The One When Shacklebolt Had Homicidal Thoughts

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"Cosa vuol dire non posso farlo?"

"Esattamente quello che hai sentito" disse Malfoy, che chissà per quale ragione faceva di tutto pur di evitare il suo sguardo. "Ascolta, Potter. Non ho nessun motivo per voler restare nel tuo corpo. È solo - è una magia antica, va bene? La pozione era sicuramente giusta, ma forse... Forse nel processo di ritorno c'è stato un errore"

"Che tipo di errore?" chiese Harry, che all'improvviso avrebbe voluto tornare indietro nel tempo e essere stato un po' più attento durante le lezioni di Pozioni.

"Be'... Non lo so. Avrei bisogno di andare in biblioteca, ma non posso venire a casa mia perché sono nel tuo stupido corpo. Dobbiamo aspettare di tornare ad Hogwarts. Poi troverò un modo"

"Non possiamo" fece Harry, con un tono molto più terrorizzato di quello che avrebbe voluto.

Malfoy fece una smorfia. "Neanche io sono molto contento, Potter"

"Non capisci" Harry ripensó con una fitta allo stomaco al discorso con Pansy, all'importanza di parlare con Narcissa e all'imminente morte di Lucius. Non poteva scegliere per lui. Non era la sua vita. "Malfoy..."

"Cosa?"

"Io... Ci sono delle cose che, ecco... Non posso farlo. Tuo padre - "

"Credi che non lo sappia?" disse Malfoy. All'improvviso sembró molto più distante. Gli occhi verdi erano freddi, irraggiungibili.

"Non è questo. È solo..." Harry esitó. Non avrebbe saputo spiegare quella sensazione a parole, ma non era la persona giusta per dargli quella notizia. Non era la persona con cui Malfoy avrebbe voluto condividere quel dolore.
Entrambi avevano scoperto, inevitabilmente, segreti dell'altro che sarebbero dovuti rimanere tali. Ma Harry non si sentiva di entrare nel suo mondo in quel modo. "Pensavo solo che avresti voluto salutarlo. O, almeno, è quello che tua madre e Pansy vorrebbero che facessi"

Malfoy si irrigidí. Harry si morse il labbro, indeciso, senza sapere cosa dire o fare. Passarono qualche secondo nel silenzio, interrotto solo dalla neve che aveva preso a fioccare su di loro. Quando Malfoy si decise a parlare, la sua voce non aveva nulla della fragilità che Harry si era aspettato. "Io... Dovresti andare, Potter. Fatti accompagnare ad Azkaban" esitó solo per un secondo. "Poi potrai andartene. Basterà che mia madre ti veda entrare. Mio padre morirà, e ormai non c'è nulla che lo possa cambiare"

Harry non aveva nemmeno preso in considerazione quella possibilità. Per questo sgranó gli occhi, e vide Malfoy quasi ritrarsi nel buio. "Malfoy, non posso farlo" disse, a bassa voce. Era sincero. Non erano amici, e probabilmente non lo sarebbero mai stati. Ma non per questo Harry aveva il diritto di togliergli una cosa come quella.

Malfoy naturalmente non capí le nobili intenzioni di Harry. "Senti, Potter, non mi importa. Siamo in questa situazione per colpa di entrambi e - e davvero, non credere che voglia che tu ti immischi negli affari della mia famiglia, ma -"

"Non intendevo questo. È solo - penso che dovresti andarci tu"

Malfoy lo guardó per un lungo, gelido secondo. Harry credette di aver detto qualcosa di sbagliato, e che lui stesse per tirargli un pugno. "Non merita che suo figlio vada a salutarlo" disse infine, abbassando lo sguardo.

"Ma tu meriti di sentire le sue ultime parole" Harry lo guardó negli occhi. Era da molto tempo che non era così deciso su qualcosa. "Entra ad Azkaban nel mio corpo. Non sarà un problema, davvero. Mi dedicano già una copertina a settimana sulla Gazzetta del Profeta senza che faccia nulla... Stavolta avranno un motivo, almeno" fece un piccolo sorriso.

Malfoy lo guardava negli occhi. Harry non riusciva a decifrare il suo sguardo. "Non farebbero mai entrare Harry Potter per parlare con un Mangiamorte. Sarebbe pericoloso" sospiró.

Amortentia. ||Drarry ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora