momento e lei annuisce, dandomi ragione.
«Aspetterò, però voglio saperlo al più presto» le sorrido, rassicurandola, e mi riprendo il posto che sicuramente in queste due settimane qualcun altro aveva occupato.
Lea mi rivolge uno sguardo rassicurante, tirando fuori i libri della prima ora. Io sospiro, vedendo entrare Lautaro, che mi adocchia subito. Appoggia il suo zaino sul banco e si siede, per poi voltarsi verso di me.
«Allora, ti sei presa una vacanza?» chiede retoricamente, con un pizzico di rabbia dipinto negli occhi scuri.
«Mi è servito» mormoro, distogliendo lo sguardo dal suo viso per prendere i libri.
«Immagino, con mio zio poi» abbassa il tono di voce mentre pronuncia l'ultima parte della frase e io faccio finta di non averlo sentito. Sono troppo stanca per ribattere in alcun modo e cominciare a litigare.
«Comunque in questi giorni mi sei mancata, non avevo nessuno che mi spiegasse fino allo sfinimento le formule di fisica» mi giro verso di lui, stupita di quella affermazione.
«Ancora non hai capito ottica?» chiedo, ripensando a tutte le volte che avevo cercato di spiegargli quelle formule che sembravano proprio non volergli entrare in testa.
«Niente di niente, meno di zero» alzo gli occhi al cielo «Ti va di venire a casa mia oggi pomeriggio? Per spiegarmele» guardo Lea, che ovviamente sta ascoltando tutto, e lei mi rivolge uno sguardo confuso.
«Devo vedere, forse ho un impegno, in caso ti scrivo» gli sorrido e mi giro verso la lavagna, dove il professore di storia sta spiegando.
«E a Torino com'è andata?» chiede, probabilmente curioso come tutti gli studenti che stamattina mi squadravano dalla testa ai piedi.
«Perché me lo chiedi con quel tono?» domando, colpita dal suo tono infastidito.
«Nessun motivo particolare» mormora, distogliendo lo sguardo dal mio viso per concentrarsi sul libro.
«Ignorarmi non è una risposta» gli faccio notare, chiudendo il suo libro di storia perché non abbia più nessuna scusa per far finta di nulla.
«Vieni da me oggi pomeriggio? Ne avrei veramente bisogno» ci guardiamo negli occhi, io infastidita e lui indifferente alla situazione.
«Mi puoi rispondere?» alzo un po' il tono di voce, cercando comunque di non farmi sentire da nessuno se non da lui.
«Dai, a Paulo non darà fastidio se verrai» ignora ancora la mia domanda, per quella che mi sembra la decima volta.
«E cosa diamine c'entra Paulo adesso?» chiedo, esasperata dalla confusione che si sta creando nella mia testa.
«Non so, dimmelo tu» sibila, assottigliando le labbra ad una linea sottile e corrugando le sopracciglia.
«Sei tu che continui a tirarlo fuori! Sembra che nominarlo in ogni singola conversazione che intraprendiamo sia il tuo unico obbiettivo» mi lascio cadere sullo schienale della sedia, sbuffando.
«Però sei tu che sei andata via a Torino con lui per due settimane» mi fa notare, alzando un sopracciglio e sorridendo leggermente per quanto inconfutabile fosse la sua affermazione.
«Questo ci riporta alla mia domanda: perché sei così infastidito dalla cosa?» appoggio un gomito sul banco, alzando entrambe le sopracciglia.
«Mi da fastidio che i miei amici passino del tempo con mio zio, tutto qui» scrolla le spalle, ma la sua espressione non sembra completamente convinta.
«Non mi risulta, visto che l'ultima volta che ho controllato ti dava fastidio che Perpetua, la ragazza con cui uscivi, passasse tempo con tuo zio, non io, quella che ti dava ripetizioni di fisica» aggiungo un pizzico di cattiveria nella frase, cercando di mascherare le sensazioni contrastanti che sto provando.
Questa conversazione sta semplicemente alimentando i dubbi che mi erano sorti quando Paulo mi aveva detto che l'interesse di Lautaro nei miei confronti non era limitato alla semplice amicizia.
«Ci siamo baciati, Fe, non sei semplicemente "la ragazza che mi da ripetizioni di fisica"» muove le dita in modo da formare le virgolette.
«La gente si bacia di continuo» mormoro, cercando di sminuire ciò che in realtà mi sta dicendo.
«Vi siete baciati?» spalanca la bocca, assumendo un'espressione sconcertata che poco dona ai suoi tratti ben definiti.
«E questo cosa c'entra? Perché continui a cambiare discorso?» cerco di mantenere un tono neutro, ma dubito di riuscirci, perché mentre sto parlando ripenso alle sensazioni che ho provato mentre io e Paulo ci stavamo baciando e sorrido involontariamente.
«Perché tu non rispondi, invece? Vi siete baciati o no? Non mi sembra una domanda tanto difficile» sibila, corrugando le sopracciglia e aspettando una mia risposta.
«Perché ti interessa, in ogni caso? Questo non rientra nelle mie mansioni di spiegarti ottica» scuoto la testa, cercando di convincerlo indirettamente a cambiare argomento, perché da me non avrà proprio nessuna risposta.
«Dio, Fe, ma lo fai apposta?» sospira, guardando il mio viso confuso «Sei così intelligente e proprio non ci arrivi? O fai la finta tonta?» sbatto le palpebre un pio di volte, poi scuoto la testa, distogliendo lo sguardo dal suo viso e concentrandomi completamente sulla lezione di storia.
Ogni tanto, durante l'ora, Lautaro mi picchietta la spalla, o mi lancia palline di carta, ma io cerco di non dargli corda, deglutendo ogni volta che si avvicina troppo. Non voglio continuare questa conversazione perché so dove potrebbe andare a finire e non saprei come reagire.
Paulo è indubbiamente bello e simpatico, sto bene quando sono con lui, ma suo nipote è la mia cotta da quando ho tredici anni ed essere così vicina a lui che ammette di provare qualcosa nei miei confronti ma non potere, né volere, reagire nel modo che ho sempre immaginato mi confonde.
lollissimo
diversamente dalle aspettative, eccomi qui con un altro capitolo! oggi è stata dura ma non c'è male dai
domani comincio un corso di spagnolo per la certificazione e non potrei essere più felice!!
voi com'è? raccontatemi qualcosa💖
ciaone
STAI LEGGENDO
¡Mala Mía!paulo dybala
FanfictionFe Jazmín conosce Paulo ad una festa in paese e, da allora, non ne può più fare a meno 12/31/18: #1 football 12/31/18: #1 juventus 12/31/18: #1 dybala